
Glee – 3.15 Big Brother
Se dopo il finale dello scorso episodio, pensavate di trovare una puntata dedicata a Quinn: al suo funerale o a lei che lotta tra la vita e la morte. No, Ryan Murphy gioca la carta del salto temporale, per togliersi dall’impaccio.
L’episodio 3.15 Big Brother si focalizza invece su Blaine Anderson, il Big Brother del titolo è proprio il suo.
Cooper, interpretato da Matt Bomer, che non vedevo l’ora di vedere in un ruolo diverso da quello di Neal Caffrey in White Collar.
Cooper Anderson è un attore, famoso per degli spot televisivi, arriva a Lima per far visita al fratello e qui viene subito trattato come una celebrità soprattutto da Kurt e Sue.
Blaine però, ha dei problemi irrisolti con il fratello, si sente sempre giudicato da lui e dopo essersi esibiti insieme in un Mash up dei Duran Duran, Rio e Hungry Like The Wolf Cooper, invitato da Sue, tiene dei master di recitazione al Glee Club.
La lezione tenuta da Copper è veramente esilarante, con chiari riferimenti alla recitazione mediocre e l’overacting presente a Hollywood: dal puntare il dito quando si recita una battuta, all’imitazione di Nicolase Cage. Matt Bomer veramente credibile in questa parte così comica.
Purtroppo però l’unico a non divertirsi è proprio Blaine, che viene ripreso più volte dal fratello.
Kurt lo invita, però, a chiarirsi con Cooper nel modo che più gli è congeniale: cantando.
L’esibizione centrale dell’episodio è proprio quella tra Blaine e Cooper, che cantano Somebody That I Used to Know di Gotye. Esibizione identica all’originale, sia l’arrangiamento musicale sia l’interpretazione. Interessante usare questo testo per due fratelli, a me però è piaciuta, era inserita bene nella scena.
Come dicevamo all’inizio Quinn ha preso fin troppo bene il suo incidente, intende ballare alle nazionali con il resto del Glee Club, con una lesione spinale. Ok, basta che ci crede Ryan Murphy va tutto bene.
In questo momento particolare della sua vita si avvicina molto ad Artie. Insieme duettano in “I’m Still Standing” di Elton John
Ora, piccola parentesi, a cosa serviva l’incidente di Quinn? Presto detto: il messaggio è sempre lo stesso “Non piangerti addosso, lotta c’è la farai” In alcune circostanze il messaggio riesce bene, l’abbiamo visto negli scorsi episodi, altre francamente lasciano a desiderare come per la vicenda di Quinn. Un personaggio veramente maltrattato in tutti i sensi usato dagli sceneggiatori per riempire buchi narrativi.
Ah il secondo messaggio, ovviamente, è più terra terra: “Non mandare sms mentre guidi”.
Capitolo a parte la gravidanza di Sue, anche Jane Lynce non sa cosa aspettarsi da questa trama, figuriamoci noi poveri spettatori.
L’allenatrice di nuoto sincronizzato Roz Washington, vuole rubarle il ruolo come allenatrice delle Cheerios, poiché ritiene che Sue non sia più in grado di seguire le cheerleader.
Sue è corsa ai ripari, garantendo al preside la vittoria delle New Direction alle Nazionali, così che il suo posto sia conservato.
Alla fine dell’episodio però scopriamo che il bambino di Sue ha qualche problema di salute, nessuno si sbilancia a spiegarci di cosa si tratta, ma una scena successiva tra Sue e Becky fa pensare proprio alla sindrome di Down.
L’episodio non è per nulla male, soprattutto la parte dedicata a Cooper Anderson e Blaine è molto divertente.
Voto:
Considerazione sparse:
– il Finche (Rachel e Fin): Fin non sa cosa fare della sua vita e quindi sta meditando di trasferirsi a Los Angeles con Punk. Rachel intende andare a NY ovviamente. I due litigano. Noia.
-Matt Bomer mi è piaciuto molto in questo episodio. Gotye ha criticato l’esibizione di Darren Criss e Matt Bomer, a me invece è piaciuta e inserita nella scena era anche commovente, certo non si può dire che si siano sforzati ad arrangiarla un po’, ma purtroppo è un po’ la pecca di Glee, soprattutto in questa stagione. Le canzoni sono, in linea di massima, tutte molto, troppo, fedeli all’originale.
– Si rumoreggiava che Darren Criss avesse chiesto a Murphy più spazio al suo personaggio, questo episodio dovrebbe essere la risposta dello showrunner alle sue richieste. Nonostante ciò Blaine resta un personaggio marginale, ‘il ragazzo di Kurt’ si poteva fare qualcosa in più per caratterizzarlo un po’ meglio.