
Grey’s Anatomy – 9.05 Beatiful Doom
Ho sperato che fosse, finalmente, la puntata di addio a Lexie. Perché ammettiamolo, alla piccola Grey è stata dedicata praticamente soltanto la crisi di nervi di Meredith durante il disastro aereo. Complice anche il fatto che la sua anima gemella l’ha seguita nel suo triste destino, è sembrato che a nessuno sia importato poi tanto del fatto che Lexie se ne sia andata. Eppure niente, nemmeno in quest’ultimo episodio Shonda tenta di fare una qualche analisi psico – sociale di come la vita di Meredith (in primis) sia cambiata dopo la morte la sorella: eppure i presupposti c’erano tutti. Una giovane ciclista viene investita da un’auto e Meredith, che per caso si trova nel luogo dell’incidente, è decisamente coinvolta dal punto di vista emotivo e tenta di tutto per salvarla. Questo scatena le preoccupazioni di Richard che teme che la capacità della dottoressa Grey sia compromessa a causa del suo grande trasporto verso questa paziente.
E qui la puntata mi cade una prima volta: è vero, il dottor Webber e Meredith hanno sempre avuto questo rapporto strano per cui un po’ si comporta da “padre affettuoso” un po’ da “capo con modi dittatoriali” ma dopo 9 anni, la morte di Ellis e disastri vari un equilibrio dovrebbero pur averlo trovato, invece niente anche stavolta vediamo Richard irrompere nella sala operatoria e dare ordini a destra e a manca (sebbene non sia più il capo di chirurgia). Certo, non ha tutti i torti, Meredith sta affrontando il caso di una ragazza che ha “the same injuries, the same age” di sua sorella e questo in qualche modo la turba. Ma per il resto appare chiaro che non abbiamo più davanti la giovane dottoressa incasinata delle prime stagioni: è sposata, passa il suo tempo libero cercando di insegnare alla figlia a fare la pipì sul vasino e con Derek tutto va a gonfie vele. Tutta questa calma, concedetemelo, è un tantino inquietante. L’unica cosa che è rimasta (apparentemente) invariata è la sua amicizia con Cristina: le due passano molto tempo a chiacchierare al telefono e tutto l’episodio è appunto un continuo rimbalzare da Seattle al Minnesota per seguire i casi di cui loro si occupano nei rispettivi ospedali. Ho però detto “apparentemente” in quanto “Mer” e “Cris” non stanno più vivendo la stessa fase della vita, non sono più colleghe né sono più nemmeno entrambe sposate in quanto Cristina, separatasi da Owen, si è trovata un “sexfriend”: nientemeno che il suo primario (ricordate “Rex Van De Kamp”, di Desperate Housewives?).
La puntata non decolla mai, la vicenda di Seattle è impoverita dalla totale assenza del resto del cast (Callie, Derek e la Bailey fanno fugaci apparizioni), la storyline del Minnesota è noiosa, basandosi essenzialmente sul fatto che il primario, il dr. Parker, vuole silurare l’attempato dr.Thomas, il migliore amico di Cristina: solo l’eccezionale bravura di William Daniels e Steven Culp riescono a tenere svegli frattanto che si prepara il (veramente ben fatto) colpo di scena finale. In un interessante montaggio vediamo, alternativamente, gli sviluppi delle operazioni di Meredith e di Cristina. Grazie ad un incredibile colpo di bravura la Grey salva la giovane ciclista e anche al “The Clinic” la paziente riesce a salvarsi ma arriva comunque il dramma: Thomas muore in sala operatoria proprio mentre sfida, insieme alla Yang, i suoi superiori compiendo quell’intervento senza permesso.
Il ritorno di Cristina al Seattle Grace è un grande regalo per la serie, in quanto porta con sé diverse questioni irrisolte che possono dare nuova linfa a questa stagione che dopo un ottimo inizio sembra aver subito una battuta d’arresto.
Per dirla con le parole del bel monologo finale del Dott. Thomas: “You’ve greatness in you, Yang. Don’t disappoint.”
PS: Per favore Shonda mai più il “30 seconds dance party“, è imbarazzante.
Alla prossima!