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Doctor Who: Recensione dell’episodio 9.11 – Heaven Sent

Può Capaldi reggere sulle sue spalle un intero episodio di Doctor Who? Dopo Heaven Sent credo di poter affermare con assoluta certezza che si, Capaldi non solo può condurre egregiamente le fila di un episodio interamente incentrato sulla sua figura ma – che Matt Smith non me ne voglia – può farlo anche con maestria. Il paragone con Matt Smith non è fatto per evidenziare, ancora una volta, il differente approccio dei due attori al ruolo del Dottore (ormai siamo ben oltre quel punto) ma piuttosto per elevare l’interpretazione di Capaldi ad uno dei momenti più alti del Doctor Who di Matt Smith. Questo episodio, per tantissimi aspetti, ci riporta a quelle note finali della quinta stagione, a quel Pandorica Opens in cui Matt Smith urlava contro il cielo che chiunque avesse osato sfidarlo se la sarebbe vista con il ‘Doctah’.

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Capaldi aveva promesso a Clara, nei suoi ultimi momenti di vita, che nessuno avrebbe pagato per la sua morte, che non ci sarebbe vendetta. Regola numero due: il Dottore non fa sempre quello che dice. Clara è la prima companion ad essere morta, la prima che il Dottore non è riuscito a salvare da un destino crudele, la prima ad avere pagato il prezzo più alto per aver osato viaggiare con il Mad Man in a Box. La prima immagine che abbiamo del Dottore è quella di un uomo arrabbiato, ferito, sconvolto, che cerca di tenere insieme i pezzi del suo essere che sembrano sul punto di crollare. E’ un’immagine straziante e brutale, che quasi subito viene messa da parte di fronte a qualcosa di più sconvolgente: il dottore è dentro una prigione. Non una prigione qualsiasi, bensì proprio quella in cui gli ‘assassini’ di Clara l’hanno teletrasportato. Persone che pagheranno, non appena il Dottore riuscirà a trovare una via d’uscita.

Il compito non risulta di certo facile, dal momento che si tratta della sua prigione ‘personale’, compreso il mostro che popola i suoi sogni: tutto ciò che gli fa paura è lì, disegnato appositamente per tenerlo in trappola, torturarlo persino. La fuga del dottore per i desolati corridoi del castello è in realtà una fuga da se stesso, dalle sue più profonde paure, quelle che confessa gradualmente alla creatura senza volto, solo per guadagnare pochi minuti di vita e continuare a fuggire. Una fuga che, tuttavia, si conclude sempre allo stesso modo, ciclo dopo ciclo.

Perché il Dottore sa di non aver viaggiato nel tempo come sa che le stelle in cielo non corrispondono al suo ‘tempo’. Dove – o meglio dire quando – si trova, allora? La risposta arriva, come una spada di Damocle calata con estrema precisione sui nostri sentimenti già straziati, alla fine: il Dottore sopravvive, sempre, salvandosi di volta in volta. Anche se vuol dire ripetere all’infinito una routine che non ha altro vantaggio se non quello di portarlo sempre più vicino a ‘Casa’, racchiusa dietro un muro di materiale più duro del diamante. Ma non sarebbe il Doctor Who se si arrendesse e quindi eccolo combattere con insistenza, millennio dopo millennio, fino ad arrivare a scoprire l’identità dei suoi carcerieri e dei suoi nemici, dei responsabili della morte di Clara. Gallifreyani, è meglio che vi mettiate a correre. Spero per voi che abbiate delle scarpe da ginnastica comode.

