
Game of Thrones – Episodio 8×03: le pagelle ai combattenti della Battaglia di Winterfell
La tanto attesa e tanto temuta battaglia campale tra l’Armata dei Morti del Night King e l’Esercito dei Vivi guidato da Jon e Daenerys ha avuto infine luogo. Con il triste addio di personaggi amati e la salvezza inattesa di altri protagonisti la cui morte era stata troppo in fretta pronosticata. La recensione dell’episodio la trovate già su queste pagine, mentre qui vogliamo provare a dare i nostri personali voti a chi ha combattuto. Ripetiamo: a chi ha combattuto. Ossia solo a quelli che sono stati sul campo di battaglia a scontrarsi con i non morti e non nelle cripte a sfuggire ai resuscitati dell’ultima ora. Che già così sono un sacco di voti da dare.
Superfluo specificarlo ma meglio urlarlo prima: questo articolo contiene spoiler!

Stark
Arya
Ci sono dubbi? Sicuramente il voto più semplice da dare e il più condivisibile. Fa sembrare quasi un allenamento defaticante la sua discesa in campo con la nuova lancia a due punte con cui falcia wight con facilità estrema. Ma gli autori hanno anche l’intelligente idea di farla tentennare quando si vede circondata da non morti nelle sale di Winterfell e viene salvata da Beric e dal Mastino. L’incontro con Melisandre le infonde la sicurezza necessaria per trasformarsi, lei che non voleva essere una lady, nel principe che fu promesso. Smentendo ogni profezia perché la lunga notte giunge alla fine per mano di una donna.
Voto: 10/10
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Bran
Oddio, non è che combatta ed è ovvio. Doveva fare da esca e quello si limita a fare il che spiega pure perché usi i poteri di metamorfo: attirare l’attenzione del Night King. Più che altro ci si sarebbe potuti aspettare che questi poteri gli permettessero di prendere possesso di Viserion, ma evidentemente c’è un limite anche a tutto. Alla fine, la cosa migliore che fa è dire grazie. E da lui è un qualcosa di totalmente inaspettato.
Voto: 6.5/10
Theon Greyjoy
Proprio questo episodio spiega perché debba essere considerato uno Stark a tutti gli effetti. Aveva tradito sé stesso prima ancora che gli Stark per provare a guadagnare il plauso di un padre inaccettabile. Era stato cancellato e privato di tutto da Ramsey Bolton e dalla sua sadica crudeltà. Si era privato anche dell’onore scappando di fronte a Euron invece che provare a difendere la sorella Yara. Ma solo chi tocca il fondo può risalire. E Theon lo ha fatto in una corsa tutta d’un fiato fino al sacrificio finale. Era diventato Reek, ma è morto da Stark a casa sua.
Voto: 10/10
Eddison Tollett
Non è uno Stark, ma tradizionalmente i Guardiani della Notte sono associati alla casa del lupo per cui lo mettiamo qui. Fa quel che purtroppo era destinato a fare. Morire dopo aver resistito quanto più a lungo fosse possibile. Che poi significa salvare Sam e farci dire addio ai Guardiani della Notte. Una morte rapida per un personaggio che non poteva pretendere di più.
Voto: 6.5/10
Samwell Tarly
Non a caso aveva donato Heartsbane a Jorah (ma ora tornerà a lui?). In battaglia il massimo che può fare è esserci per dimostrare che non ha paura. O, meglio, che ne ha anche tanta, ma questo non lo fermerà dal compiere il suo dovere. Anche se poi essenzialmente sta lì per offrire agli altri la possibilità di fare bella figura salvandolo.
Voto: 5/10
Ser Brienne of Tarth
C’era anche lei e messa al comando dell’ala sinistra presidiata dai soldati di casa Arryn (a giudicare dagli scudi anche se non si capisce perché non fossero a cavallo invece che appiedati). Nelle fasi iniziali della battaglia si comporta anche bene, ma tende rapidamente a scomparire pur reggendo l’urto dei wight entrati nel castello di Winterfell. Sopravvive contro ogni previsione e rafforza il legame con Jaime che non si è staccato dal suo fianco fino alla fine, ma ci si aspettava di più da lei.
