
Dexter: Recensione dell’episodio 7.10 – The Dark … Whatever
Episodio fondamentale di Dexter. Per tutti i fan della serie, per quelli della prima ora e per chi ci è arrivato dopo, questa puntata ha dato quella svolta e fornito il turn della serie che ha un effetto dirompente, ben oltre quello che è l’episodio in se. Mai in questi ultimi anni avrei pensato di dare 5 stelline ad un episodio di Dexter, che era scivolato decisamente come qualità, ma in una stagione che è tornata ai fasti del passato, facendo emergere tutto quello che doveva emergere da tempo siamo arrivati a quello che è sia il punto di non ritorno che la soluzione logica a cui tutto il percorso mirava: la destrutturazione del Dark Passenger, la sua eliminazione e negazione.
Lo scorso episodio mi aveva lasciato un po’ di amaro in bocca, perché non sembrava affatto solido e introduceva, una volta conclusa la storyline di Isaak, un nuovo e potenziale big bad, il piromane o fantasma come è stato ribattezzato, facendo sospettare lo sviluppo di una nuova grande minaccia, ma la parabola di questo villain ricalca quanto già visto con Speltzer, ossia la comparsa è solo episodica e si rivela molto più funzionale allo sviluppo dei personaggi che non fine a se stessa. Come ci stanno abituando quest anno il vero centro non sono i “rivali” ma i protagonisti e come stanno cambiando. Lo stesso Isaak che ha avuto un arco narrativo più lungo è stato funzionale a far comprendere maggiormente a Dexter se stesso, cosa aveva e cosa gli mancava. Nel caso del piromane, eliminato molto velocemente il sospetto più probabile e più banale, ne esce uno anonimo ma non è chi è, ma cosa rappresenta e cosa farà scattare in Dexter la cosa importante: non puoi giustificare con cosa ti è successo da bambino quello che fai da adulto e con questa frase Dexter capisce finalmente se stesso e fa quello che non ci si aspetta: lascia il colpevole alla polizia e fa un passo per abbandonare il codice.
Nel frattempo nella vita di Hannah e di Dexter ricompare la figura del padre di lei, incallito giocatore e pessimo uomo che cerca di spillare i soldi a sua figlia, prima con le buone per poi, messo alle strette, intraprendere la via del ricatto. Pessima idea ricattare Dexter. Ma il padre di Hannah non rientra nel codice, quindi? Facciamo il secondo passo verso la cancellazione del codice. Non si uccidono più i cattivi ma si uccide per difendere, per proteggere ciò che si ama, perché uccidere a Dexter piace e perché ora è lui che decide. Anche questa evoluzione ci porta a vedere un personaggio come non lo avevamo mai visto finora. Hannah, le sue lacrime, la sua fragilità e abbandono consapevole in Dexter, trasformano il nostro antieroe come mai nessuna donna era riuscita a fare fino ad ora e molto più che per la semplice considerazione che Dexter aveva fatto alcuni episodi fa (perché lei mi vede per quello che sono), ma per un motivo molto più profondo e intimo, perché adesso anche lui si vede per quello che è, perché la vera vicinanza con Hannah fa si che lei sia lo specchio che lo ritrae veramente.
Ci sarebbe anche Quinn che fa fuori il capo del night club e fa scappare la sua pool dancer, ma qui, sinceramente, passo.