
Hannibal: Recensione episodio 2.05 – Mukozuke
“Tu sei un grande amico.” Dice Jack sorseggiando quello che si spera non sia un infuso di ossa macinate. Hannibal posa la tazza in silenzio. Impossibile dire se internamente stia sghignazzando, considerando quale sia la ricetta migliore per cucinare dei reni umani o contando le battute di qualche opera lirica.
Il suo piccolo esperimento sociale continua, sviluppato in uno splendido gioco di società che potremmo intitolare “mangia lo scortese”. Sei capitato sulla casella numero 20: Bella cerca di suicidarsi; tira una moneta per decidere se salvarla o lasciarla morire. Se la salvi avanza di 3 caselle mentre cucini la colazione a suo marito. Alla casella 18 ti eri fermato un turno per affettare il cadavere surgelato di Berverly ed esporlo.
L’inevitabile è accaduto. Non c’erano molti dubbi sulla morte di Beverly, visto come si era concluso lo scorso episodio (Beverly, perché!? Quanto sei stata tonta!). Ma vederla, sezionata e messa in bella mostra in dei vetrini da laboratorio giganti, fa male lo stesso. Hannibal sicuramente comprende e conosce la pietà ma evidentemente non la pratica. O forse ne esprime una sua personale contorta versione trasformando il cadavere di Berverly in un’opera d’arte. Quel che è certo è che non ha pietà per Jack, che ancora traumatizzato dalla notte appena trascorsa, è uno dei primi a poter godere dell’esposizione. E non ne ha per Will, al quale è diretto il vero messaggio: “Caro amico, sono sempre un passo avanti a te. Cedi. Non vincerai”.
Will chiede di essere portato sulla scena del crimine e Jack acconsente, ma il suo non è tanto un volerlo accontentare, ma quasi un volerlo punire. O almeno così sembra dal modo brusco in cui lo libera dalle cinghie e dallo sguardo di disprezzo nei suoi occhi che sembra dire che tutto quello che sta capitando è colpa sua. E non è che ci sia bisogno di ricordarglielo perché Will sembra saperlo perfettamente. Lui ha gettato Beverly tra le zanne del cannibale, lei che era l’unica persona ad avergli mai creduto.
Il braccio di ferro continua. E’ una partita giocata per la conquista dell’anima di Will e in questo caso per la distruzione della sua innocenza sperando che alla fine lo faccia con le sue stesse mani. Finché Will conserverà quel santuario interiore che è rappresentato dal luminoso fiume in cui pesca, sarà in grado di opporre resistenza ad i continui attacchi di Hannibal. Ma cosa succederebbe se quell’acqua limpida venisse definitivamente contaminata? Probabilmente la resistenza di Will verrebbe spezzata e Hannibal riuscirebbe finalmente a plasmarlo a sua immagine e somiglianza. E l’elemento inquinante in questo caso è la voglia di vendetta, accresciuta da un totale sentimento di impotenza. E’ importante fare la cosa giusta o alla fine dei giochi è importante semplicemente fermare il mostro utilizzando qualsiasi mezzo? Will sembra arrivare a questa conclusione, dopo aver portato avanti la sua personale partita a scacchi muovendo i pedoni di Frederick Chilton e di Abel Gideon e senza aver ottenuto nulla di concreto.
Ancora non riesco a capire quanto Frederick sospetti. Quanto sa di Hannibal? E’ semplicemente convinto che come lui porti avanti una psicanalisi un po’
Quello che è certo è che Hannibal sta tenendo in equilibrio uno scenario fin troppo complesso. Pecca di presunzione nel credere che riuscirà a controllare tutti quanti i giocatori?
La mossa di Will infatti lo colpisce del tutto inaspettato questa volta e l’intervento di Matthew Brown (il sempre bravo Jonathan Tucker) rischia seriamente di porre fine al suo gioco e addirittura alla sua vita, se non fosse per il provvidenziale intervento di Alana, avvertita da Gideon. Evidentemente lo stesso Gideon sta giocando una sua partita tutta personale, resta da scoprire contro chi e quale sia stato il suo interesse nel salvare Hannibal.
