
Game of Thrones: Recensione dell’episodio 4.10 – The Children
L’anno scorso avevamo chiuso con Mhysa, la madre. Quest’anno sono The Children a prendere la mira, puntare dritto al petto e rimescolare le carte in gioco: Stark, Lannister, i draghi Targaryen e persino il popolo dei Bruti, figlio bastardo dei Sette Regni al di qua della Barriera.
Per Lannister e Stark è tempo di far propri gli insegnamenti paterni e seguire una nuova direzione. I bimbi sono cresciuti: è giunta l’ora di far fuori papà.
Si può morire anche sulla tazza del water, Littlefinger dixit, in una delle tante battute che potrebbe passare inosservata ai non lettori, ma che per i fan delle Cronache è una chicca gradita quanto un cioccolatino in tempo di quaresima.
Quale morte più umiliante per il potentissimum ac reverendissimum Tywin Lannister, di un infilzamento a pantaloni calati, e per mano di HIS SON? È giustamente la vergogna la moneta di scambio che gli riservano i figli degeneri e degenerati: Cersei minaccia di rivelare l’incesto con il fratello, il cui torbido amore, in un’estrema sfida all’autorità paterna (e forse i primi sintomi di follia), non vuole più nascondere (“I love my brother. I love my lover”).
Mentre Tyrion… beh, Tyrion compie il rituale mitologico per eccellenza, l’assassinio di Crono, con una balestra in mano e il volto rassegnato e sofferente di un sempre più spettacolare Dinklage.
Il clan Lannister è da sempre il più disfunzionale in quanto a rapporti interpersonali, e se questa puntata è l’inno all’indipendenza e alla ribellione filiale, chi meglio poteva realizzarla se non i tre biondi fratelli?
Ma anche in casa Stark è tempo di scegliere: protezione e ubbidienza o pericolo e anarchia? Arya, l’assassina, sceglie sé stessa e si lascia alle spalle la figura paterna di un Mastino morente e quella materna della fedele Brienne. Valar Dohaeris, “and of course you can have a cabin”.
Ma esiste un altro lato nel dualismo genitore-figlio, non meno doloroso o omicida.
“Freedom means making your own choices”
Dieci episodi dopo, la simbologia della libertà si scontra volutamente contro quella della liberazione, soprattutto per la leggendaria Breaker of Chains. La Mhysa soffre i primi cocenti tradimenti ad opera dei suoi stessi figli: obbligata a lasciare uomini liberi tornare schiavi, è soprattutto costretta a incatenare i suoi draghi, troppo indisciplinati e selvaggi. Quegli stessi draghi la cui nascita ha fatto di lei una regina libera e potente.
“You can never be a kneeler again”
Mille miglia più Nord si consuma la resa dei Bruti, sorpresi dallo scenografico arrivo di Stannis Baratheon, “l’unico e vero re dei Sette Regni”. Una grigia figura ben vestita, tutta arroganza e comandi, che impallidisce di fronte a un Mance Rayder sconfitto, ma eretto su due gambe che non si piegano per nessuno.
La lotta per l’autodeterminazione, una volta conclusa, non permette di tornare indietro. Così il nostro Jon Snow, che dall’inizio di stagione sfodera un vocione gutturale, orpello dell’uomo vissuto, sfregiato e messo alla prova, per la prima volta si presenta come “il figlio di Ned Stark”, prendendo veramente coscienza di sé stesso e di tutte le proprie contraddizioni: bastardo, amante di una donna libera, Guardiano della Notte.
“You’ll never walk again, but you will fly”
L’unica storyline che rimane un po’ isolata in un episodio che risuona potentemente di conflitti primordiali, è quella di Bran&co. È lui a incontrare i letterali The Children del titolo, i figli che in realtà sono i veri padri (creature ancora più antiche dei Primi Uomini), ma il percorso del giovane Stark e (finalmente) l’incontro col Corvo dai Tre occhi, apre una strada ancora più fantasy rispetto al resto. Anticipa un filone importante della prossima stagione, che coinvolgerà Jon e la Donna Rossa (non vi è sfuggito quello sguardo tra le fiamme, vero?).
L’interludio grotta e scheletri è anche forse il più raffazzonato dell’intera puntata, un po’ horror di serie B che stona con il tono solenne generale. Ma soprattutto: basta picchiare Hodor!
Il gioco del trono rimane nell’ombra in questo finale intenso, capace di tirare le fila di una narrazione da sempre multiforme, ma che qui è compattata in modo efficace attraverso il simbolismo del figlio ribelle.
Qualcuno potrà lamentarsi del mancato climax dell’arrivo di Stannis: troppo presto, troppo moscio. Ma è proprio l’anima di questo personaggio che si rispecchia in un’entrata in scena pretenziosa ma debole (oltre a essere un omaggio fin troppo ovvio ai Rohirrim di Re Theoden). La delusione è ampiamente ricompensata dai tanti hype dell’episodio: lo strangolamento di Shae, la morte di Tywin, ma soprattutto quella (fuori schermo) del Mastino Clegane, dopo il brutale, bellissimo, duello con Brienne. Nella desolazione della brughiera, l’incontro tra la Cavaliera e Arya (sorprendente per i lettori, ma non meno gradito) esalta l’identità maschile e anomala delle uniche due donne guerriere della saga.
