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Devious Maids: Recensione della quarta stagione

Il detto “Squadra vincente non si cambia” si è sempre fatto simbolo di una certa reticenza verso la volontà di approcciarsi al rischio, di mettersi in gioco. Il fatto che affrontare un problema in un determinato modo si sia rivelata una scelta di effetto fa sì che i successivi tentativi non vedano variazioni nel metodo per paura di incappare nel fallimento. Così anche Devious Maids, giunta al suo quarto ciclo narrativo, decide di appoggiarsi alla efficace struttura delle stagioni precedenti sperando di convincere lo spettatore ancora una volta. Malgrado questo presupposto non sembri portare verso note positive, in realtà il risultato è ancora una volta notevole.

devious maidsLa serie incentrata sulle domestiche più calienti della televisione ripropone ancora una volta la struttura dell’omicidio come fil rouge della stagione, contornato da un teatrino di nuovi personaggi dalle misteriose intenzioni che finiscono per essere coinvolti con il mistero di turno. Tutto ciò avviene senza comunque stancare lo spettatore o sapere troppo di già visto. Va infatti lodata la capacità degli sceneggiatori di aver rimescolato molto bene le carte delle protagoniste regalando situazioni inedite capaci di mascherare la consueta struttura.

In questo modo abbiamo visto Zoila compiere una parabola verso il lussuoso mondo di Beverly Hills, per poi riprecipitare in quello più modesto della domestica e Genevieve mettersi in discussione per la prima volta nelle sfere dell’amicizia e dell’amore, regalando un deliziosissimo twist nel finale. A loro fanno compagnia una Carmen – coinvolta nel fuoco incrociato dei Powell – che finalmente, scrollatasi di dosso l’alone di superficialità, prova a comportarsi da madre senza comunque perdere il suo carisma e Marisol che forse riesce a portarsi a casa un uomo non psicopatico. Rimane invece sottotono la figura di Rosie, relegata al mero ruolo di detective per tutta la stagione, facendo sentire la mancanza della sua spontaneità che spesso si vestiva da protagonista di una commedia degli equivoci. Viene da dire peccato anche per Spence, che nuovamente si ritrova vittima degli eventi senza riuscire a spiccare come individuo in alcun modo particolare.devious maids

Personaggio rivelazione della stagione (la si amava anche prima, ma adesso di piùè invece Evelyn Powell, che pur non finendo lontano da dove aveva iniziato, ha compiuto un viaggio tra solitudine, “povertà” e relazioni improbabili che hanno dato una boccata di aria fresca al personaggio, mostratosi divertentissimo in diverse occasioni.

Per quel che riguarda la trama la stagione ha sofferto della riduzione degli episodi rispetto alle precedenti; malgrado il ritmo sia stato molto incalzante e non ci siano stati momenti morti, spesso alcune situazioni sono apparse troppo affrettate, si pensi al matrimonio di Rosie o agli spostamenti di Dani, facendo perdere importanza a eventi di un certo rilievo. Stesso discorso va fatto per le dinamiche di gruppo delle maids, di numero molto ridotto, vuoi per questioni di tempo o esigenze di trama. Resta il fatto che il finale ha chiuso con grande ordine le varie sottotrame aperte, riuscendo allo stesso tempo ad aprire degli spioncini verso una molto probabile quinta stagione. Non sondevious maidso infatti passate inosservate le introduzioni tardive di Fiona o dell’amante di Genevieve che si spera torneranno l’anno prossimo portando della malizia e del carisma che tanto bene nutrono questo show.

Mi sento infatti di dire in tutta serenità che in un mondo pieno e zeppo di serie che spesso tendono ad assomigliarsi senza avere una particolare personalità, Devious Maids si conferma ancora una volta un prodotto dalla forte individualità e carattere, che pur non entrando nella categoria dei capolavori, riesce comunque a regalare dei momenti di intrattenimento di qualità. Dispiace infatti come questa serie sia spesso sottovalutata perché il network che la produce non è tra i big o perché sia carente di volti noti che tanto portano acqua al mulino. Anche in questa stagione infatti non sono mancati momenti di divertimento a fare da spartiacque a un mistero affatto banale che ha saputo introdurre sottotrame molto intriganti, in primis quella del circolo.

Insomma se il caro lettore è finito su questa pagina per sbaglio, si spera abbia colto il forte invito a iniziare questa serie leggera, perché si può dire in tutta serenità che anche questo giro gli sceneggiatori hanno fatto centro. Alla prossima (si spera) stagione e ricordate: “Keep your friends close, but your maids closer!”

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Giacomo Ponta

Shippatore folle e divulgatore del “Now kiss!” sogna di diventare un dottore nella speranza di non morire in un incidente aereo o durante una sparatoria. Alla ricerca della batcaverna sin dalla tenera età si destreggia nel collezionismo di manga e fumetti saltando tra cinema e serie TV. Ha un debole per i legal drama, i supereroi e tutto ciò che è trash.

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