Povera Alana. Io la amo molto ma in questi episodi non fa altro che interpretare il ruolo della pedina ignara. Pur con tutto il suo affetto per Will, lo ha così totalmente mal giudicato da non potergli essere di nessun aiuto e anzi, corre il serio rischio di danneggiarlo.
Non mi porta particolare gioia vedere Hannibal salvato sul filo del rasoio (mi ha fatto piacere vedergli prendere un po’ della sua stessa medicina) ma mi accontento di vedere salvata l’anima di Will. Assolutamente perfetta la scena in cui plachi di corna nere emergono dalla sua schiena, come un fungo mortale che, affondando le radici nel suo cuore accecato dalla rabbia, rompa la sua pelle. Ma è davvero salva l’anima di Will che osserva il sangue scuro e denso tracimare dal lavandino nella sua cella? O pur non avendo commesso il crimine si è davvero spinto troppo in là?
Come al solito l’episodio è un tripudio di stile e di regia artistica. La colonna sonora, che richiama la musica del teatro giapponese con quelle sue percussioni dissonanti, è ormai parte integrante e fondamentale di ogni scena, diventandone a volte la vera protagonista mentre ci caliamo in un’oscurità sempre più densa.
Quale sarà ora la contromossa di Hannibal?
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2.05 – Mukozuke
Sempre più cupo
Valutazione Globale
Altro episodio ricco di virtuosismi di regia e recitazione (perfetto pure l’inserviente killer).
Come hai giustamente sottolineato, tutti qui giocano una partita a scacchi ognuno provando ad essere più furbo dell’ altro. Ci gioca Will che, impossibilitato ad agire di persona, prova a usare gli altri come pedine in questo modo però finendo per assomigliare proprio ad Hannibal che questo ha fatto con lui e con Gideon. Per il momento, però, Will pare decisamente in svantaggio come un buon giocatore che pensi di potersi confrontare con il campione al pari livello, ma capisca d’un tratto di non saper prevedere tutte le mosse dell’ avversario. Finisce per perdere qualche pezzo e Beverly e Matthew sono i primi due. Solo che ora si è spinto troppo avanti e gli toccherà difendere la regina ossia Alana.
Hannibal è qui in difficoltà per la prima volta. Viene sorpreso da Matthew, ma soprattutto dall’inattesa mossa di Will. Non è per nulla spaventato dai sospetti di Frederick perché ha capito che quest’ultimo è solo un ottimo dilettante che non ha capito che non può sfidare impudentemente i professionisti. Ma non si aspettava che Will potesse spingersi fino ad emulare il maestro. Per la prima volta, si trova quindi a dover lottare per sé stesso e a riconoscere i propri delitti. Certo, l’intervento di Alana e Jack è molto ad hoc, ma non si poteva certo lasciarlo appeso lì. Raffinata la messa in scena per Beverly che richiama le opere di Damien Hirst e, al tempo stesso, il parallelo con il dissezionare i cadaveri. Però, anche qui rischia di spingersi troppo avanti prendendo i suoi reni e lasciando perciò un altro indizio.
Ultime due note di colore :
1.) Will legato come il Lecter di Anthony Hopkins ma con una maschera trasparente è una chiara strizzata d’occhio ai fan del primo film, ma anche una finezza : la maschera di Lecter serviva a chiudere una bocca usata come strumento di morte, mentre la bocca di Will può ancora proferire verità e quindi va vista;
2.) devo smetterla di vedere Hannibal mentre pranzo ! 😉
Ho adorato, questo episodio, mamma mia, la scena dei vetrini con beverly, mi ha raggelato il sangue 🙁 Quindi Winny, avevo ragione sull’ammiratore, era una persona diversa, però non mi aspettavo venisse fuori subito. Insomma gli autori stanno giocando un sacco di carte succulente, fin da subito, non vedo l’ora di gustarmi tutto il resto. Comunque Mads… ammazza che fisico!!! Se lo sapevo prima mi facevo anche mettere sul girarrosto 🙂
P.S. Devo smettere di vedere Hannibal alle una di notte… incubi forever!!!!