
Desperate Housewifes – 8.22/8.23 Give Me the Blame/Finishing the Hat
Ci siamo, il momento tanto atteso è arrivato: è tempo di dire addio a Desperate Housewives. Lo facciamo con le ultime due puntate della serie che possono essere nettamente individuate e distinte: la prima risolve sostanzialmente i misteri in sospeso della stagione, la seconda fa da chiusura al telefilm. Il primo episodio si apre in modo molto malinconico, Karen, morente, sta per recarsi in un ospizio in quanto Roy non è più in grado, da solo, di accudirla. Le ragazze però si offrono di assisterla organizzando dei turni e lei, commossa, accetta. Ma veniamo subito al processo: Bree è messa sempre peggio e Tripp vuole portare Gaby sul banco dei testimoni, ma la signora Van De Kamp gli ordina di non farlo, intanto viene interrogato Ben che pur di coprire Bree non risponde alle domande sulla telefonata in cui lei confessa apertamente di aver seppellito un cadavere e quindi viene arrestato per oltraggio alla corte. Si reca a trovarlo Renee la quale gli racconta di aver intravisto, la notte dell’ omicidio, rincasare con una pala in mano. Peccato però che l’ avvocato dell’ accusa abbia sentito tutto e decida di riccattarla: o Renee testimonia contro la sua amica o Ben viene rimpatriato all’ istante, e addio matrimonio. Dopo la testimonianza della Perry Tripp chiede una pausa alla corte e la ottiene; in questo intervallo confessa a Bree i suoi sentimenti per lei, i due si baciano e lui riesce ad ottenere da lei la confessione tanto attesa: ad uccidere Alejandro è stato Carlos. Nonostante Bree gli faccia promettere di non coinvolgere Carlos l’ avvocato, vista la situazione drammatica, rompe il giuramento e chiama a testimoniare Gaby la quale è intenzionata a confessare tutto. Gaby arriva a raccontare di conoscere l’ uomo che egli era il suo patrigno poi Bree fa finta si svenire pur di far sospendere l’ udienza. E’ in questo giorno di pausa che cambiano le cose: mentre sta facendo assistenza a Karen Gaby parla con Carlos e gli dice di volersi costituire per proteggerlo. Tuttavia Karen che non è addormentata come pensava Gaby sente tutto e il giorno successivo si presenta da Weston e lo convince a farla testimoniare. Al banco dei testimoni Karen confessa: è stata lei ad uccidere Alejandro per proteggere Gaby che è, così come tutte le altre sue amiche, una parte della sua famiglia. Toccante il suo discorso: “Let me tell you something about neighborhood, it’s not just a bunch of houses in the same place. It’s a community, it’s lifes that are connected, people who care about each other. I know it sounds sappy but damn it, it’s truth. And this wonderful people i’va lived beside they’ re my family. When you’re a family like me and the girls you protect each other, just the way it has to be.” Nonostante la (falsa) confessione, essendo anziana e malata terminale, nè lei, nè tanto meno Bree vengono condannate.
La seconda questione irrisolta è il futuro di Tom e Lynette (che, qualora non lo aveste capito, sono la mia coppia preferita): Penny avvisa la madre che Jane se n’ è andata così quando Tom la chiama per chiederle di incontrarla Lynette è al settimo cielo. Peccato però che Tom, convinto che lei abbia un altro, vuole solo dirle che firmerà i documenti per il divorzio. Le cose cambiano quando Tom, parlando con Roy al capezzale di Karen, si rende conto che deve dire a Lynette ciò che prova prima che sia troppo tardi: “I love you, you’ ll always be the love of my life” le confessa Tom in mezzo alla strada, con gli occhi lucidi e l’ aria sconsolata di chi sa che sarà respinto. E’ vero, dice Lynette, con Gregg non ha funzionato perchè c’ è un altra persona ma…è lui “l’ altro”!. I due si abbracciano e si baciano, ora possono ricominciare la loro vita insieme.
