
Graceland: Recensione dell’Episodio 2.13 – Faith 7
La resa dei conti arriva per tutti, prima o poi. In certi casi si tratta di una risoluzione momentanea, che pone un punto e virgola su una storia che ancora deve trovare la parola ‘fine’ mentre, in altri, si va incontro al definitivo ed inesorabile ending, conclusivo quanto l’amaro a fine cena. Nel caso di questa seconda stagione di Graceland la conclusione sembra quasi un inizio, un aperitivo piuttosto che un amaro, in cui le storie si concludono solo in parte, lasciando aperte realtà che non potranno che trovare risposta in una prossima stagione (ancora da confermare). Il sollievo della sicurezza, seppure effimera, di alcuni è in netto contrasto con la totale incertezza del destino degli altri e questo non fa che accrescere i dubbi e le domande lì dove, in un finale, dovrebbero esserci solo risposte.
Rapita e picchiata dall’aguzzino della sua ex compagna di rapine, Charlie subisce senza rivelare la sua reale occupazione di agente sotto copertura, mettendo a rischio lei e suo figlio. Viene tuttavia prontamente salvata dal tempestivo arrivo di Briggs (che si fa il tragitto dal Messico in quanto? Due, tre minuti?) che abbandona la missione presso la villa dei Solano per correre a salvare la sua donna. Per quanti dubbi ancora mi restino da chiarire su Paul Briggs, narcotrafficante, drogato, poliziotto, bugiardo, leale compagno di squadra e inguaribile sospetto, è stato bello scoprire che finalmente ha trovato un punto fisso nella sua caotica esistenza: Charlie e suo figlio. Quando Mike gli dice che quest’ultimi sono in pericolo, a Briggs basta meno di un istante per decidere a chi va la priorità e chi meriti la sua attenzione e non è di certo l’operazione di Mike e Solano. Anche qui, per quanto lodevole possa essere la scelta di Briggs, va detto che Mike sta dietro a Solano da dodici episodi, maledizione: come si fa a mollare tutto per ritornare in America quando la distruzione di un cartello della droga dipende da te? I misteri di Paul Briggs e della sua infallibile logica, signore e signori.
Quando Briggs parte alla volta di casa, a Mike non resta che cercare di concludere da solo la missione a cui si è dedicato anima e corto per tutti questi mesi. L’eroe non è mai una figura felice, è sempre una persona solitaria ed estremamente infelice. Warren lo scopre a sue spese quando realizza che, per incastrarlo, Sid ha dato un falso allarme bomba all’FBI, costringendolo ad avventurarsi da solo in Messico. Il tutto naturalmente aveva lo scopo di incastrarlo, poiché Sid ha sparato e ucciso metà del cartello di Solano, incluso Solano senior, con la pistola sottratta da Graceland ed appartenente a Mike. Un piano perfetto, strutturato in maniera tanto semplice da rendere impossibile vedere l’inganno se non alla fine, quando ormai nulla può essere rimediato. Ferito al fianco, sanguinante e senza vie di scampo, Mike si rifugia in un casolare e chiama Briggs per chiedergli aiuto: solo un malato di mente poteva organizzare tutto questo e ora lui, Mike, non ha vie di scampo.
Qualcun altro che perde completamente il lume della ragione è Paige. Diciamocelo, la storia di Lina stava diventando seriamente un’ossessione e qualsiasi dettaglio – per quanto giustificato nei suoi sospetti – era diventato ormai un modo per poter dimostrare che Mike l’aveva uccisa. Le scelte di Warren in merito della dolce biondina uccisa sono discutibili e non perché al semplice omicidio della ragazza va
Ma dato che le bugie hanno le gambe corte, la verità viene a galla. Briggs la manda come crocerossina per aiutare Mike, dandogli dei documenti falsi, ma nel delirio della febbre il giovane confessa che Lina è morta, confermando i (falsi) sospetti secondo cui sarebbe stato lui ad ucciderla. Per vendicarsi di una ragazza conosciuta da due minuti, rivela a Sid (in splendida forma, tra l’altro, se posso aggiungere) la posizione di Warren e il suo nome falso, quello con cui lei l’ha registrato all’ospedale per evitare che lo arrestassero. A nulla serve la corsa di Briggs (che, di nuovo, nel giro di 12 ore, si fa la tratta America-Messico in un paio di minuti) poiché Sid riesce ad arrivare a Mike ed a interrompere il suo ossigeno, lasciando Briggs e noi con la domanda fatale: ce la farà Warren a sopravvivere? Riusciranno a fargli
Del resto non è Mike l’unico su cui pende la spada di Damocle: che ne sarà di Johnny, che ora è al soldo di Solano junior? Lucia è nelle mani del pazzo più pazzo che possa guidare un cartello come quello di suo padre e avere al suo soldo un agente dell’FBI potrebbe rivelarsi una trama non solo interessante ma davvero intrigante, dati i possibili risvolti.
Una stagione che è stata davvero molto coerente, precisa, con una trama che non ha lasciato buchi da riempire, se non con le lacrime versate per il povero Mike. Si spera solo che la trama continui ad essere così interessante e accattivante, dal momento che rischia di farne una serie di successo. Ci rivediamo (forse) l’estate prossima. Per la vita di Mike Warren? Si accettano scommesse.
2.13 - Faith 7
Accattivante
Valutazione Globale
Deludente e bruttina l’ultima puntata (con immancabile cliffangher) che conclude una seconda stagione non sufficiente (discreta la prima parte, male la seconda parte della serie) e ahimè sicuramente non all’altezza della bella prima stagione.