
Helix: Recensione dell’episodio 1.03 – 274
Giorno 3, episodio 3. L’ansia sale ancora prima che inizi la visione, nel momento in cui appare lo schermo bianco con la scritta in nero che indica il numero dei giorni passati da quando il dottor Alan Farragut con la sua troupe di scienziati è giunto in questa stazione di ricerca in mezzo ai ghiacci. Ormai è chiaro che in Helix ogni giorno corrisponde ad una puntata e questa scansione del tempo (molti avvenimenti sono accaduti in questi pochi giorni di studio del virus) contribuisce a far salire la tensione ancora di più, a rendere il tutto frenetico e ossessivo già dalla primissima immagine che ci viene mostrata. Ma è quando inizia effettivamente la puntata che viene il bello (anzi no: il brutto!).
Al suo terzo episodio, infatti, Helix sembra non voler affatto diminuire la carica inquieta e opprimente che porta con sé. E per fortuna, aggiungerei, visto che la suspense creata tiene incollati allo schermo. Era normale che Ronald D. Moore, amatissimo da molti di noi per averci regalato Battlestar Galactica, una delle serie tv più belle di sempre, non potesse ricreare un prodotto simile al suo gioiello (anche perché ci ha già provato con Caprica e con Blood & Chrome e le cose non sono andate benissimo), ma pur cambiando argomento e tematiche, per quello che si è visto fino ad ora è riuscito a ricreare le atmosfere tese e gli stati d’animo di BSG. Ovviamente per arrivare a QUEL livello la strada è ancora molto lunga, ma ci si potrebbe avvicinare, mai dire mai. Quello che più di tutto mi auguro che riesca a ricreare sono quei personaggi fantastici che trasmettevano a noi spettatori così tanto da lasciare una traccia indelebile ed essere ricordati per sempre: erano diventati più importanti loro dei cylon, dei Final Five, o della ricerca della Terra. Ovviamente per Alan & Co. è ancora presto per un giudizio in questo senso (per adesso non spicca nessuno), anche se in questo momento mi pare che i characters siano ben delineati (fino ad ora l’unica che mi fa storcere il naso è la dottoressa Doreen Boyle perché è “scontata” e già vista) e ci sia stata una buona scelta di attori.
Un altro aspetto che spero venga ben sviscerato come accadeva in Battlestar Galactica è l’etica: l’uomo avanza nella ricerca scientifica e nella tecnologia, ma qual è il confine che indica ciò che è moralmente accettabile da ciò che non lo è? Anche da questo punto di vista mi sembra che Helix sia sulla buona strada visto che in queste prime tre puntate qualche dubbio è già stato posto.
L’episodio scorso era terminato con l’aggressione alla povera dottoressa Julia Walker da parte del malato Peter. La donna però, svenuta dopo l’attacco, al suo risveglio, impaurita dalle conseguenze, non vuole rivelare cosa le è succeso e sembra non crederci e non accettarlo. Intanto il virus continua a diffondersi alla stazione di ricerca, così i dottori decidono di mettere tutti gli infetti in isolamento, usando un intero piano del centro ora inutilizzato. Per capire chi è infetto e chi no, Julia e la dottoressa Sarah Jordan creano un metodo per verificarlo, pensando che sia efficace. Dopo un po’ Julia capisce di essere stata infettata (la scena in cui realizza questo fa attorcigliare le viscere dall’ansia e mi ha anche stupito che si sia ammalata davvero visto c
Insomma, da quello che si è visto Helix è una serie che promette davvero bene. Dilemmi etici, tensione, suspense, relazioni tra i personaggi, nemici per ora sconosciuti, trama interessante che solleva molte domande, episodi in cui succede di tutto, non lenti ma veloci e frenetici. Spero vivamente che si continui su questa strada.
1.03 - 274
Sulla buona strada
Valutazione Globale
Bello, interessante, meno adrenalinico del primo, ma credo proprio per motivi di sviluppo della storia, dopo il panico, si cerca di organizzarsi, anche se le strade aperte restano molte. Ottimo
Con questo episodio, la serie continua a correre e continua a farlo sui binari giusti. In effetti, non emerge ancora un personaggio dominante anche se e’ chiaro che lo scontro sara’ tra Alan e Hataki ossia, specularmente, tra l’ etica del fermarsi di fronte al pericolo del male e la non etica dell’ andare avanti fino all’ obiettivo del successo (sia esso un successo in termini affaristici o di un distorto concetto di gloria). Appena accennato, ma forse importante anche per il futuro, il tema del cosa sei disposto a fare per salvare ciò a cui tieni (una persona o un progetto) : uccidere anche se necessario ?
Alcune cose, pero’, restano approssimative come l’ interazione tra Doreen e Balleseros, i due personaggi troppo schematici, con la dottoressa che fa la tipa alternativa e simpatica (vedi la scelta delle magliette rockettare ad esempio) e il maggiore che e’ il classico scagnozzo dell’ esercito infiltrato per spiare e ostacolare. E, forse, una piccola pecca e’ proprio far svolgere a quest’ ultimo il ruolo di una sorta di deus ex machina al contrario : ogni volta che bisogna creare un problema significativo per complicare le cose interviene lui. Vabbe’, d’ altra parte, visto come sono sperduti, nessun altro poteva svolgere questo compito. Complessivamente, pero’, il tutto rimane ad un ottimo livello.
P.S.: e, cmq, una sciarpetta quando escono all’ aperto a -30 gliela potevano far mettere a questi qua che pare non sentano mai freddo ! 🙂
Ma solo a me per ora non dice niente e sembra abbastanza scontata?