Voto: 6/10
Lyanna Mormont
Neanche avrebbe dovuto esserci in battaglia. Perché reggente di Casa Mormont e lady invece che ser e soprattutto poco più che bambina. Ma la Lady di Bear Island ha sempre scelto di essere in prima linea con i suoi uomini piuttosto che nelle retrovie ad aspettare. Organizza la difesa all’interno delle mura finché lo scontro resta fuori, ma non si tira indietro neanche quando l’invasione ha inizio. Anzi, si butta in avanti uccidendo un gigante in una riedizione fantasy di Davide contro Golia.
Voto: 10/10

Targaryen
Daenerys
A rigore sarebbe da criticare perché manda rapidamente a monte la strategia scelta a tavolino non appena vede i suoi fidi Dothraki soccombere rapidamente. Ma la sua reazione istintiva è pienamente comprensibile: a morire sono proprio quelli che le hanno consentito di arrivare dove si trova ora. E a cui lei aveva promesso mari di erba invece che una morte tra le nevi. Sfrutta la sua agilità nel cavalcare Drogon per disarcionare il Re della Notte, ma poi deve arrendersi di fronte all’evidenza che neanche il fuoco di drago sconfigge il signore dei White Walkers. Prova anche a impugnare una spada, ma alla fine deve dire addio al più fidato dei suoi cavalieri.
Voto: 8/10
Ser Jorah Mormont
C’è un motivo se tutti avevano previsto che sarebbe successo quello che poi effettivamente è successo. Non c’era altra morte più gloriosa per Jorah che quella ottenuta in questo episodio. Difendendo la sua regina fino alla fine. Onorando Heartsbane per proteggere colei in cui ha creduto fin da quando era solo una moglie oggetto ceduta come fosse merce di scambio. Rialzandosi dopo svariate ferite per lasciarsi andare solo quando la vittoria è conquistata. Così muoiono gli eroi. Così è morto Jorah.
Voto: 10/10
Jon Snow/Aegon Targaryen
In una battaglia che doveva essere il momento per lui tanto atteso per salvare il Nord e vincere l’unica guerra che davvero conta, Jon finisce per essere uno vincente per caso. La strategia elaborata si rivela presto fallimentare perché troppo presto i Dothraki si lanciano in campo aperto senza un criterio chiaro. Le trincee infuocate servono a poco contro chi ha riserve infinite di soldati per cui può sacrificarne centinaia senza perdere nulla. Le cripte sono, forse, il luogo peggiore dove far nascondere gli indifesi visto che significa confinarli proprio in mezzo ai morti. Prova a rendersi utile cavalcando Rhaegal, ma rischia di far calare ancora il numero di draghi a disposizione. E alla fine si salva da Viserion solo perché Arya fa quel che avrebbe dovuto fare lui.
Voto: 4.5/10
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Verme Grigio
Discorso analogo a quanto fatto per Brienne. Comanda l’altro fianco dello schieramento difeso dagli Immacolati, ma la sua resistenza in stile spartani alle Termopili risulta tanto volenterosa quanto inefficace. Si segnala per la buona volontà, ma sembra che stavolta tutta l’arte militare e la disciplina impeccabile possano poco in una battaglia a cui niente li aveva preparati (ed, infatti, buona parte degli Immacolati muoiono). Alla fine pare che sia sopravvissuto per lasciare un po’ di romanticismo in Game of Thrones grazie alla storia con Missandei.
Voto: 6/10

Cavalieri e altri eroi (e non)
Jaime Lannister
C’era chi aveva previsto la sua morte in uno scontro finale con il Night King. La speranza non detta era che fosse lui il principe che fu promesso visto che gli indizi su Azor Ahai potevano essere letti anche in questo senso. E poi aveva tutto: una spada di acciaio di Valyria, la fama di Kingslayer da rinverdire con un altro re folle da uccidere, la possibilità di essere difeso da Brienne. Invece, si limita ad essere quasi lo scudiero del cavaliere dell’isola di Tarth senza mai staccarsi da lei e mostrando che dopotutto gli basta una sola mano per tenere a bada orde di wight. Come va di moda dire oggi: bene, ma non benissimo.