Il secondo episodio invece si apre con una carrellata di immagini storiche di DH, dopo ciò si torna al presente, ai preparativi per il matrimonio tanto atteso. Ma una vecchia conoscenza è tornata in città: Katherine Mayfair che, dopo aver lasciato la fidanzata ha deciso di smetterla sia con gli uomini che con le donne e di dericarsi al lavoro. A Parigi ha fondato un’ industria che produce surgelati ed ha fatto i miliardi, tanto da voler aprire anche in USA ed è tornata per offrire un lavoro a Lynette…a New York!. In un primo momento Lynette rifiuta essendosi appena rimessa con Tom non è però convinta fino in fondo. La situazione resta instabile fino al matrimonio quando al momento del brindisi Lynette pronunciando il suo discorso da damigella, capisce di essere già felice e non aver bisogno di nient’ altro. Tom però acconsente al trasferimento e i due, vedremo poi, traslocheranno. In casa Solis i suoi sono invertiti: tredici anni dopo l’ inizio della serie è Gabrielle ad essere super impegnata tanto da trascurare Carlos il quale è (apparentemente) attratto da un’ avvenente giardiniera (vedi “Jon Rowland”). Anche loro coglieranno il matrimonio come occasione per chiarirsi e capire che non possono compiere gli stessi errori del passato. Il percorso per arrivare alla cerimonia però è ricco di insiedie: ultima e più terribile, la rottura delle acque di Julie proprio sulla limousine della sposa che è così costretta e rubare un vestito e andare a piedi al suo matrimonio. Nonostante tutto le nozze vengono celebrate e tutto procede meravigliosamente se non che, verso la fine, Bree richieve una chiamata da Roy; Karen sta morendo. Sulle note di “Wonderfull wonderfull” di Johnny Mathis (inciso su un rarisismo 45 giri che Tripp ha trovato per lei) la signora Mclusky si spegne e con un intrecce di scene vediamo contemporaneamente Julie dare alla luce la piccola. E’ il momento degli addii: le ragazze si trovano per un’ ultima partita a poker e si promettono di rincontrarsi di nuovo. Le cose però non vanno così, nonostante come dice Susan “we have shared everything“, non si vedranno mai più: Lynette e Tom si trasferiranno a New York dove Lynette diventerà amministratore delegato. Gaby e Carlos andranno a vivere in California e Gaby aprirà un sito di shopping online. Bree e Tripp (suo nuovo marito) si trasferiranno a Lousiville dove Bree si attiverà politicamente fino a diventare membro dell’ assemblea legislativa.
E’ proprio quando i flashforward ci fanno vedere le nostre amiche anni e anni dopo, che ci rendiamo conto che Desperate Housewives è davvero finito: non vivremo quei momenti così come abbiamo fatto negli ultimi 13 anni, non rideremo più alle battute sprezzanti di Gaby, non ci arrabbieremo da matti con Lynette (per poi considerarla, sempre, nonostante tutto, la migliore), non daremo della tonta a Susan per essersi lasciata sfuggire Mike molto molto tempo e non saremo più trascinati nei drammi esistenziali di Bree. Sono state 8 stagioni intense, ricche di emozioni, 180 episodi che ci hanno fatto entrare in una realtà a noi sconosciuta perché Desperate Housewives è, prima di tutto, uno spaccato di vita americana, certamente romanzata, ma che non perde la sua impronta originaria. Certi modi di comportarsi tipicamente statunitensi ci sono rimasti e ci rimarranno sempre piuttosto distanti ma gli elementi fondamentali che emergono da questi anni di avventure a Wisteria Lane sono profondamente condivisibili e in questa puntata vengono rimarcati con forza: tempo, sentimenti, ricordo, mistero. In quel vialetto che tante volte abbiamo percorso con le quattro amiche si sono intrecciati innumerevoli storie le quali erano tutte costruite su questi quattro punti cardinali. Il tempo che è passato dalla prima puntata (circa 13 anni), i sentimenti che sono nati e cresciuti: innumerevoli le storie d’ amore ed eterna l’ amicizia tra le protagoniste, il ricordo di ciò che è stato, il mistero di ciò che si è fatto ma non si vuol rendere noto, di ciò che faremo ma ancora non sappiamo, di ciò che è stato ma di cui non si è compreso il senso. Non a caso nell’ ultima scena Susan, l’ ultima ad andarsene da Wisteria Lane, percorrendo per l’ ultima volta in auto il vialetto passa tra due ali di folla formata da persone vestite di bianco: sono (quasi tutti) i personaggi che sono morti, scomparsi, scappati da Wisteria Lane…Il primo è Mike, l’ ultima è Mary Alice e tutti sono per ricordare che: “Even the most desperate life is oh, so wonderfull“.
Le ultime immagini ci mostrano la nuova padrona della (ex)casa Delfino che mette sotto chiave una scatola, in cui è contenuto qualcosa di segreto. Contrariamente a quanto forse alcuni di voi pensano, non credo e non spero che venga fatta una serie simile, magari con protagoniste diverse: Desperate Housewives resta nel bene e nel male speciale perché racconta le storie di “quelle” persone interpretate da “quelle” attrici. Ciò che però posso dire con certezza è che ho imparato che nella vita “Everyone has a dirty laundry” ed è quindi probabile che a Wisteria Lane così come altrove ci siano altri segreti e altri intrecci ma devo ammetterlo: averli vissuti proprio con Bree, Lynette, Susan e Gaby li ha resi molto, molto più appassionanti.
Grazie a Desperate Housewives per averci regalato così tante emozioni.
Grazie a voi, per tutto.