
Game of Thrones: Recensione episodio 6.08 – No One
Cos’è un personaggio? In linguaggio telefilmico un personaggio è un soggetto nato dalla fantasia dello sceneggiatore, che con le sue azioni porta avanti la storia di cui tratta la serie. I personaggi sono le pedine dell’immaginazione di scrive serie tv, possono essere primari, comprimari, cattivi, buoni, doppiogiochisti e via dicendo. Ed infine possono esserci personaggi capaci di evolversi e mutare durante le stagioni e personaggi che fanno della forte caratterizzazione il loro punto di forza. Un protagonista di una serie tv del calibro di Game of Thrones non deve necessariamente cambiare durante il racconto per essere scritto bene, ma può anche essere appunto talmente bello da fare della sua personalità compatta quello di cui la storia ha bisogno.
Game of Thrones ci ha regalato personaggi capaci di evolversi e cambiare ed enormi pietre granitiche che non hanno minimamente accusato il passaggio delle sei stagioni. Se pensiamo a Jon, Sansa, Tyrion, Ser Davos e altri abbiamo in mente un percorso lungo e periglioso che li ha portati ad essere chi sono oggi ed al contrario Cersei o Brienne hanno visto cambiare tutto il loro mondo senza però risultarne minimamente scalfite. Ma cosa accade quando un personaggio, cresce, muta e si evolve e poi improvvisamente torna al punto di partenza? In gergo tecnico il fenomeno si chiama involuzione, detta in termini da “bar” (che credo Tyrion apprezzerà) gli sceneggiatori si sono stufati.
Questo ottavo episodio di Game Of Thrones è per due dei suoi protagonisti un disastro di caratterizzazione e risulta per altri una consacrazione come personaggi meglio riusciti della serie.
Sia Cercei che Brienne devono fare i conti con un fallimento grande, la prima con un figlio che non la riconosce più e la seconda con un uomo che sembra non essere quello che era diventato. E se Brienne in quel saluto molto triste a Jamie risulta rassegnata ad aver perso per sempre il “suo Jamie”, Cersei invece non si arrende e continua a tramare vendetta. Personalmente ritengo che lo scambio di battute con “l’alchimista” si riferisca al possibile utilizzo dell’Alto Fuoco con cui Cersei potrebbe radere al solo Approdo del Re visto che ormai è sola e al gioco dei troni o si vince o si muore. In entrambi i casi però si tratta di due donne forti e che non cambiano mai, cascasse il mondo.
Ma è la parte che riguarda Jamie e Arya a lasciare maggiormente con l’amaro in bocca. Abbiamo davanti due dei personaggi che sono con noi dall’episodio pilota e che hanno letteralmente girato a piedi mezzo continente in cerca di vendetta e probabilmente di se stessi, eppure entrambi sembrano essersi scordati tutto. Jamie parla di gettare bambini con le catapulte, si vanta di amare Cersei e ritorna ad essere il cane obbediente che buttò Bran dalla torre di Grande Inverno e se questa enorme delusione non bastasse il modo con cui la vicenda di Pesce Nero si concl
Essere un personaggio con un forte punto di vista che ha una involuzione è grave, in particolar modo se dei secondari risultano molto più interessanti di te. Il Mastino infatti è a parere di scrive il migliore dell’episodio, con una storia interessante, ben scritta e inaspettatamente avvincente. Grazie a lui ritroviamo Dandarion e la fratellanza senza vessillo ed assitiamo ad un po’ di combattimenti feroci che mancavano nello show. Possibile che il Mastino incontri qualcuno degli Stark mentre si trova con la Fratellanza? Possibile che incontri proprio Arya o Brienne? Non lo sappiamo ma, alla fine di questo episodio
Ultima nota su Mereen dove Varys torna nel continente occidentale e io credo proprio si diriga ad Approdo del Re o a Pyke per contrattare le navi con Euron Geryjoy. Mentre Tyrion vede crollare davanti ai suoi occhi il piano diplomatico della baia degli schiavisti ma viene salvato al limite della verosimiglianza dall’arrivo di Daenerys.
