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Good Omens: Tennant-Sheen sono una gioia per gli occhi! Recensione della serie tv di Amazon Prime

C’era un tempo in cui le serie tv si divoravano settimana dopo settimana, con stagioni lunghe 22 episodi e una trama orizzontale che riusciva a tenere attaccato lo spettatore con una soglia di attenzione più o meno alta. I (bei) tempi in cui era impossibile perdersi anche solo un episodio di Lost con il rischio di non comprendere più nemmeno un granello della complicata trama? Sono il passato!

Oggi la fruizione delle serie tv è cambiata. Lo spettatore medio preferisce gustare un’intera stagione tutto d’un fiato e, per farlo, non desidera andare oltre i dieci episodi. Ecco perché la serie tv Good Omens colpisce nel segno: i suoi sei episodi sono inzuppati di ironia e comicità, cattiveria e furbizia. Doti che già il libro di Neil Gaimen – che la serie tv l’ha scritta di suo pugno – possedeva in abbondanza.

Un esperimento ben riuscito

david tennant michael sheen
Good Omens Amazon Recensione, Credits: Amazon Prime

Good Omens è, di base, la storia di una lunghissima amicizia. Una che inizia all’alba dei tempi, nel giardino dell’Eden, tra l’angelo Aziraphale ed il demone Crawley. Il cammino dei due finisce con l’incrociarsi più di una volta nel corso dei secoli, tanto che i due smettono di considerarsi quasi immediatamente nemici per accettare il loro status particolare di “esiliati” sulla Terra. Non sono “angelo e demone” ma piuttosto compagni d’avventura.

Un’avventura, la loro, che giunge al momento drammatico della lotta finale tra bene e male, personificata nella figura dell’Anticristo o figlio di Lucifero. Un neonato sostituito ad un bambino reale al momento della nascita ma, in realtà, passato di mano in una sequenza piuttosto buffa e alquanto bizzarra di mal comprensioni e sotterfugi. Basterebbe guardare la scena dell’ospedale nel primissimo episodio di Good Omens per rendersi conto dell’unicità e magnetismo di quello humor nero che non serve solo a caratterizzare la serie tv ma anche a renderla così brillante.

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A differenza di una serie tv che si concentra sullo spettatore, seguendo una linea temporale lineare, che possa evitare di creare confusione in una storia di per se complessa e ricca di personaggi e azioni, la serie tv di Amazon Prime fa l’inverso. È la storia al centro della serie tv, non lo spettatore: non è una prerogativa imprescindibile quella secondo cui allo spettatore debba essere chiaro tutto. A lui è concesso il privilegio di prendere parte ad un viaggio, se farlo su una Ferrari o una piccola Opel malmessa non è di certo di interesse alcuno per lo sceneggiatore.

L’astratta battaglia tra bene e male

good omens amazon recensione
Good Omens Amazon Recensione, Credits: Amazon Prime

In maniera crudelmente ingannevole, il primo tranello in cui Good Omens vorrebbe spingere lo spettatore è portarlo a credere che si tratti di una storia sulla lotta fra bene e male. Nulla di più errato. Il bene e il male sono, in questo caso specifico, delle caricature di una società che non funziona, in cui l’obiettivo e lo scopo sono anch’essi concetti astratti che nessuno è in grado di spiegare.

Mentre per Aziraphale e Crowley (che intanto ha perso una “a” e trovato una scorta di occhiali dalle lenti scurissime) vivono con naturalezza la loro amicizia, le loro fazioni non fanno altro che ribadire l’importanza della vittoria sui propri avversari. È volutamente ironico il modo caricaturale in cui i personaggi di Jon Hamm (per il Paradiso) e Anna Maxwell Martin (per l’Inferno) ribadiscano l’importanza di vincere una guerra le cui ragiono non soltanto non sono in grado di spiegare ma sulle cui ragioni non sentono nemmeno il bisogno di interrogarsi. Un po’ come oggi, un mondo in cui il mondo sociale e politico è trainato da un’ignoranza quasi autoimposta, anche angeli e demoni credono ciecamente in una guerra che non sanno nemmeno perché dovrebbero combattere.

