
Grey’s Anatomy: recensione dell’episodio 12.24 – Family Affair
Controcorrente rispetto allo scorso finale di stagione, quest’anno Grey’s Anatomy cerca di coinvolgerci con un finale ricco di eventi. A tutti i costi. Forzatamente caricato di numerose scene emotive che invece di generare pathos e suspence provocano l’effetto contrario, o quasi; Family Affair è il finale di stagione che vede delusi i cultori del vissero e soddisfatti gli amanti dei cliffhanger mancati.
Tutto parte da Meredith (che noia), interpretata da una Ellen Pompeo che quest’anno ha fortemente voluto essere ritratta da sola sul poster promozionale di Grey’s Anatomy. Tutto torna. Meredith sente di essere la padrona di tutte le situazioni. Si sente a disagio all’idea che Amelia sposi Owen, il marito della sua persona Cristina, e a suo modo cerca di far saltare tutto senza però prendersene le responsabilità.
Piove, e questo non è mai un buon segno a Grey’s Anatomy. È il giorno del matrimonio di Owen ed Amelia. Mentre Amelia piange l’assenza di Derek e dell’intera famiglia al suo matrimonio (madre e sorelle si rifiutano di venire) e Maggie la consola speranzosa, si sviluppano tutt’intorno dinamiche bizzarre, quelle che noi chiameremmo una serie di sfortunati eventi, che cominciano a farci presagire qualcosa. È la preparazione di Shonda alle catastrofi, come da tradizione.
April non trova le fedi a lei affidate dagli sposi. Chiede quindi a Ben di tornare a casa di Meredith a cercarle; così i due, completamente soli, tornano a casa Grey in macchina sotto la pioggia incessante. Alex, dopo aver avuto una conversazione emblematica con Meredith sugli amori della vita (che ripercorre alcuni argomenti cult della serie come Izzie e Derek) torna a casa da Jo per comunicarle ufficialmente che è finita. Inutili i tentativi da lei proposti come fare un figlio o convivere stabilmente, Alex desidera una vita reale fatta di matrimoni e famiglie e il rifiuto di Jo non gli lascia dubbi.
Tutte le situazioni così assettate si muovono in maniera diagonale e in pochi minuti si rompono tutti i fragili equilibri.
Dopo un confronto con Meredith, Amelia decide di scappare assieme alle sue “sorelle”, Meredith e Maggie, lasciando Owen all’altare. April trova le fedi ma rimane bloccata dal dolore delle improvvise contrazioni. Jo, ubriaca, viene affidata a DeLuca arrivato da poco al bar dove la ragazza si era appartata con Stephanie; lui la riaccompagna a casa.
Il bambino di April è podalico, piove, l’ambulanza non arriva. Serve un parto cesareo immediato. Ben si ritrova di nuovo a dover prendere una decisione dettata dall’emergenza e noi passiamo minuti terribili nel vederlo improvvisare un cesareo casereccio con coltello e canovacci senza anestesia. Tra scene splatter e inverosimiglianza totale, restiamo sospesi per qualche istante nell’attesa di sapere l’esito di questa operazione seguita telefonicamente da degli ansiosissimi Jackson, Arizona e Miranda Bailey al Grey Sloan.
In un mix di sentimenti contrastanti e rapidi cambi di scena capiamo tutto e niente di un finale confuso, che manda segnali sbagliati o mal canalizzati. Ben riesce a far nascere la bambina di April e Jackson sana e salva mentre una paurosa lettiga trasporta April che sembra in pericolo di vita. Fortunatamente per tutti (soprattutto per la mia salute mentale) April è stabile come la sua bambina, sopravvive ed è fuori pericolo grazie all’intervento di Arizona e Ben che le ha salvato la vita. Amelia torna sui propri passi e percorre la navata centrale verso Owen mentre una Maggie sognante confessa alla sorella Meredith di essersi presa una cotta per il magnetico Riggs, che ha intrapreso una relazione sessuale proprio con Meredith. Mah. Cliffhanger fallito Shonda. Dovremmo essere turbati da questo avvenimento? Preoccupati per le future liti che coinvolgeranno le due sorelle? Non credo proprio.
Troppa carne al fuoco, situazioni inverosimili pompate fino all’estremo e scene artificialmente finalizzate al pathos non sono gli elementi che preferisco nei finali di stagione. Fintamente tragico. Avrei preferito una linea seria e idealista al mucchio di distrazioni tragicamente artefatte che ho dovuto subirmi per 43 minuti. Si continua perché una tredicesima stagione è già stata confermata e finché c’è vita c’è speranza, ma non posso dire che ci siano delle buone premesse. Con al timone una Meredith volutamente odiosa e distaccata, un personaggio codardo e freddo senza ampie prospettive, la serie non tornerà a brillare come ai vecchi tempi anche se quest’anno ha stupito con una dodicesima stagione nettamente superiore alle due precedenti. Il futuro dello show è affidato (ancora una volta) a colonne secondarie ben più promettenti: Jackson, Arizona, April e forse qualche specializzando coraggioso.
I confini, tema dell’episodio, saranno attraversati ancora e ancora da una serie che tutto sommato merita ancora attenzione e si spera continuerà a farlo. E noi staremo a guardare.
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