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Doctor Who: l’inizio della fine per il Dottore. Recensione episodio 10.11

Il primo dei due episodi che compongono il finale di questa decima stagione di Doctor Who non delude le aspettative. Finora il migliore, perché torna a parlare in prima persona del Dottore, del suo passato e anche del suo futuro. Lo fa reintroducendo il Maestro e narrando le origini dei Cyberman mondassiani, della cui nascita in tanti anni non si è mai parlato. E spezzando il cuore degli spettatori che assistono impotenti a quella che, molto probabilmente, è la fine di Bill.

Procediamo con ordine: la prima scena a cui assistiamo è la rigenerazione del Dodicesimo Dottore. Non completa, ovviamente, ma sicuramente quella definitiva dal momento che egli sembra restio a voler cambiare. Possiamo solo fare supposizioni su quando vedremo la scena completa: alla fine del prossimo episodio? All’inizio dello speciale natalizio o nel mezzo (per non dire alla fine) di esso? Questa scena è stata messa qui perché ci vuole ricordare che la fine è vicina, non solo per Peter Capaldi nelle vesti del Dottore, ma per la struttura stessa di questo show che si rigenererà proprio come il suo protagonista.

L’episodio vero e proprio inizia invece su un binario comico che ben presto viene totalmente distrutto dalla morte di Bill. Fino a quel momento, Missy nei panni del Dottore ruba la scena regalando dei momenti deliziosi. Si è trattato di pochi minuti, utili anche per fare un po’ di ironia sui cardini dello show con la presa in giro dei companion (Coso Uno e Spalla Comica) e del nome stesso Doctor Who. Momenti di pura delizia tranciati di netto dall’improvviso pericolo che porta alla fine di Bill.

Gli ultimi momenti di Bill, mostrati attraverso flashback, sono legati inevitabilmente a Missy. Per un capriccio del Dottore ci si è ritrovati in questa situazione, per la sua volontà di testare quanto la sua amica di vecchissima data sia realmente cambiata. E cosi, mentre Bill suggerisce che sia una pessima idea e che potrebbe restarci secca, il Dottore pensa al Maestro. Per come sono andate le cose, è probabile che il Dodicesimo possa rigenerarsi a causa di un infarto perché si sente responsabile della fine di Bill e perché si sente tradito dagli atteggiamenti di Missy/Maestro. A tal proposito, il Dottore ha avuto anche la possibilità di parlare di come i Signori del Tempo siano molto aperti sulla questione del cambio sesso, chiarificando una volta per tutte che di essere uomo o donna non gliene importi più di tanto.

L’episodio si fa via via più intenso quando Bill viene portata sul fondo dell’astronave dove il tempo passa in maniera più veloce che in cima. Se non avessimo saputo del ritorno di John Simm nei panni del Maestro, tutto sarebbe stato più bello. Ma dopo una decina di minuti Rasoio, il nuovo amico di Bill, improvvisamente sembra proprio lui. E quando si arriva alla scena dove il Maestro rivela a Missy il suo travestimento dicendosi “preoccupato per il suo futuro”, le palpitazioni salgono a mille. Una stagione intera solo per questo momento: può sembrare cattivo nei confronti di Moffat, ma è così che sono andate le cose. John Simm – una creatura figlia del Doctor Who di Russel T. Davies – è aria fresca in un racconto che quest’anno poche volte ha emozionato realmente.Doctor Who The Master

Il Maestro sbuca in maniera poco opportuna proprio quando Missy, è da dire, sembra essere cambiata. Prima di vedere l’episodio potevamo supporre una macchinazione della Signora del Tempo per raggiungere (o addirittura liberare) la sua precedente incarnazione: e invece salta fuori che è tutto casuale, il modo in cui i due si ritrovano faccia a faccia. Sembra davvero che in Missy sia successo qualcosa. Il modo in cui presenta il sé stesso del passato sembra anche una resa definitiva alla propria malvagità.

Si è sempre detto che in Doctor Who c’è qualcosa di peggio della morte, se pensiamo al modo in cui le storie di Rose, Amy e Rory si concludono. Se questa è la fine di Bill, si può essere solo tristi. Trasformata in uno dei primi Cybermen, con tanto di zampino del Maestro. Il Dottore, che ricordiamo all’inizio della decima stagione veniva da decenni di solitudine, non può che esserne distrutto. D’altronde aveva scelto la compagnia di Nardole proprio perché un robot, e non un umano, ricostruibile e non un mortale. Non siamo solo alla fine fisica del Dodicesimo, ma anche morale.

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Mario Altrui

Web Content Editor per Telefilm Central dal lontano 2014. Scrivo pareri soggettivi richiesti da nessuno sulle mie serie televisive preferite.

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