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La rivelazione sorprende tanto se non più della morte stessa della Ragazza Impossibile. Eppure è una verità che è inutile negare, soprattutto quando si staglia contro il cielo in forma di una città luccicante che non lascia dubbi: Gallifrey è responsabile di ciò che è successo al Dottore, i Gallifreyani l’hanno intrappolato in un castello per più tempo di quanto possiamo anche solo immaginare. Una punizione, una condanna, una sentenza emanata dal suo stesso popolo. Un popolo che ha le ore contate, sembrerebbe, visto che lo stesso Capaldi confessa, con un ghigno dipinto in volto, che non esiste alcun ibrido e che è lui quello destinato a distruggerli. Non c’è nulla che sia per metà Dalek, va contro la loro stessa natura, dunque l’Ibrido è qualcosa di diverso, qualcosa per metà Signore del Tempo e per metà… qualcos’altro. Probabilmente è proprio di quella ‘metà’ che il pianeta originario del Dottore ed i suoi abitanti dovrebbero avere paura, perché non lo vedo dell’umore di perdonare facilmente qualcuno.

Malgrado non appaia quasi mai frontalmente, soltanto di spalle, la presenza di Clara si percepisce per tutto l’episodio. Come era accaduto già a Jemma in Agents of SHIELD – quando aveva ossessivamente ripetuto il nome di Fitz, come se fosse l’unica cosa concreta a cui potersi aggrappare su un pianeta straniero – così il Dottore usa doctor who_stills_911_4Clara come la sua coscienza personale. Ogni volta che è perduto ed è sul punto di cedere, si rifugia in quell’angolino sicuro della sua mente (che guarda caso ha le fattezze del TARDIS) e domanda a Clara quale sia la strada giusta da seguire, quale l’azione giusta da compiere. La risposta arriva sotto forma di domanda, un’altra a cui il Dottore sottopone se stesso, costringendo il suo subconscio a rispondere e quindi a combattere, senza arrendersi, fino ad (un’altra) fine. Perché quella arriva puntale, sempre.

Brilla per l’intero episodio Capaldi ed il suo ininterrotto monologo di 40 minuti. Brillano le sue espressioni, brilla la lentezza con cui ripercorre i suoi passi, prima di rendersi conto di essere in un circolo infinito che, proprio come gli ingranaggi che fanno girare la fortezza, prende un ritmo sempre più veloce, accelerando sulle note finali, doctor who_stills_911_5poco prima che il muro impenetrabile crolli e che il Dottore posi piede sul suo pianeta natale. Il Dottore si lascia alle spalle i teschi dei suo ‘se’ passati, le incertezze, l’angolo sicuro in cui Clara era ancora in vita, e fa un passo in avanti verso il futuro. Un futuro o un passato? Il quando è ancora incerto, anche se di sicuro una parola potremo associare al finale di questa nona stagione: vendetta.

Un episodio che personalmente mi ha convinto, dall’inizio alla fine. Un episodio che probabilmente non avrebbe stonato neppure al centro di questa nona stagione un po’ troppo incentrata sulle guest star. Funziona come penultimo episodio (benché avesse grosse potenzialità da sfruttare anche in differente contesto) e di certo non mancherà di regalarci un finale inversamente-adrenalinico la settimana successiva.

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Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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7 Commenti

  1. Che episodio! L’ennesima dimostrazione che quando Moffat si mette e scrive singoli episodi, non c’è nessuno che possa superarlo. Poi però vuole fare i plot twist alla grande, e cambiare l’intera natura del Dottore e a quel punto o lo odi o lo apprezzi fino in fondo. Spero che alla fine abbia bluffato, con la storia che in realtà il Dottore ha lasciato Gallifrey perchè era lui l’ibrido, e che magari l’ibrido di cui parla sia in realtà Ashildr/Me o boh. Anche perchè andare a riprendere una frase del film dell’Ottavo Dottore dove diceva che in realtà lui è mezzo Time Lord e mezzo Umano, dopo che per anni è stato fatto intendere che lui lì stesse bluffando, mi sa tanto di “andiamo a rendere canonico qualcosa che tutti credevano fosse una stronzata!!”.
    Giudizio sospeso fino alla fine della serie, per me. Nel frattempo grande episodio e grande Capaldi! E grande anche la recensione, Katia 🙂

  2. Ecco, per esempio, la questione dell’Ibrido io non la sapevo neppure – grazie come sempre alla Caterina che mi spiega queste cose. Però da una parte puoi anche dire ‘Ah, bravo, ha ripreso una cosa della serie originale, che figo!’ e dall’altra finisci con l’odiarlo Moffat perchè, giustamente, se sei una persona normale che ha visto solo il reboot e certe cose non le sai, ti senti parecchio limitato e ignorante. Io, personalmente, che l’ho scoperto dopo aver scritto, mi sono sentita così. E quindi la genialità di Moffat per adesso è rinchiusa in una scatola (non blu) con tante brutte paroline che vorrei gridargli dietro… ma comunque, aspettiamo di vedere dove ci porterà il finale 🙂
    Grazie Mario!

