
Empire: Recensione della Prima Stagione
Cosa definisce una serie di successo? Il cast, la regia, la scenografia, la fotografia? Magari tutte le precedenti o, probabilmente, nessuna di queste. Molto spesso non c’è modo logico di spiegare il perché del successo (strabiliante, in questo caso) di una serie ma, inevitabilmente, proprio come tutti gli altri, ci si ritrova travolti dall’ondata di musica e storie e intrecci sentimentali che non ci fanno dormire la notte. Empire è una serie come tante, che come unica marcia in più sembrava avere Terrence Howard come protagonista – poco insolito, data la recente passione degli attori del grande schermo per le serie televisive. E’ probabilmente questa mancanza apparente di novità che aveva spinto la Fox a relegare la serie alla mid-season, quasi a non credere nelle sue potenzialità. La serie ha avuto dieci settimane consecutive di crescita degli ascolti, che hanno sfiorato i 17,62 milioni di share, per un raiting del 6%. Ma basta parlare di dati: cos’è stato Empire e cosa promette di essere, in futuro? Se la produzione resterà nelle mani di Timbaland, probabilmente tanta roba!
La trama, un pater familias anticonvenzionale e la compagnia
La storia racconta di un re del pop (Terrence Howard) che, dopo aver scoperto di avere solo due anni di vita, decide di mettere alla prova i suoi tre figli per decidere a chi lasciare la sua casa discografica dopo la propria morte, Empire appunto. Il tutto naturalmente presuppone una famiglia molto particolare e disfunzionale, per essere onesti. Terrence Howard non è il padre dell’anno, non è un cittadino modello e non è neppure il marito ideale – né per la sua ex moglie, che esce di prigione proprio quando iniziamo a immergerci nella serie, e neppure per la fidanzata, che finirà con il tradire con l’ex moglie. Licious Lyon non è un uomo facile da amare ma è incredibilmente facile da odiare, probabilmente a causa di azioni spinte principalmente da desideri egoistici che non lo fermano né di fronte ai legami di sangue e neppure di fronte alle convenzioni sociali.
Da un lato è chiaro come un rapper, cresciuto di stenti, abbia bisogno di essere forte per portare avanti la sua azienda, dall’altro non si riesce proprio a perdonarlo per essere uno spietato assassino senza cuore. Non gli si riesce a perdonare l’odio senza limiti verso l’omosessualità del figlio Jamal, il desiderio di veder emergere le abilità canore del minore Hakeem a discapito del fratello, la volontaria cecità di fronte al bipolarismo di Andre. La forza di Lucious è anche la sua debolezza e le fondamenta del suo Impero poggiano su un indefinito numero di cadaveri, tra cui lo stesso cugino
La mamma, i tre leoncini e la lotta per il trono
Se c’è una cosa che supera (probabilmente) lo stesso protagonista sono gli altri membri della sua famiglia. Il mio personaggio preferito in assoluto è Cookie. Cookie Lyon sconta una sentenza di 17 anni in prigione per permettere al marito di continuare a cantare e aprire la sua casa discografica; lascia i figli, Hakeem praticamente in fasce, solo perché è convinta che il padre saprà prendersi cura di loro. E’ affascinante, senza peli sulla lingua, con dei capelli freschi di parrucchiere ogni mattina e con un guardaroba invidiabile. Non so quale scena sia il massimo, se quella in cui batte un criminale a suon di bicchierini di tequila o quello in cui si presenta in biancheria intima alla cena di famiglia. Cookie è il tipico personaggio che non si può fare a meno di amare.
Molto più divertente e calorosa è invece la storia di Jamal e Hakeem, profondamente legati tra di loro (come si percepisce fin dal
La musica e le guest star
Altro dato di forza della serie è senz’altro l’aspetto musicale. Dopo una stagione e mezzo, anche Glee si era reso conto che non bastavano le cover per portare avanti uno show e quindi le canzoni originali iniziarono a prendere piede. Qui si parla esclusivamente di canzoni originali che,
A questo si aggiungano delle guest-star che potrebbero facilmente essere in scaletta per i Music Awards di MTV: Snoop Dog, Estelle, Rita Ora, Juicy, Patty LaBelle, Charles Hamilton, Anthony Hamilton… devo continuare? Probabilmente neppure Glee conta così tante guest star degne di nota nell’arco di dodici episodi, il che la dice lunga sul successo e sullo spessore di questa serie – correggetemi se sbaglio.
In conclusione, se vi siete persi questa serie correte a recuperarla perché, poco ma sicuro, una serie del genere non si vedeva in circolazione da tantissimo tempo. Promossa a pieni voti (e con lode)!
Curiosità succose:
– Terrence Howard (Lucious) e Taraj P. Henson hanno già recitato insieme nel film Hustle & Flow del 2005
– Jussie Smollett, che interpreta Jamal Lyon, ha rivelato di essere omosessuale al talk show di Ellen De Generes
– Empire è la prima serie in 23 anni ad avere una crescita settimanale di telespettatori
– Jussie Smollett ha firmato un contratto con la Columbia Records e quindi si presume che presto sentiremo un suo album
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Prima Stagione
Perfetto
Valutazione Globale
Hustle&FLow è un film magnifico e ritrovare la stessa coppia qui mi ha convinto a dare una possibilità ad Empire, e a serie finita non posso che esserne contenta. Certo Empire ha delle derive alla “Dallas” abbastanza palesi, è una serie familiare e con intrecci che nascono e si sciolgono nel giro di due secondi ma è di una intensità unica. Per la prima volta da gennaio a ora posso dire di essere stata con il fiato sospeso ogni episodio (escludendo House of Cards che è in streaming) e di aver davvero avuto dubbi su come sarebbe andata a finire. Ottima serie con tanti elementi positivi e che riesce ad essere una serie musicale non fastidiosa alla Glee, ma corale e iconica. Consigliata a tutti…