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Doctor Who: Recensione dell’episodio 9.12 – Hell Bent

Prima di appassionarmi ai telefilm, divoravo decine di libri. Accumulando tomi su tomi, ho realizzato che i più belli, almeno per me, sono quelli che ti trattengono col fiato sospeso fino all’ultima pagina, che ti riempiono la testa con accadimenti apparentemente fini a se stessi, frasi belle e profonde che rimandano a un qualcosa che non comprendi subito. Fino alla maledettissima ultima pagina, dove tutto si rivela, tutto si chiude. Ho chiuso un paio di libri in questo modo, pensando: “Diamine, è un capolavoro questo!”. Ho imparato, iniziando ad accumulare minuti su minuti di serie tv, a riscoprire lo stesso schema anche in questo mondo. Mi sono sentito più o meno nella stessa maniera quando alla fine di questo episodio finale ho capito, quando soltanto nell’ultimo minuto ho realizzato cos’era successo nel corso dell’ultima ora che avevo vissuto. Non ho esclamato “è un capolavoro!” perchè ci sono stati finali migliori, ma questo di sicuro è stato un “diavolo di episodio!”.doctor who 9.12 season finale peter capaldi guitar

Una volta assimilato che la scena finale della precedente puntata era un bel bluff di quelli in perfetto stile Moffat, si è voluto porre fine una volta per tutte alla storia di Clara su due piani: quello che ha significato per il Dottore, e quello che ha significato per lo show. Per il Dottore Clara era diventata una malattia, un’ossessione: ce ne rendiamo conto solo in questo episodio. Prima poteva essere considerata la sua migliore amica, verso metà di questo finale si azzardava addirittura la parola amore, ma alla fine si capisce chiaramente che il pensiero di lei è diventato talmente ossessivo da fargli perdere quasi la sua natura, il suo essere Dottore.

Ha ucciso in nome di Clara: e anche se tecnicamente ha ucciso un Signore del Tempo che può rigenerarsi (a proposito, era necessario ricordarci che ormai esistono le rigenerazioni che implicano raramente il cambio di sesso?), è comunque andato oltre le regole che si era autoimposto. Ecco quindi che alla fine si invertono i ruoli. Ecco che Clara diventa Dottore, ecco che è il Dottore ad essere un companion che ha bisogno di essere salvato e curato. Ed è per questo che dalle parole tratto distintivo della ragazza impossibile viene cancellata la parte “Ricordami”. La cura per tornare ad essere un Dottore completo è dimenticarsi di Clara. Anche questo, in un certo senso, è un andare oltre le proprie regole: il Dottore non dimentica mai, come spesso ripete; eppure questa volta è necessario e doloroso. Via i ricordi, non tutti e non completamente: resta un qualcosa di sbiadito, doctor who 9.12 season finaleun’ immagine in bassa definizione di un momento che sai che è stato epico insieme ad una persona molto speciale, ma che continua a sfuggire alla tua memoria; prima o poi ti tornerà in mente. Cala dunque il sipario in maniera dolorosissima anche questa amicizia che sembrava immortale e che sembrava poter sfidare tutte le leggi del tempo e dello spazio.

E possiamo star certi che è finita perché, come si diceva prima, Moffat si assicura che Clara sia morta anche per lo show. In questo episodio è come se l’attuale showrunner della serie si sia reso conto del “mostro” che ha creato: una companion capace di eguagliare il Dottore, di superarlo al punto da salvarlo più e più volte. Ha capito che sarebbe stato un finale spettacolare se avesse giocato con gli spettatori servendogli sia quello che più odiavano, sia quello che più amavano allo stesso tempo: una Clara Signora del Tempo, metaforicamente parlando. Una Clara che scorrazza via in un Tardis nuovo di zecca, ma che possiamo assicurare, tornerà a Gallifrey riconsegnandolo ai legittimi proprietari, e riconsegnando se stessa alla morte. Moffat ha lasciato sempre quel “margine di manovra” per farci temere che l’impossible girl prima o poi possa tornare, ma credo proprio che il Dottore non la rivedrà più. Il cacciavite totalmente nuovo, in questo senso, è il simbolo di un nuovo inizio.

