
Fargo: Recensione episodio 1.04 – Eating the Blame
Disclaimer: Chi scrive questa recensione non ha mai visto “Fargo” del 1996, non per avversione verso i fratelli Coen ma semplicemente per mancanza di tempo. Ogni citazione eventuale al film da me non carpita non è segno di distrazione ma mera “ignoranza”, vi invito quindi a commentare così da colmare le mie eventuali lacune.
Dopo un pilot magnifico e due episodi a mio parere un po’ più sottotono, Fargo ritorna questa settimana a sorprenderci con dell’ottima qualità di scrittura e una fotografia da urlo. Sebbene la narrazione sia molto più spedita e concentrata solo su i due protagonisti, il regista non perde occasione per donarci lunghe carrellate di immagini del bianco Minnesota, in cui spiccano il piumino arancione di Lester o la paletta rossa che salva la vita a Stavros Milos o la pelliccia marrone scuro di uno dei due sgherri mandati ad uccidere Nygard. Il bianco luminescente che fa da sfondo all’intera narrazione è visivamente il mezzo, che ci permette di delineare subito i personaggi che abbiamo davanti grazie al gioco tra colori e personalità che viene messo in atto.
La verità è un tema fondante nella serie, non solo per la scritta che apre ogni puntata e che con molta probabilità è falsa, ma anche perché dagli episodi traspare la volontà di chi scrive, di voler tenere in bilico lo spettatore tra una vicenda che potrebbe essere vera, come quella di Lester e che piano piano diviene sempre più assurda e grottesca. Già nel primo episodio i poster in casa di Lester facevano presagire una sottile ironia e assurdità nel racconto, ma con questo episodio il tutto diviene più evidente.
Il povero poliziotto Gus riesce ad arrestare Lorne Malvo (questo il vero nome del Killer), per puro caso e con non poche difficoltà tanto da sembrare un misto tra Fantozzi e Mr Bean, ma nonostante il suo impegno e la sua sicurezza la genialità di Malvo e la sua bravura riescono a farlo rilasciare. Ed è esilarante la scena dell‘interrogatorio, in cui nonostante la foto che lo incrimina e la parola giurata di un agente, il capo della polizia e lo sceriffo rilasciano Malvo, finto prete. Il povero Gus si rifugia in cerca di conforto da Molly che come sempre è un passo avanti a tutti ed è lei il vero predatore di cui parla Malvo. Ma l’essere arrestato e intrattenuto, non è l’unico passatempo del sicario Lorne, nei suoi hobby rientrano anche il far credere ad un boss dei Supermarket greco ortodosso che l’apocalisse è vicina.
Ed è Lester Nygard l’altro vero showman di Fargo, che in questo quarto episodio si rende protagonista di uno dei rapimenti più divertenti che abbia mai visto. Freeman è sublime in ogni scena, riesce ad essere Lester anche nel modo in cui corre o indossa il cappello. Più passa il tempo più, così come la sua ferita alla mano che peggiora, lui si gonfia di paura e nervosismo. Prima per la macchina sequestrata dalla scientifica, poi per i due sicari mandati da Fargo che vogliono farlo confessare, è una mina vagante che si aggira per le strade di Bamidjicon il suo piumino color mandarino . E inspiegabilmente riesce a farla franca grazie a qualche colpo di
La verità della vita reale si allontana ogni episodio di più per lasciare il posto al caos divertente del surreale e grottesco. Per una volta possiamo dire che “Veritas NON vincit omnia”.
Good Luck!
-Scena madre il dialogo alla tavola calda tra Mr Numbers e il muto Mr Wrench.
-Ma quanto è figo Adam Goldberg.
Irreale
Valutazione Globale