
Fringe – 5.01 Transilience Thought Unifier Model-11
La quarta stagione di Fringe non è stata perfetta, anzi tutt’altro; Peter che spreca tempo prezioso, quasi mezza stagione, per cercare la sua timeline quando era abbastanza evidente a tutti che quella in cui si trovava era la linea temporale giusta e alzi la mano chi non si è ritrovato a urlargli contro: ‘Peter sveglia, dai!’, la finta morte di Olivia, il ritorno di Bell che ci saremmo volentieri risparmiati, insomma molte cose non erano andate nel verso giusto, tuttavia uno sviluppo interessante c’era stato: la conquista della terra da parte degli Osservatori, nell’episodio Letters of transit ed è proprio da lì che riparte la quinta stagione.
Siamo nel 2036 e gli Osservatori hanno conquistato la terra e hanno istituito un regime dittatoriale, se ricordate la divisione Fringe per fuggire si era ambrata e nell’episodio-ponte ‘Letters of transit’, avevamo conosciuto Etta, figlia di Peter e Olivia, la quale aveva liberato dall’ambra il padre, il nonno e Astrid ma di Olivia nessuna traccia.
Transilience Thought Unifier Model-11 si apre proprio con un incubo-ricordo di Peter che è importante per contestualizzare il presente per consentire a noi spettatori di capire cosa è accaduto nel giorno fatidico in cui tutto è cambiato, che ha portato Etta a venir separate dai genitori, ma scopriamo presto ha portato anche a una rottura tra Peter e Olivia, incapaci di sopportare il dolore della perdita della loro figlia.
Il nuovo team Fringe, con Etta al posto di Olivia si adopera per cercare quest’ultima; Walter spiega che Olivia era alla ricerca di un dispositivo indispensabile a decifrare il piano per sconfiggere gli Osservatori. Il piano che era stato inserito nella mente di Walter da September non in modo consequenziale.
Mentre i nostri, recuperano Olivia abbastanza velocemente da Markham che l’aveva comprata perché, testuali parole, ‘si era innamorato di lei da quando l’aveva vista entrare nella sua libreria’, Walter viene catturato.
Il suo interrogatorio nel quartier generale degli Osservatori è insieme al momento in cui Etta rincontra la madre, la scena più intensa dell’episodio.
Mentre Etta riabbraccia la madre facendoci commuovere, complimenti a chi ha fatto il casting, Georgina Haig è veramente brava rischia quasi di oscurare gli altri, Walter è crudelmente torturato, la sequenza proprio perché si tratta di una tortura psicologica è stata brutale e grazie alla bravura di John Noble siamo riusciti a vivere in prima persona le sensazioni di Walter a pieno!
L’emozione umana è qualcosa da cui gli Osservatori sono sempre stati affascinati, Settember soprattutto, le sue scelte sin dall’inizio hanno in qualche modo influenzato la vita di questi personaggi e ora ci troviamo ancora una volta di fronte all’incapacità di questi essere superiori di cogliere le sensazioni e le emozioni.
L’incapacità di comprendere la musica, descritta come un insieme di note e ritmo e a non cogliere la totalità dell’insieme che è prerogativa umana è stato un modo efficace per illustrare il loro punto di vista senza sfumature, senza grigi.
La chiusura dell’episodio è un altro momento molto intenso, Walter è stato psicologicamente distrutto dalla battaglia mentale con Windmark, il piano contenuto nel suo cervello non esiste più, sembra non ci siano possibilità per sconfiggere una razza così superiore senza il piano che uno di loro aveva ideato, ma il fiore che cresce in mezzo alla distruzione è una buona metafora sulla speranza e dona una profondità emotiva a Walter che finalmente trova la “sua musica” e cerca la prospettiva perduta.
L’unico momento un po’ debole dell’intero episodio è stato il salvataggio di Walter da parte della squadra Fringe, un po’ troppo semplice, no? Gli osservatori hanno una mente così potente e non percepiscono la presenza della squadra lì dentro? C’è utile, però, per scoprire che gli Osservatori hanno bisogno di un’aria più satura di anidrite carbonica per vivere, quindi hanno installato dei dispositivi che inquinano l’aria. Sicuramente disattivare questi dispositivi, potrà mettergli i bastoni tra le ruote e “rallentarli” momentaneamente.
In conclusione la premiere è stata molto convincente e, emotivamente impegnativa, ho trovato vari passaggi molto poetici, Fringe in passato, soprattutto nelle prime due stagioni, ci aveva abituato a questo stile più emozionale ed è bello che siano tornati in questa dimensione.
La boccata d’aria fresca di quest’ambientazione ha ridato nuova vita a dei personaggi e a delle storie che nella terza stagione avevano un po’ arrancato, bravi gli sceneggiatori a tenersi aperta questa possibilità.