
Hart of Dixie: Recensione della Quarta e ultima Stagione
Per molti mesi la domanda ha continuato a riecheggiare tra i fan: lo cancelleranno o non lo cancelleranno? Benché la conferma ufficiale della cancellazione non ci sia, si può tranquillamente dire che l’episodio conclusivo della quarta stagione è anche quello conclusivo per l’intera serie. Le premesse per l’addio ci sono tutte: ogni storyline ha trovato il suo compimento e la sua realizzazione, senza contare che i membri del cast hanno scritto lacrimevoli addii su ogni social che gli fosse capitato a tiro. Secondo me, la scelta di scrivere la parola fine è stata audace, coraggiosa e responsabile: quando le premesse ci sono tutte per una cancellazione, tanto vale che sia un addio in grande stile. Meglio andar via con il botto, insomma, proprio come ha fatto la cittadina di Bluebell, che ha salutato i suoi fan con un (del tutto privo di senso e non necessario) pezzo musicale e ballerino. L’intera quarta stagione, se vogliamo essere onesti, ha cercato di mantenere (riuscendoci, il più delle volte) un alto livello di comicità e allegria che, probabilmente in vista della fine, ha resto Hart of Dixie ancora più piacevole da guardare.
Wade, Zoe e ‘senti chi parla’
Sono passati quattro anni da quanto Wade e Zoe si sono conosciuti, sul ciglio di una strada sperduta dell’Alabama, e ci hanno dato dentro nella macchina di lui, consapevoli del fatto che non si sarebbero mai più rivisti. Quattro anni dopo i due, complice la gravidanza nella vita reale di Rachel Bilson (che è diventata mamma a ottobre), hanno dovuto affrontare l’inaspettata gravidanza di lei, che ha rimesso in gioco non solo il loro futuro come coppia ma anche i loro sentimenti l’uno per l’altra. Nessuno si sarebbe aspettato di vedere Wade nei panni di un papà premuroso – ma neppure di un uomo pronto a sposarsi, se è per questo – ma le sorprese non sono una novità a Bluebell e dunque entrambe le cose sono diventate realtà.
La storia di Zoe e Wade ha avuto una conclusione positiva e forse un tantino troppo romanzata ma, visto che hanno affrontato molte sfide in passato, hanno sperimentato la vita da separati e anche quella di coppia, direi che era l’unica possibile conclusione. La verità è che il lieto fine, per quanto scontato e banale, sarà sempre quello più apprezzato dal pubblico, in una serie ‘light’ come questa soprattutto. Non ci sarebbe stato gusto a vedere Zoe finire con qualche nerd occhialuto, e neppure con il perfettino George: il fascino del cattivo ragazzo c’è ed è rimasto fino alla fine, ahimè!
Vite di coppia, ‘scoppiate’ e non
Un po’ meno scontata ma di sicuro piacevole è poi stata la combinazione George/Annabeth. Premesso che ho sempre ritenuto che AB e Lavon fossero la coppia d’oro, credo che sia stata una mossa vincente combinare due persone che nessuno avrebbe mai immaginato
Bluebell, la musica e la pazzia generale
La musica come collante ha funzionato molto bene per una serie come One Tree Hill, dove aveva un significato e un contesto. Molto meno logica risulta la scelta di far scoprire le doti canore (voi le avete sentite? Io onestamente non proprio…) di Meatball, che quindi diventa, insieme ai fratelli Truitt, una specie di superstar. Poi, posso anche capire che George Tucker ne avesse piene le tasche di fare l’avvocato, che magari con dei pazzi come quelli in città era più uno studio dello psicologo, ma da qui a diventare un manager: perché, quando, come? Ma tutto è bene in
Uno degli episodi forse più divertenti di questa quarta stagione (il 4.04 – Red Dye #40) ha avuto la musica come presupposto di un comicissimo processo, fatto a tutti i principali abitanti di Bluebell per scoprire il responsabile del problema alla voce di Shelby, quella che più probabilmente avrebbe vinto il talent e si sarebbe aggiudicata il premio in denaro. So che forse suono ripetitiva, ma la serie ha visto riemergere molte di quelle caratteristiche che abbiamo apprezzato a Stars Hollow, nella serie Una Mamma per Amica, anche se con dialoghi meno arguti in questo caso e un cast meno brillante, nel suo complesso.
Anche se non dovrei parlarne, sapete che lo farò perché non posso trattenermi: un pezzo musicale, davvero? Cos’era, nostalgia di Glee? Era davvero necessario che a tutti venisse la febbre canterina e ballerina per concludere degnamente la serie? Risposta di tutti: si. La mia risposta: assolutamente no. Ma ormai è inutile piangere sul latte versato, quello che è fatto è fatto.
Un necessario addio
Molte cose si apprezzano soltanto quando arrivano ad una conclusione e questa serie non fa eccezione. Non avrà avuto ascolti altissimi o una trama piena di omicidi, misteri o vampiri ma, nel suo piccolo, era un’isola felice di assurdità e leggerezza, che permetteva di sorridere per quei quaranta minuti settimanali, senza troppe pretese o troppe promesse. E’ anche vero che, dopo un po’, molte cose smettono di avere nuove storie da raccontare e anche Hart of Dixie era arrivata a quel momento.
Ciao, Bluebell, e grazie di tutto!
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