
Downton Abbey: Recensione dell’episodio 6.01- Episode One
Rispolverate le bombette e le buone maniere, perché Downton Abbey fa sul serio in questa sesta e ultima stagione. E, per serio, intendo calarsi a 360 gradi in quel mondo di cliché downtoniani che abbiamo imparato ad amare e odiare, allo stesso tempo.
Temi, intrallazzi e problemi con la legge sono sempre gli stessi, e si sovrappongono a spunti di carattere sociale, finanziario, storico, ma anche – wait for it – sessuale. Quest’ultimo, ovviamente, è lo sviluppo che ci imbarazza e contemporaneamente ci interessa di più, ma che anche regala quell’ eleganza e emozione con cui la serie ha conquistato anni fa il ventricolo più posh del nostro cuore.
Detto questo, mi auguro che in futuro anche voi ricorderete quella conversazione come “la volta che ho davvero preso i sali”. Ci siamo chiesti tutti, l’anno scorso, se il matrimonio d’amore tra Elsie e sopracciglio-pazzo-Carson sarebbe stato anche un matrimonio di passione … La risposta è sì e, data nel più tenero e romantico dei modi, mitiga lo spaesamento iniziale. (Nonostante questo, livello di sudorazione: incontrollabile.)
“You astonish me! But what can I do?”
Dopo il sesso nella terza età, la FATICA DEL LAVORO è l’altro tema forte dell’episodio e, sospetto, di tutta la serie.
Mettendo al bando l’indolenza, le signorine Crawley si confrontano con la ricerca di una professione: Edith pensa di trasferirsi a Londra, mentre Mary sarà il nuovo amministratore della tenuta. Ma è downstairs che, come al solito, bisogna rassegnarsi alla meschinità della vita. Quella volpona di Miss Denker scatena una vera e propria guerra tra poveri, rivelando le intenzioni dei Grantham.
“Are you trying to suggest in your usual maladroit fashion, that our jobs are in peril?”
Nel 1925, chi ha più bisogno di maggiordomi, vicemaggiordomi, camerieri e valletti? (Livello di approfondimento sociale: discreto).
LA QUERELLE SULL’OSPEDALE e IL RICATTO sono gli altri temi dell’episodio, ma ahinoi, revival di vecchie trame.
La prima è un escamotage un po’ trito per riaccendere la miccia tra la Dowager e Mrs Crawley. Le vegliarde dello show tornano a battibeccare su questioni di principio, arbitrate come sempre da quella banderuola del Dr Clarkson. Ma, come fa notare Mrs Crawley, c’è un’amicizia in pericolo e non è accettabile tornare alle vecchie scaramucce. (Livello di ripetitività: alto, ma chiudiamo un occhio).
La seconda invece è un pretesto, poco riuscito e per fortuna concluso, per dare a Lady Mary qualcosa da fare in attesa del ritorno di Henry Talbot (Matthew Goode). In modo alquanto bizzarro, l’ennesimo scandalo messo a tacere la rende una vedova indipendente agli occhi del padre e quindi, secondo un moderno schema di valori, degna di gestire una tenuta nobiliare. (Livello di credibilità: non pervenuto).
In ultimo, ci sono anche loro: I BATES, ormai sinonimo di yella imperitura. Scagionata la sempre più funerea Anna, una nuova tragedia è all’orizzonte. Un divorzio difficile, un’ingiusta incarcerazione, uno stupro, un’altra ingiusta incarcerazione non erano abbastanza: è il momento dell’infertilità e della depressione. (Livello di misericordia: mai abbastanza alto).
Una menzione speciale va all’involontaria sfrontatezza di Spratt
“I will m’lady, although you could have rung for her yourself… I was… I was thinking aloud”.
(Livello di sprattitudine: alle stelle).
Senza scatenare rivoluzioni che potrebbero turbare i nostri cuori rattrappiti, Downton apre una stagione serena, leggermente autoironica, e determinata a concludere le troppe trame lasciate in sospeso.
Si festeggia tutti insieme lo scagionamento di Anna, la nobiltà scende in cucina, si chiudono vecchie ferite, se ne aprono di nuove, ma soprattutto si guarda al futuro. L’attesa spossante del vero cambiamento è (sembra…forse…non mettiamoci la mano sul fuoco), quasi finita.
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Livello di misericordia: mai abbastanza alto.
Ah ah ah! Grande! 😀
Si, i Bates #mainagioia sono ormai inguardabili… sono delle macchiette di se stessi, ma il resto rimane sempre molto belle… giusto per citarti, Puci, qui è la linea comica che tiene alta la bandiera… 😀
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