Eppure Moffat non abbandona mai il vizietto di non dirci esattamente come tutto va a finire, lasciandosi alle spalle molte porte aperte. La storia dell’ibrido sedoctor who 9.12 season finale rassilonmbra conclusa, con la versione della profezia data da Ashildr/Me che sembra essere quella corretta, ovvero che l’Ibrido in realtà sia il dynamic duo Dottore/Clara. E sembra anche che il Dottore in fondo non sia lui stesso un ibrido, come persona, anche se non lo dice apertamente. Insomma, classico stile Moffat: restatevene sulle spine, che io vi tengo bene lì.

Nessuno, me compreso, si aspettava un finale del genere, basato essenzialmente su Clara e con così poco spazio dato al ritorno di Gallifrey. Tutti, me compreso, avremo pensato per almeno una volta nel corso di tutto l’episodio: “Cosa diamine sto guardando? Ma è il finale questo?”. A suo modo, è un finale. Uno di quelli che distruggono a livello emotivo. Anzi, rettifico togliendo “a suo modo”, perché lasciarlo sarebbe solo una giustificazione per chi non voleva questo come finale. Poteva essere un finale diverso? Si, perché ci sono troppe cose che hanno fatto vedere solo per accontentarci, ma di cui vorremmo aver saputo di più. Doveva essere un finale diverso? Forse no. Doveva esserci una fine definitiva alla storia di Clara, che, come già ribadito prima, era diventata la malattia del Dottore. In fondo non era scritto da nessuna parte che dovesse essere un episodio “coi botti”: ci era stato preannunciato, ma era un bluff e ci siamo cascati.

Certo, il fatto di non aver sfruttato fino in fondo il tema “ritorno di Gallifrey” è un difetto che grava sul giudizio dell’intera nona stagione. Rassilon, per la manciata di minuti che compare, non è neanche l’ombra del villain che in passato è stato, e se anche questa trama viene effettivamente chiusa con l’esilio di quest’ultimo e col Dottore che diventa Presidente (ma il tutto va troppo velocemente), sono tanti i punti interrogativi che pendoctor who season finale 9.12 peter capaldi jenna colemandono ancora sul capo del pianeta natio dei Signori del Tempo. La sensazione è che è stato sprecato l’elemento sorpresa: poteva essere il momento giusto per farci capire finalmente tutto della Guerra del Tempo e di come si è salvato il pianeta dal blocco temporale. La prossima volta potrebbe essere tardi.

La nona stagione di Doctor Who giunge così al termine, in attesa dell’episodio natalizio a cavallo tra questa e la prossima. È stata sicuramente un’annata positiva, nonostante i difetti: migliore rispetto alla precedente, soprattutto sotto il profilo della sceneggiatura, mentre sia Peter Capaldi che Jenna Colman si confermano due attori di grandissimo spessore. Si potrebbe quasi azzardare che quest’ultima puntata un po’ riassuma l’intera annata: bella, ma si poteva osare anche di più.

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Mario Altrui

Web Content Editor per Telefilm Central dal lontano 2014. Scrivo pareri soggettivi richiesti da nessuno sulle mie serie televisive preferite.

