
Grey’s Anatomy: recensione dell’episodio 12.07 – Something Against You
Grey’s Anatomy continua imperterrito, senza intoppi né imprevisti. Le vite super frenetiche dei medici del Grey Sloan Memorial Hospital scorrono puntata dopo puntata sempre con lo stesso, imprescindibile, ritmo. Tutto riprende esattamente da dove eravamo rimasti la scorsa settimana. Penny è ancora il bersaglio di Meredith la quale, dopo averla umiliata nella puntata precedente, decide di affidarle compiti inutili e trattarla coi guanti bianchi per non creare malcontenti. Questo però tocca la sensibiltà di Callie che interviene in favore della sua ragazza ma soprattutto in favore di una specializzanda che merita di imparare tanto quanto gli altri. E come non darle torto? Meredith si è sempre auto conferita il sacrosanto dono della giustizia divina. Si è sempre sentita in diritto di decidere lei cosa va bene e cosa no, e tutti gliel’hanno sempre lasciato fare. Ma Callie non ci sta.
Tra lamentele e trattamenti speciali nascono anche le prime inimicizie. Quando Meredith finalmente “sblocca” la posizione di Penny affidandole l’importante caso di un anziano con problemi renali, Jo si avvelena, in quanto desiderosa lei stessa di poter assistere la Grey in quella circostanza, e si allontana. Qualche contrasto sorge anche tra Maggie Pierce e il nuovo arrivato in cardiochirurgia toracica, il dottor Riggs, assunto dalla Bailey senza alcun avvertimento agli altri medici. Riggs è odiato da Owen, ma non sappiamo perché. Qualcosa della loro esperienza missionaria li lega ma Shonda non vuole ancora svelarci niente, nel frattempo però vediamo il dottor Hunt indubbiamente molto arrabbiato.
Più passano i minuti più le sottotrame s’infittiscono, d’altronde abbiamo tantissimi personaggi di cui occuparci! April e Jackson tentano una cena come stratagemma per parlare della loro situazione ma non fanno centro. Contemporaneamente Ben e la Bailey mettono fretta proprio a Jackson perché se ne vada da casa loro dove ormai fa fissa dimora. I misteriosi e delicati intrecci di Shonda ci mostrano inoltre, sul finale di puntata, una scena sospesa degli stessi Jackson e April che fanno sesso in un letto matrimoniale, un errore forse, una leggerezza consapevole ma una scelta involontaria che avrà sicuramente delle ripercussioni nei prossimi appuntamenti.
Il lato comico dell’episodio spetta ad Arizona, ultimamente un po’ dimenticata dalla Shondona, che si ritrova in una serata quiz per lesbiche assieme a Richard Webber, stanco di essere solo. Lui sembra felice di passare una serata diversa, mentre lei cercava una scusa qualsiasi per conoscere nuove donne rigorosamente accompagnata. Un mix tanto assurdo quanto divertente.
Se però mettiamo da parte le armonie, le disarmonie, i nodi, gli intrecci e le matasse, scopriamo una Shonda più intima. Quella legata alle sue battaglie personali, alle cause umanitarie che la fanno sentire responsabile, come quella del razzismo. Il tema del pregiudizio, come sappiamo, è stato sempre più o meno presente nei prodotti Shondaland. La Rhimes è stata una delle prime a guadagnarsi il merito di aver creato serie televisive che mostrano quotidianamente tutte le tipologie sociali, proprio perché, come lei stessa ha affermato, tutti noi dobbiamo essere rappresentati in tv. E così gay, lesbiche, ricchi, poveri, neri, asiatici, disabili e tante altre “minoranze” dominano le scene Shondoniane da anni. Non solo vengono rappresentati, ma spesso sono al centro di messaggi importanti, universali e propri della condizione umana. Come nel caso di questa puntata, Something
Nonostante questo, mi sento di dire che il tono dell’episodio è abbastanza leggero. Scordatevi i drammoni della quinta o sesta stagione, regnano le scaramuccie e non le tragedie. Situazioni lampo e non strascichi cerniera. È sicuramente un lato più piacevole e meno esigente di Grey’s Anatomy. Una serie a cui siamo affezionati, e che ci allieta sempre. In tutte le sue forme.
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