
Downton Abbey: Recensione dell’episodio 6.05 – Episode Five
E’ sempre così quando ci si avvicina alla fine di qualcosa. La nostalgia ti investe con la forza di un uragano mentre i ricordi iniziano ad affiorare come piccoli icberg in quel mare di lacrime che, si da per scontato, finirà con il sommergerci tutti di qui a pochi giorni. Il countdown è iniziato e, proprio come per Lord Grantham, l’orologio segna l’ora di Downton. Non sarà un addio amaro ma agrodolce, piuttosto: tutti concorderete nel dire che ormai la serie di Julian Fellows ci ha regalato tutto quello che ci poteva regalare, stregandoci con quella compostezza d’inizio secolo e una trama che nessuno pensava potessimo arrivare ad amare così tanto. Eppure così è stato e ci siamo innamorati, episodio dopo episodio, della freddezza apparente di Mary, della devozione di Cora, della dolcezza di Edith e dell’anticonformismo di Sybil; ci siamo legati al burbero Carson, all’opportunista Barrow, alla composta Mrs Hughes, alla spontaneità di Anna e naturalmente all’ironica, straordinaria, inimitabile Lady Violet; abbiamo detto addio a Matthew, a William, a Sybil, ma abbiamo anche visto crescere George, Marisol e Sybbie. Con Downton siamo cresciuti anche noi e, benchè sembri impossibile, sono già passati sei anni ed è arrivato il momento di dire addio.
Un addio dal sapore strano poiché, al di là della naturale nostalgia, alla fine di una serie (a cui manca davvero poco) inizi a tirare le somme di quello che c’è stato e quello che invece è mancato. All’inizio (o a metà) di questa sesta stagione è mancato quel ritmo che aveva contraddistinto i suoi albori: le storyline dei singoli personaggi sono state diluite oltre misura, risultando più pesanti del necessario, e molti personaggi non hanno avuto nemmeno la fortuna di una storyline tutta loro, ormai eccessivamente sfruttati in passato e senza più nulla di nuovo da raccontare. Il vantaggio di un episodio come questo, tuttavia, è che non c’è più tempo per nessun temporeggiamento e quindi è necessario tirare le somme – cosa che Fellows, infatti, fa, rendendosene conto.
Nella battaglia per l’Ospedale cede anche il dottor Clarkson, passando dalla parte del progressivo gruppo capeggiato da Mrs Crawley e da Cora. Messa alle strette, Violet chiama dunque il Ministero della Salute e spera di convertirlo alla sua causa, ma non fa in tempo a scavar la trincea che Robert cade al suolo, sputando sangue e contorcendosi dal dolore. Non sono un medico e non intendo farne le veci, ma nessuno si era accorto che stava male (Cora in primis) e aveva pensato di suggerire un controllo? Il dottor Clarkson lo sapeva, come abbiamo scoperto, e quindi sembra quasi naturale domandarsi: non ha fatto nulla perché pensava che non fosse necessario o perché l’Ospedale non aveva i mezzi appropriati per fare qualcosa? Quello che era solo un elemento si sfondo, la malattia di Robert, diventa così improvvisamente centrale in quella battaglia che ha diviso le donne Crawley fin dall’inizio e con una delicatezza che solo Fellows poteva sfruttare, si trasforma nell’ago della bilancia, anche se ancora non sappiamo da che parte penderà quest’ultima.
La scena della cena è drammatica, sconvolgente, scossa elettrica di un episodio che altrimenti non avrebbe avuto elementi degni di nota. Mrs Huges-Carson non sa cucinare, Mary viene spinta senza troppi complimenti tra le braccia di Matthew Goode da un neo-scoperto Cupido (che è Branson) e Edith sembra aver trovato l’amore in qualcuno che non solo non è tedesco o sposato ma, grazie agli dei, è qualcuno che potrebbe renderla finalmente felice. So che sembrano piccole scenette satiriche ma, proprio come dicevo prima, ormai non c’è più molto da raccontare e alcune storyline ricadono nella banalità e riempiono il tempo di un episodio che altrimenti sarebbe stato vuoto.
Mary e Edith sono i lati opposti di una stessa medaglia, è vero, ma le due sorelle non potrebbero essere più diverse e lo vediamo ancora una volta nelle loro scaramucce amorose. Edith è una donna in carriera, alla direzione di un giornale, e ormai dalla vita ha ottenuto tutto quello che voleva, realizzandosi non solo come Lady Edith Crawley, ma anche donna di un mondo moderno in evoluzione – come discute con una delle candidate che intervista per la posizione di Capo Redattore. Avere l’amore di un uomo è un elemento necessario per la sua felicità e non per la sua realizzazione come donna, ed è questo che fa tutta la differenza. Al contrario Mary è alla ricerca di un uomo che sia suo pari, qualcuno che riesca non solo a tenerle testa economicamente e socialmente ma anche caratterialmente. Conosciamo bene Lady Mary ma questo non cambia il fatto che le sue pretese siano sempre state un po’ sopra le righe. Con Matthew l’abbiamo vista abbassare quel suo muro impenetrabile, anche se solo per poco, ma ora che è nuovamente tornato e noi non possiamo che sperare che Queen Mary ritrovi l’amore. Come Edith anche lei ha le sue responsabilità, la tenuta di suo padre in particolare, e ora che Robert è fuori dai giochi è letteralmente un fardello che pesa sulle sue spalle portandoci a chiederci se effettivamente abbia bisogno di qualche altro uomo nella sua vita, al di là di George.
Conclusasi la storia di Robert e della sua ulcera, più lieta è la conclusione della battaglia del Sig. Mason, finalmente proprietario di una fattoria tutta sua – per la pace mentale nostra e di Daisy. L’intervento di Andrew per salvare il Sig. Mason è stato un colpo di scena inatteso ma piacevole, probabilmente dettato anche dal desiderio di poter condividere quella fattoria con Daisy, prima o poi. Andrew che, dopo tanto tempo, abbassa la guardia con Barrow e gli permette di dimostrargli la sua amicizia (solo amicizia) e insegnargli a leggere. Confesso che dopo tanto penare, mi dispiaceva davvero per Barrow e per una volta – solo una, perché verso la fine siamo tutti più buoni – sono disposta a credere nelle sue buone intenzioni.
Downton continua con le sue note finali, ormai ben lontano dalla bellezza che aveva agli albori, ma riesce comunque a coinvolgere lo spettatore quel poco che basta per non allontanarlo dalla serie e legarlo a quest’ultima fino alla sua definitiva conclusione.
Premi della settimana
Premio sangue freddo: Lady Cora Crawley
Premio ‘mi-hai-screditato-con-il-buon-dottore’: Lady Violet Crawley
Premio Barcollo ma non Mollo: Lady Mary
Premio Cupido: Tom Branson
Premio Masterchef: Mrs Hughes-Carson
Premio piccioncini della settimana: Mr. Mason e Mrs. Patmore (che dolci sono?!)
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Ci siamo scordati della sempre più mitica Denker…
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Ma lo splatter del finale??? …Boh a me a spiazzato…