
Dirk Gently’s Holistic Detective Agency: Recensione dell’episodio 1.01 – Horizons
– Sono un detective, un detective olistico. E prima di chiedere, non sono più con la CIA .
– Un olistico … Che cosa è un “detective olistico”? (…)
– Il termine “olistico” si riferisce alle mie convinzioni circa l’interconnessione fondamentale di tutte le cose. Non mi interessano quelle scemenze come la polvere per le impronte digitali, i residui di lanugine nelle tasche o delle inutili impronte di scarpa.
– Sei un detective che non trova gli indizi. Suona folle.
– Credo che la soluzione ad ogni problema sia nello schema e nell’intreccio di tutte le cose. Le connessioni tra causa ed effetto sono molto più sottili e complesse di quanto noi, con la nostra rudimentale conoscenza del mondo materiale, supponiamo.
Lui, signori e signore, è Dirk Gently. Non ci sono migliori parole, se non quelle usate dallo stesso, per presentare questo curioso ed intrigante personaggio che dalle pagine del suo creatore – quel Douglas Adams di Guida galattica per gli autostoppisti– piomba per la seconda volta nella scatola nera che tanto ci affascina. La prima fu nel 2010 (fu così almeno per il pilot), il bizzarro detective aveva il volto di Stephen Mangan e l’operazione non fu un grandissimo successo. Se lo sarà o meno questo secondo adattamento dipende, anche questa volta, solo ed esclusivamente dal pubblico. Ma le carte in regola – e questo primo episodio lo dimostra – Dirk Gently’s Holistic Detective Agency lo ha davvero tutte.
La storia è, in verità, molto semplice e ricorda da vicino quella di un altro amatissimo detective che ha incantato una schiera nutrita di lettori di diverse epoche per poi finire per diventare una leggenda sia al cinema che in televisione. Non è la genialità ad accomunare quello Sherlock a questo Dirk Gently, anzi, i due metodi investigativi sono piuttosto agli antipodi. Uno cerca con metodo lo schema che unisca i vari indizi di un caso, l’altro si lascia piuttosto guidare dal caso stesso all’interno dello schema.

Ad avvicinare questi due investigatori così diversi è piuttosto la presenza di un compagno, di una spalla. John Watson per uno, Todd Brotzman per l’altro. Entrambi sono goffi e bonaccioni, entrambi si lasciano sopraffare dai loro nuovi capi / amici.
Todd è il classico ragazzo un po’ sfigato, con una vita regolare e noiosa. Vive da solo in un monolocale, che malapena riesce a pagare con il lavoro di concierge che svolge in un albergo in cui pare che nessuno lo tenga molto in considerazione. Ha una sorella che soffre di pararibulitus, una neuropatia di cui lo stesso soffriva che provoca stati di allucinazione.
La sua vita tranquilla, animata a volte dalla presenza di un padrone di casa alquanto violento, viene sconvolta in soli due giorni da un concatenarsi di inaspettati, strani e singolari eventi che include: la scomparsa della giovane Lydia Spring, l’omicidio del padre della ragazza in una stanza dell’albergo in cui lavora, un raid distruttivo in casa sua ad opera della banda di teppisti The rowdy 3 (che in realtà sono quattro), l’incidente in cui perde la vita il suo padre di casa, la scoperta del potenziale rapinatore della ragazza grazie ad un corgi, una vincita milionaria grazie ad un biglietto trovato sulla scena del primo delitto.
Tutto questo insaporito dalla conoscenza del già citato bizzarro detective, che lo spinge sempre un po’ di più a spingere il pedale della sua patetica vita e a smettere di preoccuparsi dei soldi che non ha ma che arriveranno (come volevasi!), e da un episodio che aggiunge un particolare aspetto narrativo che colloca Dirk Gently a metà tra Sherlock ed il più longevo personaggio della serialità televisiva, Doctor Who.

Quel 18° piano in cui Todd scorge un sé alternativo – molto alternativo, visto l’abbigliamento – è la carta in più, che permette alla serie di distinguersi dalle altre emulatrici del capolavoro di Doyle. Non ci sono solo dei casi da risolvere, sempre se il duo sarà in grado di risolverli vista la scarsa produttività di Gently ed il coinvolgimento in prima persona di Todd dei casi in questione. O forse saranno proprio queste cose ad aiutarli a mettere in ordine i pezzi del puzzle. Magari con maggiore ordine e coordinazione rispetto a quelli dimostrati da FBI, polizia e quei due tizi che dovrebbero proteggere l’alpha, il primario, insomma Dirk Gently.
Horizons è una puntata con una struttura ed un ritmo che coinvolgono, a cui si aggiungono un buono livello di bizzarria, che in questo periodo non guasta mai, e una serie di misteri che invogliano lo spettatore a proseguire nella visione.
Chi è la donna incatenata nella casa rossa al piano superiore? È davvero Lydia la ragazza che Todd vede quando consegna il corgi al suo padrone? Che significa alpha, primario? Chi è l’assassina olistica, il Jim Moriarty in versione femminile di Dirk Gently? Chi è Dirk Gently e perché ha preso il gattino nero? Ma, soprattutto, perché diavolo Todd indossa quella pelliccia bianca? Nella prossima puntata, forse, ne sapremo qualcosa di più.
VOTO: 4/5
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