
Game of Thrones: recensione dell’episodio 3.01 – Valar Dohaeris
Il finale della seconda stagione di Game of Thrones era terminato con un cliffhanger sensazionale: l’entrata in scena degli estranei che assaltano l’accampamento dei guardiani della notte seminando il panico. Mentre i sette regni sono in guerra tra loro e si contendono il trono, una minaccia ben più grave sta per arrivare. Valar Dohaeris premiere di quest’attesa terza stagione inizia proprio, dove era finita la seconda. Sam, vagando nella neve e sfuggito all’attacco, viene salvato da ghost e dal Lord Comandate Mormont e di quello che rimane dei guardiani della notte. Appurato che Sam non è riuscito a inviare i corvi per avvisare dell’attacco, la priorità assoluta per i guardiani della notte è tornare indietro alla barriera e avvisare Westeros della minaccia incombente.
Questo può essere definito l’incipit dell’episodio, che ripartisce poi un minutaggio quasi proporzionale a tutti i personaggi principali della serie rendendo forse per questo un po’ pesante e lento l’episodio. Mentre Jon, con un Kit Harrinhton ben più convincente del solito, guidato da Ygritte viene portato al cospetto del re oltre la barriera, Mance Rayder dove inizia a prendere confidenza con il suo ruolo sotto copertura. Suo fratello Rob e l’esercito del nord arrivano a Harrenhal, dove costatano la distruzione lasciata dai Lannister, questo non fa che acuire il risentimento verso la madre che ha liberato jaime dalla prigionia.
La parte più interessante dell’episodio, è a mio avviso è quella ambientata ad Approdo del re; a concorrere alla buona riuscita delle scene oltre alle ambientazioni c’è sicuramente l’ottima recitazione di Peter Dinklage che è totalmente calato nella parte. Sia la scena tra Tyron e Cersei sia quella con Lord Tywin, sono senza dubbio i momenti più intensi della premiere.
Tyron ancora convalescente per le ferite riportate durante la battaglia decide di incontrare il padre per rivendicare il suo ruolo nella difesa del trono di Joffrey. Tyron vuole Castel Granito perché ritiene sia suo per diritto. Lungi da Tywin accontentare suo figlio sul quale invece vomita offese pesanti e minacce. Tyron è sempre stato abituato a essere trattato come un mostro dal padre e dalla sorella, è presumibile però che in questo particolare frangente, in cui gli è stato negato qualcosa che lui sente di aver meritato per nascita e per impegno si siano gettate le basi per una frattura insanabile tra padre e figlio. Non posso non rilevare una cosa che ho apprezzato molto, inserita per i lettori dei libri: Cersei cita A Clash of Kings, quando si meraviglia che il naso di Tyron sia ancora al suo posto, nel romanzo di George R.R Martin dal quale era tratta la scorsa stagione, Tyron esce dalla Battaglia di Blackwater senza una parte di naso, per motivazioni sicuramente di produzione, le ore di trucco sarebbero state lunghissime per ogni scena, si è scelto di lasciare solo una cicatrice.
Ad Approdo del re c’è oltre a Sansa che cerca l’appoggio di Ditocorto per fuggire e tornare a Nord soprattutto Margaery che sembra infastidire Cersei per i suoi abiti troppo estivi e per la sua attenzione al popolo più sfortunato; mentre Sansa non era in alcun modo un personaggio temibile considerata la sua giovane età e la sua inesperienza del regno, la giovane Tyrell è stata educata e cresciuta con l’unico obiettivo di diventare regina, sa come farsi amare dal popolo e Cersei scorge in lei già una temibile avversaria in grado non solo di metterla in cattiva luce ma anche contro suo figlio.
la premiere si chiude con le vicende ambientate dall’altra parte del mare stretto, dove c’è Daenerys, fulcro delle cronache del ghiaccio e del fuoco.
La madre dei draghi ancora sprovvista di un esercito si dirige ad Astapor per procurarsene uno. Qui viene accolta dallo schiavista degli Immacolati che la mette al corrente delle caratteristiche di questi uomini. Gli immacolati sono uomini privati della propria libertà, addestrati sin da piccoli al loro compito e cosa molto utile per uomini che devono combattere, sono incuranti del pericolo e completano la loro formazione uccidendo un bambino. Dany è combattuta dal servirsi di schiavi per formare il suo esercito e mentre si confronta con il fido Jorah Mormont, cade vittima di un attentato per mano degli stregoni di Qarth, a salvarla è Barristan Selmy che giura fedeltà alla vera erede del trono. Come ho detto all’inizio, la struttura dell’episodio è frammentata per dare spazio a quasi tutti i personaggi più importanti della serie, gli episodi più belli delle scorse stagioni di Game of Thrones sono stati quelli che si sono concentrati invece su due o tre personaggi, ripartendo in modo più organico i cinquanta minuti della puntata, per questo motivo questo non è l’episodio secondo me, più riuscito della serie nonostante ciò è in dubbio che la quantità eccezionale di personaggi e di storyline rende necessario agli sceneggiatori soprattutto nelle fasi iniziali questo tipo di struttura narrativa.
Valar Dohaeris che in Alto Valiriano significa “tutti gli uomini devono servire” è la risposta a Morghulis Valar, titolo della season finale che letteralmente significa ” Tutti gli uomini devono morire”. Questa premiere è stata quindi intesa come una risposta al finale della scorsa stagione, come un voler riprendere le fila delle vicende lasciate aperte con la fine della seconda stagione.