La serie soffre ahinoi da sempre di una trama sfilacciata, che spinge i personaggi a vagare verso miraggi di salvezza o vendetta, senza mai ritrovarsi. Per questo possiamo ringraziare quel bonaccione di Martin, che postpone il traguardo ogni anno di troppo. Bisogna invece riconoscere a Benioff e Weiss un eccellente lavoro di ricostruzione di quello stesso universo, messo in
La quarta stagione ha avuto senza dubbio il dono della coesione. Pur aprendo mille nuovi scenari per il futuro, è riuscita a portare a termine i percorsi interni dei maggiori personaggi (Sansa, Jon, Arya, Jaime, Tyrion, addirittura Il Mastino e Sam Tarly). Il season finale non ha deluso. Tanto materiale a cui dare forma, quei tre o quattro Valar Morghulis che non possono mancare, twist, battaglie, duelli e incredibili location. Si chiude un capitolo: Lannister uccide Lannister, gli Stark sono in zona payback, oltre il Mare Stretto Daenerys è regina tra mille contraddizioni, e sulla Barriera, come sempre, winter is coming. O quasi.
In questo lungo anno che ci terrà lontani da Westeros, per restare sempre aggiornati con foto, news, interviste e curiosità, non dimenticate di passare per Game of thrones – Italian fans (fanpage e blog) e per Game of thrones Italia.
4.10 The Children
potente
Valutazione globale
Episodio che riscatta, in parte, una stagione a mio avviso deludente. In fin dei conti, come sospettavo già dallo scorso anno 10 episodi per una manciata di capitoli del terzo libro non era giustificata.
Infatti, i colpi di scena si sono concentrati tutti verso la fine mentre l’apertura di stagione ci ha regalato più di un episodio inutile.
Premesso questo, condivido la tua recensione per altro molto bella, da lettrice come te ho apprezzato lo sguardo tra Jon e Melisandre e la piccola anticipazione di Littlefinger 😛
Tre cose invece non ho apprezzato per nulla:
– sembra che Tyron uccida Shae per legittima difesa, invece no!! Benioff e Weiss sono due fanboy di Tyron, questo è certo e sembra quasi che abbiano voluto giustificare il suo gesto.
– Gli scheletri che attaccano Bran & Co. li avrei tralasciati tranquillamente
– terzo non lo posso dire se no spoilero chi non ha letto i libri… 😀
Io andrò contro corrente (strano?), dicendo che a me questo finale non è piaciuto tantissimo, ci sono cose che salvo sicuramente, Bran che finalmente trova il caspita di corvo a tre occhi e da un senso alla sua partecipazione, Aria che si rivela davvero la giovane donna senza pietà che è diventata decidendo di non graziare il Mastino ma di lasciarlo alla mercè degli avvoltoi (ma muore davvero?); l’uccisione di Shae completamente inaspettata e davvero interessante. Per il resto, ho avuto l’impressione di aver corso troppo per tutti i 66 minuti senza essermi goduta niente, troppi colpi di scena pigiati nello stesso episodio e quindi vanificati completamente da una non giusta sottolineatura degli elementi importanti. Ma questo era già successo con ditocorto e la sua confessione di essere il “ragno tessitore” di tutti gli eventi che hanno portato fino a qui, ricordate? Benioff e Weiss forse volevano ottenere con questo episodio l’effetto “acciderboli quante cose sono successe”, ma ottengono un: “cosa ho appena visto?”.Oltre quindi all’effetto frullatore, che può capitare anche alle serie migliori, GOT rimane comunque un ottimo prodotto che con questa quarta stagione ha fatto fuori i personaggi ormai diventati inutili e pesanti( Ygritte Good Bye) cercando di avviarsi verso una narrazione meno stile “spezzatino” e più corale, perchè il difetto che hanno avuto tutti gli episodi escluso l’ottavo è stata proprio la mancanza di coralità, non c’è più un filo conduttore che unisce le varie storie. Anche in questo finale il concetto di “figlio” può essere allargato a Tyrion e ai draghi, ma per il resto rimangono le solite cartoline dai sette regni, che noi vogliamo vedere in salsa più intimista! scritto questo panegirico buon Hiatus a tutti!
Best season finale so far for the best season so far!
@Maura, d’accordissimo con te sull’affaire “scheletri”, ho proprio pensato “ma questi?”, va beh…
invece credo che lo strangolamento di Shae andasse giustificato in qualche modo, perchè, a differenza dei libri, lei l’aveva amato davvero, anche se tradito. Martin invece l’aveva dipinta davvero come una zoccola punto e basta.
Terzo: capito e condivido!
Delle quattro stagioni, questa è quella che ha il finale migliore. Concordo con Cate che spesso la serie ha dato l’impressione di essere una collezione di cartoline dai sette regni, ma proprio il finale sembra voler eliminare vari personaggi per concentrarsi su una narrazione più unitaria. Anche far arrivare Stannis alla barriera (en passant, ma per dove è passato ? e che ci è andato a fare ? vuole fare il giro largo prendendosi prima il Nord e poi arrivando a Sud ?) ha il merito di unificare finalmente quello che succede là con quello che succede più a sud. Idem mandare Tyrion e Varis oltre il mare stretto renderà più interessante quello che avviene in quelle terre dove Danaerys stava perdendo troppo tempo a mostrarsi inadatta come regina (non ne imbrocca una).
Venendo a questo finale specificamente, che dire ? Forse, troppe cose da dire e troppo in fretta, ma ci offre quello che abbiamo sempre voluto da Game of Thrones ossia intrighi e rivelazioni inattese, duelli spettacolari (Brienne che fa fuori il Mastino) e personaggi da antologia (Arya che rimane impassibile a guardare Sandor agonizzare e si dimostra spietata è impressionante), dialoghi taglienti (Tyrion con Tywin ma anche Cersei e Tywin poco prima) e morti desiderate (chi di voi sopportava Jojen il saputello ?). Ma soprattutto ti lascia con la voglia di vedere la prossima stagione e che altro deve fare un finale se non questo ?