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4 Commenti

  1. Ed ecco il mio immancabile commento…!
    Sono d’accordo su Gallifrey; non ha avuto lo spazio che meritava, ma hanno dovuto operare una scelta su più fronti.
    Da un lato sapevano di dover tenere conto di un minutaggio specifico e hanno dovuto sacrificare Gallifrey; a far pesare la scelta è stata l’idea ormai già consolidata di far dimenticare tutto al Dottore. Se dovessi scegliere di mostrare qualcosa che tanto alla fine non avrà peso, anche io taglierei corto, forse. Dall’altro credo che ci sia molto tempo per concentrarsi sulla storia della guerra del tempo e di tutto il suo contorno; vogliono tenerselo (a ragione) come asso nella manica anche un eventuale finale che sia DEFINITIVO (il che è strano da dire, visto che la serie era già stata chiusa…eppure eccoci qui). Ed è possibile che vogliano concentrarsi su Gallifrey senza Clara, che ormai anche loro vedono come un peso. La saga dedicata alle origini del Dottore dovrà essere qualcosa di nuovo (e anche tu lo hai specificato, parlando del taglio che questo episodio fa sulla storia stessa) e non potrà esserci Clara; era, quindi, giusto concederle un finale serio e ‘pesante’, studiato in modo tale che sia più che definitivo e che costituisca un nuovo spartiacque nella storia del Dottore.
    Ora non ci resta che aspettare che torni River; mostrare il Dottore che chiude la porta con lo schiocco la preannuncia…e non solo per lo speciale, forse è arrivato il momento di tappare gli 800 buchi che caratterizzano la sua storia e gli autori lo sanno. Non la amo particolarmente, intravedo in lei la stessa fastidiosa arroganza che muoveva Clara. Entrambe sono studiate per essere la perfetta controparte del Dottore, persone al suo livello (se non, a volte, anche oltre). Credo che sia in questo elemento il nodo del problema: una companion è più funzionale quando è più umana, meno arguta e presuntuosa. E’ sempre stato quello a rendere il Dottore più umano, avere una ragazza ‘normale’ accanto e non uno pseudo Dottore in gonnella che vuole i riflettori puntati su di sé. Senza contare che nella psicologia della serie, la companion serve a noi per l’identificazione col personaggio e prenderne uno così intelligente e addentro alle questioni del Dottore non mi aiuta a mettermi nei suoi panni, me lo rende solo più ostile e lontano.
    Bellissima recensione come sempre…e perdonami per i poemi che scrivo ogni cavolo di volta!

  2. Io ho trovato questo episodio così romantico da poterlo considerare un’unica grande dichiarazione d’amore di Moffat al personaggio di Clara. Perché diciamoci la verità River non è e non sarà mai la moglie del dottore ne la sua compagnia (nel senso proprio del termine) perché non è capace, non è all’altezza non è stata mai trattata da Moffat in questo modo. Lo showrunner si è ritrovato questo personaggio in eredità e lo ha saputo sfruttare in modo sbagliato e io credo che nessuno di noi abbia mai considerato River come l’amore del dottore. Ed è invece Clara che con questo suo delicato addio risulta essere la donna fondamentale, la companion che più ha lasciato un segno nel nostro alieno preferito e che moffat decide di non distruggere fino in fondo. Perché è vero che Clara non tornerà ma Moffat non lo esclude, lascia la porta socchiusa, decide di non togliere la speranza di un incontro, di un possibile randevouz tra i due. Clara vince sulla scrittura drammatica e vogliosa di colpi di scena di Moffat, ne esce viva e completa e forse unico personaggio fedele a se stesso dell’intera serie.
    Io ho amato questo finale, l’ho trovato divertente, avvincente, grazioso e delicato ma nella sua grazie anche potente e capace di scavare nei sentimenti dello spettatore facendolo piangere e sorridere. Il capitolo Clara è chiuso, Capaldi resta, e sinceramente la stagione di quest’anno si riscatta della piattezza dei precedenti episodi…go on Steven!

  3. Grazie Claudia! Ma figurati, i tuoi poemi sono sempre ben graditi 🙂
    Credo che il discorso che hai fatto sui companion verrà applicato per il prossimo, anche se è possibile che non sia umano. Qualcuno dice anche che potrebbe essere un companion maschile, figura che manca da un bel po’ nella serie.

  4. Sono assolutamente d’accordo con quello che dici su River: neanche io l’ho mai vista come la vera moglie del Dottore! Questo probabilmente a causa del fatto che River è uno dei personaggi con il quale il Dottore ha trascorso più tempo off-screen, non ci hanno fatto vedere l’evolversi reale della loro relazione (solo un appunto Cate, River Song è di creazione Moffat, era suo l’episodio della biblioteca). Mi fa piacere sapere anche che allora non dovevo avere timore di parlare di “amore” tra Clara e il Dottore, mi era sembrato troppo azzardato da scrivere e approfondire, anche se la scena dove lei si rende conto del tempo trascorso dal Dottore nel disco è abbastanza rivelatrice 🙂

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