Amicizia tra Aziraphale e Crawley Crowley

david tennant michael sheen
Good Omens Amazon Recensione, Credits: Amazon Prime

Sebbene per correttezza non si possa non definire Good Omens una serie tv corale, è evidente che tutta la struttura crolla senza i suoi due pilastri: David Tennant e Michael Sheen. I due attori rendono pienamente giustizia ai propri personaggi, incarnando alla perfezione un’amicizia quasi-più-relazione tra Aziraphale e Crowley. Se da un lato Aziraphale è pacato, riflessivo e mai prono all’ira, dall’altro Crowley non è da meno nella sua risoluta e spezzante mancanza di regole o limitazioni, se non quelle che regolano appunto il suo rapporto con l’angelo.

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C’è un equilibrio tra i due che riesce ad infondere calma nello spettatore, portato ad amare il duo più nella sua interezza che nella separazione delle singole caratteristiche dei due. Sarebbe semplice affermare di preferire il personaggio di Tennant per la sua cattiveria e risoluta dissolutezza. Ma quanto meno evidente sarebbe stato il suo “io” malvagio se non avesse avuto Aziraphale al suo fianco. La bontà del personaggio di Sheen bilancia l’oscurità di quello di Tennant, ammaliando ulteriormente lo spettatore e coinvolgendolo a maggior ragione, fino a portarlo ad investire tutta la sua attenzione nel racconto.

Una storia corale con un cast eccezionale

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Good Omens Amazon Recensione, Credits: Amazon Prime

Ma, come già detto, è riduttivo semplificare Good Omens ad un mero duo – per quanto straordinario. Ma bellezza della serie tv diretta interamente da Douglas McKinnon è proprio il gruppo eterogeneo di personaggi che contribuiscono alla buona riuscita di una storia che, altrimenti, avremmo potuto chiamare banalmente un monologo. Da un lato c’è il gruppetto di ragazzini capeggiato dal piccolo (diabolico) Adam. Non so esprimermi in maniera oggettiva su di loro, dal momento che le Stranger Things vibes erano troppo forti per essere del tutto ignorate.

Molto meglio invece la storia del povero informatico-sfigatello (Jack Whitehall) e della strega con la sua cartelletta piena di profezie a mo’ di appunti (Adria Arjona). Anche se si potrebbe erroneamente pensare che la storia di Anathema e di Newton sia isolata dal resto del gruppo, in realtà viaggia in parallelo con quella dell’angelo e del demone ma anche con quella di Shadwell e di Madame Tracey, una irriconoscibile (almeno all’inizio) Miranda Richardson.

Bravissimi anche Jon Hamm e Anna Maxwell Martin, già citati, nonché i 4 cavalieri dell’Apocalisse, magistralmente trasformati in una banda di motociclisti in grado di approcciarsi ai cambiamenti della modernità nelle rispettive punizioni per il genere umano.

Fiducia, amicizia e lealtà pilastri portanti

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Good Omens Amazon Recensione, Credits: Amazon Prime

In cosa consiste dunque una serie tv che non è sulla lotta tra il bene ed il male e non è neppure una diretta critica a vizi e virtù umane? Good Omens, meritevole per questo, sceglie di raccontare principalmente di come ci siano cose spesso più importanti della mera lotta e pregiudizio. In primo piano ci sono infatti elementi come fiducia, altruismo, lealtà, amicizia naturalmente. Tutti valori che sarebbe difficile associare ad una Babilonia moderna ma che, nonostante tutto, trovano il modo di emergere.

Good Omens è un omaggio alla serialità nella sua purezza. Intrattiene lo spettatore, senza dialoghi o scene banali, guidando i protagonisti su un binario fatto di cinismo e onesta intellettuale, in cui nessuno finge di essere ciò che non è. E, ancor più importante, non ha paura di essere quello che è davvero. Un cast straordinario e una regia intelligente fanno di questa serie tv una gioia per gli occhi, soprattutto grazie alla coppia Tennant-Sheen, bravissimi insieme. Insomma, da aggiungere alla vostra “to watch” list.

Pensieri sparsi (ma degni di nota):

  • Il motivetto della sigla crea dipendenza
  • Crowley che sfreccia su una macchina in un muro di fiamme (e poi guida quella stessa auto in fiamme) è #MondayMood
  • Facciamo una petizione per far interpretare più spesso a David Tennant ruoli da “bello e dannaro”
  • La risata di Jon Hamm… nulla, sembrava doveroso nominarla
  • Chi ha riconosciuto Benedict Cumberbatch nella voce del Diavolo? Io, io!
  • Per favore, Amazon, non roviniamo questo piccolo gioiellino con una seconda stagione

Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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