
Doctor Who: Recensione dell’episodio 8.05 – Time Heist
Eccoci qui, siamo al quinto episodio. Ci siamo immersi per bene nell’ottava stagione e la nostra conoscenza con questa nuova personificazione del dottore si sta diventando sempre più approfondita. Nonostante la sensazione di familiarità si stia facendo più forte, Capaldi riesce ancora a regalarci dei preziosi momenti di disorientamento in cui ci troviamo spiazzati dal suo comportamento e dalle sue reazioni. Il suo non è il viso un po’ strano ma rassicurante di Matt Smith, è duro, mobile, spigoloso… e vecchio. E anche le sue azioni, i suoi scoppi, sono spesso ruvidi a volte quasi sgradevoli. E sono proprio questi momenti che mi affascinano di più, quelli in cui riesce a trasmettere quel vago senso di inquietudine, quella lieve impressione che questa versione possa davvero rivelarsi “l’uomo pazzo in una scatola blu”.
Questo Time Heist si posiziona su un gradino più basso rispetto al bellissimo Listen della scorsa settimana, nonostante presenti degli spunti davvero buoni e dei momenti perfetti, concentrati soprattutto nella prima metà.
“Still I don’t understand why you are in charge.”
“Baically, it’s the eyebrows.”
Uno dei modi migliori per iniziare un episodio è quello di spiazzare totalmente lo spettatore e questo Time Heist ci riesce benissimo. I primissimi sono i minuti più classici che si possano avere in un episodio del dottore (cosa avrebbero combinato a Brighton?!), ma vengono spazzati via da un’ inaspettata chiamata telefonica. Istantaneamente i nostri si ritrovano in una stanza misteriosa senza sapere come ci siano finiti, ma con la sola certezza di esserci andati volontariamente. I comprimari di questo episodio sono ben scelti e la loro interazione con Clara e il Dottore è subito dinamica ed interessante. Ognuno ha una buona storia e una caratteristica peculiare abbastanza forte da non relegarli sullo sfondo come è successo in passato in altri episodi.
Divertente l’immagine patinata della banca (anche se si sarebbe potuto esagerare ancora di più) e i momenti alla Ocean Eleven con il dottore nel bizzarro ruolo di rapinatore di banche, però, per quel che mi riguarda, lo svolgimento e soprattutto la parte finale, non hanno retto le
Anche le finte morti di Psi e Saibra tolgono un po’ di mordente all’episodio pur risultando funzionali alla scoperta (non del tutto inaspettata) che l’architetto sia in realtà il Dottore. Rivelazione che funziona e non funziona a livello di ritmo e si perde in una spiegazione un po’ farraginosa degli eventi e che rischia di rendere ancora più evidenti le fragilità narrative dell’episodio.
La banca super sicura si rivela non essere poi così inespugnabile e rimane strano che il Dottore sia riuscito a piazzare indizi ed aiuti per la sua squadra così facilmente. Fa sorridere anche che, dopo tutti i trucchi e i traffici per aprire il caveau, alla fine si riesca ad entrare nell’ultima stanza tramite una presa d’aria. Insomma, una serie di facilonerie che, se da una parte non disturbano troppo, dall’altra tolgono un po’ di smalto all’episodio già segnato da alcuni stacchi registici un po’ confusi: vedi il dentro e fuori dalla banca ad inizio episodio che ci lascia a chiederci per
Nota positivissima dell’episodio la bella Keeley Hawes, in un ruolo un po’ sacrificato ma che ha i suoi grandi momenti con i suoi cloni sempre deludenti che licenzia ed elimina senza alcun rimpianto.
In conclusione, in sé l’episodio non risulta brutto e presenta degli elementi che avrebbero potuto entusiasmare chiunque come alieni mangia ricordi, rapine in banche spaziali, cloni, mutanti, ma manca l’occasione di sfruttarli al meglio rimanendo un po’ superficiale.
PS: okay, l’apparente indifferenza del dottore al trucco e ai vestiti di Clara è stata notata. Arriviamo da qualche parte?
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8.05 – Time Heist
Non sfrutta il potenziale
Valutazione Globale
Episodio filler con belle ambientazioni (rotoli e rotoli di greenscreen) e dei companions temporanei molto stuzzicanti, è vero che la sensazione è quella di un’ottima trama un po’ buttata lì e non aggiustata ma se pensiamo che l’episodio dura 40 minuti e stiamo parlando di una trama alla Ocean’s 11 forse è anche giustificabile, detto ciò mi piace che ogni episodio si auto conclusivo perché moffat con le tramone orizzontali non ci sa fare, non le sa gestire e spesso pastrocchia, come abbiamo notato con “il silenzio” dell undicesimo, quindi io sono contenta anche percéè in questo modo possiamo abituarci come Clara a viaggiare con il dottore nuovo senza doverci preoccupare di unire tutti i pezzi e fare congetture. Anche se credo che poi tutte quelle lavagne piene di Gallifreyano a qualcosa porteranno. Episodio godibile, carino, che fa bene il suo lavoro con un dottore ironico, divertente e cinico (Dio quanto mi piace!!!!)