Un ottavo episodio verso cui le aspettative erano poche a casa dell’episodio di settimana prossima che vedrà scontrarsi Stark e Bolton, ma che non doveva vedere così tanti errori, mancanze e soprattutto brutture di caratterizzazione perché come ripetiamo sempre: sono solo dieci episodi all’anno e devono tutti valerne la pena.
Good Luck!
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Su Arya posso anche concordare perché alla fine c’erano stati degli hint come l’aver nascosto ago etc…però avrei preferito se questo cambiamento fosse avvenuto dopo che era divenuta davvero un assassina, magari perché scopre che la sua famiglia è in parte ancora viva… Su Jamie no, perché abbiamo assistito alla sua evoluzione fin dal principio, lui ha stuprato Cersei che ora ama tanto sopra il corpo morto del loro figlio, ha liberato Tirion e non mi venite a dire che ha mai avuto un attaccamento per i suoi figlio perché così non è, io credo che in qualche modo sia lui che cercei si stiano scavando la fossa da soli perché in GOT o ti adatti o muori. CHe muoiano entrambi nel rogo di approdo del re? Che solo quando Approdo del re verrà data alle fiamme da Cersei Jamie realizzerà di essere innamorato di una pazza? Che sia proprio lui ad ucciderla? Non lo sappiamo io spero che si riprenda e si salvi ma non ne sono sicura.
Odio quando GOT mi delude perché ci tengo tanto…
Mmmmmmm d’accordo praticamente su tutto, ma non su Jamie. Li minacce e tutto quel discorso ad Edmure, più che altro mi è sembrato che volesse sfruttare volutamente la sua “fama” per poter riprendere Delta delle Acque senza spargimenti di sangue. E per dire, “Bud Spencer” Clagane a parte, sono state proprio le scene ed i dialoghi di Jamie a piacermi maggiormente in quest’episodio (che comunque resta quello più deboluccio di una stagione fino ad ora fantastica)
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Sì e no, Jamie delude lato Cersei perché dai libri il post-viaggio con Brienne sembrava averlo lasciato decisamente più maturo, facendogli finalmente apparire Cersei per quella che è: una viziata rompibolas. Anche la riflessione sull’onore ecc… ma per quella almeno si è visto uno spiraglio di luce nel comportamento onorevole, appunto, tenuto proprio con Brienne, per cui pare quasi di scorgere un “insoluto”, una sincera ammirazione tra i due.
Arya che perde “Arya” non avrebbe senso, per cui su questo dissento molto, una delle mie paure era proprio che il personaggio si perdesse nell’essere un “nessuno” qualunque, invece l’aver superato tante prove e aver mantenuto comunque sé stessa senza piegarsi ad alcun dio, mostra ancora una volta l’animo indomabile che l’ha caratterizzata a partire dalla sua prima comparsa (libro e serie). Tyrion forse è uno di quei personaggi che un po’ ci stanno rimettendo in quanto a brillantezza piuttosto, così come Margaery, messì lì un po’ di striscio. Tante cose e poco tempo per tutti, è quello il vero dramma, la serie sta risultando veloce e poco approfondita per, secondo me, una questione “contenitiva” risicata.
L’unico personaggio di cui si può esprimere un giudizio è Jamie Lannister. Anche nei libri Jamie conquista Delta delle Acque alla stessa maniera, paro paro, minaccia della catapulta inclusa. Quello che muta sono le sue motivazioni, i personaggi di contorno e il suo rapporto con essi. Conclusione: un Jamie che non è né carne né pesce a differenza del suo corrispettivo letterario, complesso e combattuto.
La storyline di Arya è moscia, ma gli sceneggiatori hanno il fardello di districarsi dal pantano in cui li ha lasciati Martin (è a un continente di distanza e completamente staccata da ogni altra vicenda del libro). Stanno cercando di riportarla dove conta davvero, ma lo stanno facendo male.
Vedremo quel che succederà in queste due ultime puntate.
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