
Game of Thrones: Jack Gleeson parla di sé e di Joffrey Baratheon
Jack Gleeson interpreta il perfido, tremendo Joffrey Baratheon nella saga dei record Il Trono di Spade. Nella vita reale è invece un coscienzioso studente di filosofia al Trinity College di Dublino, che, da bravo ragazzo senza grilli per la testa, si è più volte schermito del successo della serie.
In occasione del ritorno dello show con la quarta stagione, Gleeson ha rilasciato a Entertainment Weekly una spiritosa intervista sul tema della malvagità, citando, tra l’altro, il Commodus di Joaquin Phoenix de Il Gladiatore quale fonte di ispirazione per il suo personaggio.
Gleeson ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi il ruolo del ragazzino televisivo più odiato negli ultimi anni, recitandolo come un insopportabile viziato, invece che come il male puro.
“La mia caratterizzazione non è molto cambiata dalla prima audizione. È nata dalla scrittura. Ognuno ha conosciuto un Joffrey in qualche aspetto o forma. È molto contestualizzato e si fa beffe degli altri, non è un personaggio astratto di Omen”.
Eppure il giovane Baratheon è sicuramente il meno “grigio” di tutti i personaggi della serie, che a seconda delle circostanze, mostrano un lato buono o malvagio.
“Mi ricordo nella seconda stagione che stavamo girando una scena in cui vado da Sansa con una collana e le dico che sono molto dispiaciuto. La stavo per recitare come se non mi importasse veramente ma [l’autore Dan Weiss] mi ha detto di provare ad esprimere un amore genuino per Sansa, che Joffrey prova realmente. Quello è stato l’unico tentativo di mettere del grigio nel nero. Ma tutto sommato, è una strada molto nera e demoniaca.“.
Gleeson ha più volte affermato di non voler proseguire la carriera da attore dopo Game of Thrones, una decisione che dimostra un carattere riservato e ben poca vanità. Tutto il contrario di Joffrey, insomma. Ma cosa si prova a stare di fronte a una folla di sudditti urlanti?
“Il 90 % delle volte provo quello che proverebbe Joffrey – entusiasmo o desiderio di attenzione o frustrazione o una cosa così. Circa il 10% delle volte, c’è una mancanza di concentrazione, ma anche questo è divertente; uscire dalla situazione e godersi il momento. Ma non saresti in grado di lavorare se lo facessi tutte le volte, devi concentrarti su quello che pensa il personaggio.“.
Ma, se è vero che tutti hanno qualche scheletro nell’armadio, è venuto il momento di tirar fuori cosa nasconde questo ragazzo filosofo, fin troppo per bene. La più infida cattiveria compiuta?
“Ho letto il diario di mia sorella quando avevo 7 anni. Lei ne aveva 13 credo. È stato orribile leggerlo… Le ho anche rovinato la fine di uno dei libri di Harry Potter. Quando era a metà, le ho detto che Sirius sarebbe morto.“.
Non ai livelli di Joffrey, ma una cattiveria quasi imperdonabile.