
Fairly Legal – 2.11 Borderline
Comunemente il termine “Borderline” viene adoperato per indicare un disturbo psicologico, una sorta di posizione intermedia tra due stati, quello normale e quello patologico. In questo momento di confusione nella vita di Kate, nessun termine mi sembra più adatto a definire la sua condizione.
Kate è, per così dire, stretta tra due fuochi. Da una parte la attende a braccia aperte, l’amore certo e rassicurante di Justin, che dopo un periodo di titubanza sembra rinsavire. L’uomo infatti le riserverà una dichiarazione vecchio stile, del tipo: “ Siamo fatti l’uno per l’altra, Kate. Non siamo più le stesse persone di un tempo. Possiamo vincere, se entrambi ci rifiutiamo di perdere. Hai detto che ottengo sempre ciò che voglio, bè io voglio te.” Ok, ok…forse il discorso non è dei più originali e da un uomo abituato a preparare grandi arringhe ci si potrebbe aspettare qualcosina di meglio, ma è inevitabile che il monologo non lasci la donna indifferente. Justin è l’uomo che Kate ha sempre voluto al suo fianco, è casa, è famiglia, è normalità.
Dall’altra parte, però, come in ogni triangolo amoroso che si rispetti, ad attirarla prepotente, c’è la passione, l’adrenalina, l’ignoto, tutto quello che potrebbe donarle Ben. L’avvocato sceglie con più cura le sue parole evidenziando con chiarezza ciò che ha da offrire: “ L’amore non è mai semplice. Non devi avere diciassette anni, devi solo avere coraggio…sei tornata da Justin perché lui è una sicurezza e questo invece non riesci a controllarlo e ti spaventa a morte. Niente strategie, niente preliminari, niente trattative. Basta avere il coraggio di buttarsi a capofitto.” Ben rappresenta senza dubbio lo stato patologico, la posizione più astratta ed incerta, l’avventura.
A quanto pare, la decisione per Kate si sta trasformando sempre di più in una semplice scelta ricorrente: Ragione o Sentimento?
Alle più rosee vicende di cuore della protagonista, si sostituiscono bruscamente, lungo l’episodio, le tinte più scure della realtà quotidiana, tra omicidi e tradimenti, litigi giurisdizionali e losche manovre politiche.
Il caso della settimana costringe Kate e Ben a partire alla volta del lago Tahoe, al confine tra la California ed il Nevada. Qui è stato commesso un omicidio e compito di Kate è quello di stabilire a quale dei due dipartimenti di polizia competa la giurisdizione su quel territorio. Ma potrebbe mai Kate limitarsi ad un mero compito? Ovvio che no! Tra liti e minacce, indagini e belle parole, la donna scopre la verità, riuscendo a scagionare Jacob, il ragazzo erroneamente accusato della morte della fidanzata, e facendo riappacificare i rapporti tra questo ed il detective Nunez, fratello della vittima.
Il caso è interessante e ben congeniato. Anche l’idea di trovarsi difronte ad un caso di omicidio, almeno così pare, rende l’episodio migliore di altri, distinguendolo per ambientazione, obiettivi e parti in conflitto.
Insomma non si può certo dire, che si tratti della solita mediazione affidata dal Giudice Nicastro!
Meno brillante è il caso assegnato a Justin. Forse, ciò che rende la vicenda meno scontata è la centralità delle imminenti elezioni politiche che vedranno Justin fronteggiare Devidson. Questo particolare rende i comportamenti dei due contendenti controllati e composti. La fama e la reputazione sono fondamentali.
E proprio questo aspetto sarà l’elemento basilare della disputa.
Devidson affida a Justin un caso di cui lui stesso si stava occupando. Il motivo è chiaro: il suo testimone ha iniziato una relazione con la moglie della parte accusata. Che figura potrebbe mai fare l’avvocato dell’accusa, candidato alle elezioni, nel servirsi di un testimone così poco raccomandabile? Che fine farebbero valori come la lealtà, fedeltà e famiglia?
Ho trovato questo scorcio sulla vita politica realistico. Non male. Come non male è stata la soluzione al problema apportata da Justin. L’acume dell’avvocato dimostra la reale determinazione di questo. Vuole vincere. Finalmente il personaggio comincia a tingersi di proprio colori, iniziando a delineare una personalità autonoma e chiara. Era ora!
Nel complesso l’ho trovato un buon episodio!