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Doctor Who: Recensione dell’episodio 7.14 – The Name of the Doctor

Eccoci qua, con un po’ di fatica visto l’andamento un po’ soporifero e altalenante della seconda parte di stagione, siamo giunti al tanto atteso finale. Siamo abituati ormai alle trame super strutturate piene di arzigogoli di Moffat e quest’anno la mancanza totale d’indizi nei vari episodi mi aveva preoccupato non poco, tanto che quando ho visto le foto di Matt Smith rasato impegnato con le riprese di How to catch a monster, primo film di Ryan Gosling nei panni i regista, mi sono un bel po’ impensierita. Pensavo, infatti, che, fatta eccezione per lo speciale del 50esimo in cui sappiamo bene che rivedremo sia Ten in coppia con Eleven, fosse arrivata la fine dell’undicesimo.

Doctor Who-714Il titolo del finale di stagione The Name of the Doctor, infatti, faceva presagire che uno dei segreti più importanti del dottore fosse finalmente svelato portando di conseguenza alla caduta dell’undicesimo.
Come ha spiegato molto bene Lalla prima di me e come ho detto anch’io in altre occasioni la seconda parte di stagione, a parte qualche eccezione è stata oggettivamente deludente. Eh sì oggettivamente perché se state leggendo e siete fan del dottore da sempre, dovete ammettere che Russel T. Davies e Moffat ci hanno abituato a ben altre storie, intrecci e avventure epiche ed emozionanti. Convengo in parte con chi sostiene che la mancanza di trama orizzontale sia stata una chiara scelta, considerando che Clara è stata la trama orizzontale ma questi episodi hanno sofferto comunque troppo della segmentazione delle varie trame, avventure un po’ tiepide slegate tra loro. In parte con questo episodio, la stagione si riscatta un po’, ma trascina Doctor Who_John Hurtcon sé anche quella staticità che ha caratterizzato gli episodi passati. Il riscatto avviene alla fine, con l’introduzione a sorpresa – lo aspettavamo nello speciale – di John Hurt nel ruolo del “dottore”. Il dottore possiede una parte oscura che ha tradito in qualche modo la missione e i valori del dottore così come noi lo conosciamo, non c’è dato sapere se questa rigenerazione non ufficiale, se vogliamo chiamarla così, sia passata o futura rispetto alla linea temporale che noi conosciamo e seguiamo. “Il Dottore”, infatti, si trova a Trenzalore nella tomba del dottore, nelle “lacrime” come in modo poetico dice Eleven a Clara per spiegare perché la sua tomba non sia una lapide con un corpo, ma una fonte di luce.
La sequenza prima della sigla storica, ci offre la risposta a parte del grattacapo che ha tenuto impegnato il dottore in questa seconda parte di stagione: che cos’è Clara? La ragazza impossibile appare in molte scene storiche delle undici rincarnazioni del dottore – si respira l’aria della celebrazione per il cinquantenario -, è sempre presente e interagisce con il dottore, Clara è nata per salvare il dottore e la vediamo compiere questo sacrificio in questo finale di stagione, quando decide di entrate nel flusso temporale che contiene i frammenti della memoria del dottore, per salvarlo dalla grande intelligenza che nel finale di stagione funge da fil rouge con lo speciale di Natale e con l’arco narrativo in cui Clara è stata introdotta.
Doctor Who_714-cQuesto finale di stagione ha diviso i fan del dottore, come accade spesso del resto, se cercate in giro nei social trovate gente entusiasta che vorrebbe costruire una statua a Moffat e chi invece ha trovato il finale di stagione deludente. Io ho sentito un po’ la mancanza della componente emotiva a parte le lacrime di Eleven all’inizio dell’episodio che mi hanno emotivamente scombussolato e le scene con River Song molto intense, mentre guardavo l’episodio non avevo l’impressione di vedere un finale di stagione. L’episodio fatta eccezione per la parte finale dove si riscatta con il colpo di scena che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta, ha sofferto dello stesso difetto degli episodi precedenti, ha ingranato la marcia  Doctor Who_714giusta troppo tardi nei 45 minuti. Soprattutto nel momento del sacrificio di Clara, non ho avvertito lo stesso coinvolgimento che in passato ho provato quando altre companion o amici del dottore si sacrificavano per lui, c’è stato qualcosa nella caratterizzazione di questo personaggio che non ha funzionato ed è questo il più grande dispiacere perché lo speciale di Natale aveva creato un hype altissimo nei riguardi di Clara e del dottore; i pond avevano fatto il loro corso e sentivamo la necessità di un cambiamento, poi forse a causa anche della pausa prolungata che c’è stata in mezzo qualcosa è svanito. Quello che è mancato sono state  soprattutto delle trame multi episodio ad esempio in grado di coinvolgere lo spettatore più adulto, farlo immergere nella trama e farlo appassionare a delle storie più articolate che Moffat sa scrivere molto bene.
Ora ci separano ben sei mesi dallo speciale e l’hype è di nuovo altissimo. Che cosa ha fatto di così immorale e ingiusto il dottore per non riconoscere una sua rincarnazione? E soprattutto questa storyline sarà legata oltre che allo speciale anche all’ottava stagione ormai confermata? John Hurt potrebbe essere la dodicesima e ultima rincarnazione del dottore?

Doctor Who_Madame Vastra, Jenny and Commander StraxConsiderazioni sparse:
– i rumors che sono girati poco prima di questo episodio, riportavano che John Hurt era stato scritturato per interpretare il nono Dottore nello speciale del cinquantesimo, il che vorrebbe dire che Eccleston diventerebbe il decimo, Tennant l’undicesimo, e Smith il dodicesimo.  Un Time Lord può rigenerare solo 12 volte. Fate un po’ voi!!
Madame Vastra, Jenny e il Comandante Strax mi piacciono molto, hanno rappresentato un po’ la continuità della stagione e anche la parte divertente.
-L’incontro tra companion è sempre interessante, quello tra la moglie del dottore e Clara lo è stato ancora di più considerato che il rapporto instaurato tra Clara ed Eleven potrebbe diventare simile a quello tra Rose e Ten.

Maura Pistello

Fondatore/ Admin Giornalista pubblicista Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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