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Eyewitness: Recensione dell’episodio 1.01 – Buffalo ’07

Eyewitness è un classicone. Ed è questo il suo pregio e il suo limite.

È un classico di quel genere che io chiamo crime-drama-depresso, quello, per intenderci, di cui fanno parte telefilm come The Bridge, The Killing o Top of the lake: dove i paesaggi e l’ambientazione diventano parte fondamentale della storia, come se fossero un personaggio a sè. Può esserci una pioggia battente o un sole accecante, me entrambi comunicano lo stesso senso di desolazione e oppressione perfetto per fare da sfondo a crimini efferati.

Con Eyewitnese siamo molto vicini a The Killing, con lo stesso costante grigiore di un tempo che sembra sempre volgere al peggio, con dei colori smorti sempre virati al grigio. I panorami sono splendidi con la natura sempre presente, ma la sensazione di angoscia permane in ogni inquadratura. Non sorprenderà quindi scoprire che anche in questo caso siamo davanti al rifacimento di un telefilm Europeo, e in questo caso Norvegese.

Una protagonista con un passato tormentato

Ci troviamo a Tivoli, tipico paesino americano rurale dove non succede niente e dove la sceriffa si annoia a seguire crimini di poco conto, mentre i veri criminali sono solo di passaggio e raccattano giusto qualche multa. La sceriffa in questo caso è Helen, interpretata dalla bravissima Julianne Nicholson (che già avevamo amato in Masters of Sex) che come ogni detective che si rispetti ha un grosso caso andato male nel suo passato (esattamente come Linden in The Killing) e nel presente conduce una vita tranquilla e felice, ma nel profondo cova il desiderio di qualcosa di più che la metta alla prova, che la faccia sentire davvero utile e viva. Ed è infatti una sanguinosa sparatoria che arriva a gettare scompiglio nella cittadina e nella sua vita privata, con tutte le conseguenze che possiamo facilmente aspettarci.

Eyewitness

In Eyewitness non solo indagini ma anche amori complicati

Ma Eyewitness non è solo crime drama, ha anche una spruzzata di teen drama, con un’ampia fetta dell’episodio che si dedica a narrare la storia d’amore adolescenziale tra Philip e Lucas. Loro due sono i testimoni oculari del crimine, costretti a nascondersi e a tacere per evitare che il piccolo paesino scopra la loro relazione. Philip, figlio di una madre drogata, è il difficile ragazzino in affido a Helen e suo marito, mentre Lucas è il classico figlio di papà popolare a scuola e che non può permettersi di far sapere al mondo di essere gay. Se da una parte avere una coppia di adolescenti omosessuali al centro della narrazione è una novità interessante e la loro storia viene narrata con delicatezza, dall’altra la dinamica di coppia sa di visto e rivisto e si sostiene principalmente sulla bravura dei due attori.

Con un’ambientazione simile e una storia d’amore adolescenziale centrale, la scelta di Catherine Hardwicke (Twilight) come regista dei primi 2 episodi sembra quasi obbligata e il suo lavoro è solido. Così come solido è il cast a parte forse Warren Christie che nella parte del killer imbronciatissimo è un po’ esagerato. Eppure non si riesce a scrollarsi di dosso la sensazione di deja-vu costante, come se gli sceneggiatori avessero pescato a piene mani dal genere, prendendo elementi qua e là.

Eyewitness

L’aspetto che è forse più mi preoccupa però è quello relativo alle indagini. Sono un po’ stufa di detective che scoprono che un morto era mancino dai calli sulle mani. Che razza di lavoro deve fare uno per farsi venire calli così grandi da essere visibili in foto? Le indagini sembrano muoversi con fin troppa facilità, la stessa con cui il killer individua un giubbino e poi lo ritrova in dosso al presunto testimone. Anche gli agenti dell’FBI mi sono parsi davvero troppo sgangherati per essere credibili, con un atteggiamento losco che avrebbe fatto insospettire chiunque e che promette una sotto trama non molto esaltante.

In conclusione Eyewitness è il crime drama che non può mancare in una stagione telefilmica, che convince quanto a qualità tecnica e a livello di performances attoriali, ma che manca un po’ di personalità.

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Lalla32

Dopo tanti anni di telefilm americani e inglesi ho scoperto i Drama Coreani e me ne sono innamorata. Hanno tutto quello che cerco in una serie: grande cura per i personaggi, una punta di magia e romanticismo e grande sensibilità. Qui su Telefilm Central cerco di tenervi aggiornati su quello che di meglio arriva dalla Corea del Sud.

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