  3. In un certo senso concordo con Mario (e sai che novità! 😀 ) perché ormai è chiaro che con Moffat non possono esistere mezze misure, o lo si ama o lo si odia. L’episodio è assolutamente perfetto fino agli ultimi istanti, come ritmo e come struttura.

    Piccola parentesi: non voglio essere assolutamente presuntuosa, ma tra una discussione e l’altra ero arrivata già per i fatti miei che i responsabili fossero i Gallifreyani. Così come gli indizi per capire che fosse sempre il Dottore ad attivare il ‘teletrasporto’ (che in realtà era una fotocopiatrice) c’erano dall’inizio e purtroppo lo avevo capito.
    La parentesi mi serve per dire che i due plot twist dell’episodio erano fin troppo prevedibili ma, come sempre, il Dottore non si apprezza per gli incredibili colpi di scena, ma per i meccanismi che lo portano alla risoluzione e anche in questo episodio l’escamotage è a dir poco geniale.
    Quindi! Di per sè l’episodio non mi disturba, Capaldi è stato grande, magistrale potrei azzardare; hai tirato in ballo Smith e ti posso dire che Capaldi è proprio ad un altro livello, non può esistere competizione (e forse qui il mio giudizio è un po’ influenzato dal fatto che a me Smith come Doc non è piaciuto).
    Esiste un però purtroppo: mi ha mandato in bestia sentirgli dire che regnerà sulle ceneri di Gallifrey. Anche qui, la serie è disseminata di ‘indizi’ che ci portano a capire che lui prova rimorso per essere un po’ il carnefice del suo stesso popolo; quello che non mi va giù è sentirglielo dire in quel modo e per una motivazione che non sta in cielo nè in terra! Sapere che tutto è successo per colpa di Clara è orribile, stupido e svilente per l’intera nuova serie. Speravo che Gallifrey fosse finita per un motivo un pelino più serio, che ci fosse in ballo qualcosa di più grosso! Nello speciale per i 50 anni si è parlato dei bambini che sono morti….e devo venire a sapere che sono morti perché lui è in lutto per Clara?! Dai! Possibile che non sentano la necessità di essere coerenti? Possibile che non gliene freghi nulla di quello che già è stato ABBONDANTEMENTE detto? O di dettagli che hanno fatto la differenza? Che ci hanno emozionato? No, sembra che amino asfaltare qualsiasi cosa, anche la logica.
    Un vero peccato fra l’altro! Tanto l’episodio quanto la stagione mi erano piaciute! Ho apprezzato diversi dettagli della stagione, a volte mi era anche sembrato d’aver avuto una visione distorta del lavoro di Moffat (quasi sbagliata)! Non mi ritrovavo a spendere parole buone dall’epoca Tennant! Ad una prima visione l’era Smith mi era piaciuta, poi lo riguardai con più attenzione e mi resi conto che si stava iniziando un lavoro d’impoverimento e la coerenza andava perdendosi; poi è arrivata l’ottava stagione ed è stato uno sfacelo, compresa di Clara che sembrava voler scalzare il Dottore con tutta quell’arroganza e quella perfezione a dir poco impossibile.
    Ah, per concludere…Ringrazio Mario per avermi ricordato delle parole dell’Ottavo Dottore, di primo impatto io alle parole di Capaldi avevo pensato a qualcosa di più poetico, del tipo: si sente in parte umano perché ormai la Terra è casa sua e da tanti ormai si adopera per gli esseri umani (che ne dica quella scema di Ashldr) e questo fa del Doc uno di noi, più o meno. Andrò a ricercare il frammento di cui parla Mario (vedi tante volte a non ripassare la storia del Dottore? Fai confusione XD)

    Alcuni passaggi di quello che ho scritto potranno risultare incomprensibili e sarò felice di spiegarmi (soprattutto per i miei continui disappunti a Smith e al suo periodo come Dottore).