Voto: 6/10
Tormund Giantsbane
Si vede troppo poco per essere uno dei più valenti combattenti che la serie ci ha mostrato in queste stagioni. Nella battaglia contro quelli che sono stati da sempre il pericolo più grande per il suo popolo entra ed esce dalla scena senza farsi notare per particolari atti di eroismo o uccisioni eccellenti. Alla fine il veleno per i giganti è stata una piccola tenace invece che uno che si vantava di essere stato allattato da una di loro.
Voto: 5/10
Ser Davos Seyworth
C’era anche lui? Si vede meno delle torce accese per segnalare a Jon e Danaerys di dare fuoco alle trincee. D’altra parte, lo aveva detto che combattere non era il suo forte, ma conferma di sapersela cavare quanto basta. Anche se non vediamo come, deve avere comunque qualche dote nascosta perché a Blackwater Bay e alla Battaglia dei Bastardi aggiunge anche questa di Winterfell all’elenco delle carneficine a cui sopravvive.
Voto: 5/10
Beric Dondarrion
Si vede, eccome, invece l’ultimo guerriero della luce. E non solo per la sua spada fiammeggiante, ma perché dimostra che il fuoco arde soprattutto nel suo cuore. Non indietreggia neanche un momento e si impegna, anzi, a infondere coraggio in chi lo ha perso. Salva Arya quando tutto sembrava perduto morendo in un modo che rievoca l’indimenticato Hodor. Fa del suo corpo una porta contro cui si infrangono le orde di non morti pur di dare il tempo ad Arya e al Mastino di riprendersi. Una morte eroica per chi può lasciare la vita a cui è tornato tante volte quante ne sono servite per realizzare la sua missione.
Voto: 10/10
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Sandor Clegane
Si dice che tre indizi facciano una prova. Però, alle volte, ne bastano anche due. Come in questo caso che ci autorizza dire che il Mastino ha un serio problema di controllo della paura in battaglia. Stessa reazione di Blackwater Bay: quando il gioco si fa duro, il duro per eccellenza va nel panico. Di fronte alla soverchiante forza dell’Armata dei Morti, Sandor si fa spaventare dall’ovvio: stanno combattendo la morte stessa. Ma ciò non basta a dirsi sconfitti a priori come gli dimostrano prima Lyanna e poi Beric. Partecipa al salvataggio di Arya, ma gli resta molto da fare se davvero vuole affrontare la Montagna.
Voto: 4/10
Melisandre
La vera sorpresa di questo episodio. Non solo perché nessuno si aspettava di vederla comparire dal nulla (anche se lo aveva detto che sarebbe morta in una terra straniera). Ma soprattutto perché la sua presenza non è solo una gioia per i suoi fan. Al contrario, Melisandre dimostra che la sua fede nel Dio della Luce non era stata inutile. Dopo aver resuscitato Jon in passato, adesso è a Winterfell per far restare in vita chi si scontra con la morte stessa. Sebbene senza frutto vittorioso, i suoi interventi per accedere gli arakh dei Dothraki e incendiare le trincee consentono ai vivi di non lasciarsi sopraffare dalla sconforto mostrando che la speranza brucia ancora. Trova anche le parole giuste per motivare Arya a compiere il destino che le aveva predetto ricordandole quale colore degli occhi le resta da uccidere. E si congeda, infine, con la calma sicurezza di chi sa di aver realizzato tutto ciò per cui è sempre vissuto.
Voto: 10/10
Night King
Non rientra ovviamente nella categoria degli eroi, ma un voto non si può non darglielo. Tenendo conto che aveva dalla sua una armata sterminata. E la possibilità di farla aumentare a dismisura perché ogni morto diventava un potenziale membro del suo esercito. E il bonus di un drago con cui abbattere le mura di Winterfell qualora servisse incutere ancora più paura. Solo che questo sfoggio di potenza rimane fine a sé stesso (come i suoi generali che non combattono neanche mezzo secondo) dato che alla fine si lascia uccidere senza neanche combattere. E senza neanche accorgersi di quel che sta arrivando.
Voto: 4/10