    Detto questo, complimento per la recensione 🙂 Mi sei piaciuta più dell’episodio stesso 😀

  4. Si indubbiamente riprendere tutte queste minuzie che ai britannici più british che ci siano non sfuggono, può essere un buon colpo di genio. Ma dipende come lo riprendi e quale minuzia riprendi. Questa dell’ibrido in particolare è un po’ presuntuosa da riprendere, dato che il film era una americanata e i produttori dell’era moderna se non sbaglio hanno definito quella affermazione come uno scherzo del Dottore. Vedremo come sarà gestito il tutto nel finale…

  5. Dunque…che fosse il dottore responsabile del plot twist finale io lo avevo capito perché Moffat non ha dato modo in questa stagione di potersi immaginare un cattivo finale come lo scorso anno con Missy, quindi che ci fossero i signori del tempo e che il dottore fosse egli stesso responsabile degli accadimenti nella prigione mi sembrava palese. Poi l’episodio in se è avvincente e devo dire anche ben fatto, io Capaldi l’ho amato subito credo che abbia fatto un lavoro egregio e se avevate dei dubbi questo episodio lo conferma. Il mio unico problema per quanto riguarda l’episodio è il seguente: perché la stanza del tardis non si rigenera ogni volta che il dottore va li da un pugno e viene acchiappato dall’incappucciato?
    Per quanto riguarda la stagione gli interrogativi sono molteplici e più che interrogativi sono delusioni, io mi aspettavo una maggiore enfasi data al ritrovamento di Gallifrey magari da episodio speciale o da storyline affidata ad una nuova rigenerazione, perché a me sembra buttata a caso. Poi aver preso come cattivo nella prigione il “the Veil” che sullo schermo non si era mai visto e questa cosa dell’ibrido insomma Moffat ha il complesso del “Creatore” ma anche basta.
    Io credo che tutto come al solito si risolverà in fuffa e probabilmente Capaldi nello speciale di Natale si rigenererà perché aver costruito una stagione intera sulle “special guest” è sintomatico di un calo di interesse nel pubblico…

  6. Pare che quella stanza non si resetti perchè progettata per essere l’ultima stanza, dove il Dottore poteva solo arrendersi e rivelare il segreto finale. Insomma, i Signori del Tempo erano sicuri di averlo preso in trappola con quella parete speciale, e che non avrebbe mai concepito il piano che ha poi effettivamente escogitato per fuggire. È un po’ debole, se è così.

  7. Ci tenevo a rispondere, senza essere così prolissa però (ci proverò).
    A differenza tua io continuo a preferire l’Era Smith a quella di Capaldi e quindi suppongo che questo influenzi un pò le nostre opinioni, ma non si parla del Dottore tanto quanto del ‘contorno’, in questa particolare circostanza. Non so se credere, in fondo, che la colpa della distruzione di Gallifrey sia effettivamente Clara: potrebbe essere come potrebbe essere (siamo parlando di Moffat, dopotutto) che si tratti semplicemente dell’ennesimo modo per farci credere in qualcosa e poi capovolgere tutto ancora una volta. Spero sia così, anche perchè mi rifiuto proprio come te di pensare che sia tutto per colpa di Clara. Da una parte sarebbe coerente con la mentalità del Dottore ma non spiegherebbe la sua ‘colpa’ per così dire, quella che si porta dietro circa la fine dei suoi simili. Insomma, o ti senti responsabile o ti senti in colpa, non è che siano due cose che vanno a braccetto. Ancora una volta echeggia la parola coerenza e quanto rimanga in piedi. Vedremo.
    Personalmente non vedo l’ora di scoprire cosa ha programmato Moffat per questo finalone!
    Grazie mille del commento Claudia 😀 gentilissima!

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