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Death Comes to Pemberley: Recensione della miniserie con Matthew Rhys e Jenna Coleman

Stanchi di vedere ogni Natale “Una poltrona per due” o “Miracolo della trentaquattresima strada”? Se volete c’è un paese in Europa dove il periodo delle vacanze di Natale è il momento dell’anno in cui la televisione nazionale si diverte a trasmettere prodotti di ottima qualità su gran parte dei suoi canali. Il posto in questione è l’Inghilterra e la rete è la BBC. Perché, se stiamo parlando di serie tv, io sono una ferma sostenitrice del primato degli anglosassoni in questo campo. Forse queste festività che ci stanno travolgendo proprio ora potranno darmi ragione con Death Comes to Pemberley.

death comes to pemberley matthew rhys

Un nuovo appuntamento natalizio con Death comes to Pemberley fedele a Jane Austen

Ogni anno, dal venticinque dicembre in poi, la BBC accompagna le fette di pudding con uno dei suoi “masterpiece”: mi viene in mente “Grandi Speranze” nel 2011, ed anche quest’anno non fa eccezione; la serie che mi accingo a recensire, che è degna di entrare a tutti gli effetti nella categoria sopra citata è: “Death Comes to Pemberley”, miniserie in tre puntate, andate in onda dal 26 al 28 dicembre basata sul romanzo della giallista P.D. James.

Ho letto, molte descrizioni di questo romanzo e della serie, in cui venivano definiti entrambi il sequel di Orgoglio e Pregiudizio. Bene, io ho letto il libro, ed ho appena finito di vedere la miniserie e posso assicurarvi che non è così. Forse, prima di attaccare etichette su un prodotto, sarebbe meglio sapere cosa contiene.

Il romanzo è un’omaggio a Jane Austen, da parte della più famosa scrittrice di mistery inglese vivente che ad ormai novant’anni decide di prendere i personaggi del suo mito letterario e fargli vivere un’avventura dalle tinte noir e misteriose e. sebbene il ritmo generale non sia dei migliori e il libro sia troppo pieno di citazioni, rimane una lettura piacevole per tutte noi piccole “janeite”.

death comes to pemberley miniserie recensione

La miniserie con Matthew Rhys e Anna Maxwell

L’opera della BBC è molto di più, è oltre la carta stampata da cui trae spunto, è il completamento di tutte le lacune e le carenze del romanzo. Opera prima di Daniel Percival (che ricordiamo per essere stato il fidanzato di Amanda in “Lost in Austen”), questa miniserie colpisce, per lo stile accurato e delicato delle luci, per un saggio uso di riprese in slow motion e movimenti di camera che danno un tocco molto personale a tutti e tre gli episodi. In una sinfonia di colori pastello e toni ben definiti, si snoda la complicata vicenda dei nostri protagonisti Elizabeth (Anna Maxwell) e Darcy (Matthew Rhys). Dopo sei anni dal matrimonio, i due vedono improvvisamente la loro vita sconvolta dall’uccisione del Capitano Danny avvenuta nei boschi di Pemberley. Delitto che ha come unico indiziato niente di meno che George Wickam (Matthew Goode).

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Tra il passato che ritorna, matrimoni da combinare, un fitto mistero da risolvere e un unione da recuperare i nostri due eroi romantici riescono ad attraversare con alti e bassi ogni situazione che mette alla prova il loro amore.

Questa a grandi linee è la trama, che non voglio raccontarvi oltre, perché farei troppi spoiler. Quello che posso aggiungere però è un accenno alle scene che maggiormente mi hanno colpito e che riescono a cogliere bene il perché io abbia adorato la regia di questa miniserie. Infatti ci sono moltissime scene che citano volontariamente altri adattamenti dell’opera di Jane Austen. In particolare quando inizialmente vediamo il piccolo Darcy correre tra i lunghi corridoi di Pemberley. Mi ha ricordato la scena in cui, nella serie BBC del 1995, Lizzie vede il ritratto di Darcy nella galleria.

death comes to pemberley miniserie recensione

Riferimenti “involontari” agli altri adattamenti di Orgoglio e Pregiudizio

La bellissima Pemberley, ambientazione della miniserie Death comes to Pemberley, è la stessa residenza di Chatsworth del film ” Orgoglio e pregiudizio” del 2005. Anche il tempietto il cui Lizzie confida alla sorella di temere per le sorti del suo matrimonio è lo stesso posto dove, nel film con Keira Knigthley, Darcy si dichiara la prima volta sotto un’incessante temporale. Infine ad una attenta osservatrice non è sfuggito il richiamo che nell’ultimo episodio la governante fa ad Highbury città natale di un’altra eroina austeniana, cioè Emma. Questa attenzione al dettaglio, al particolare, l’abbiamo già riscontrata nella recensione di Nord e Sud. Esse sono unite qui ad un complesso sistema di montaggio che alterna vedute ampie sulle location bellissime usate, e dettagli minuscoli. Mani che si sfregano o gocce d’acqua che lavano il viso o ciocche di capelli che escono dall’acconciatura. Questi particolari danno vita ad una danza molto piacevole da vedere e che accompagna bene l’atmosfera mistery della trama.

La narrazione funziona, è veloce, logica e con colpi di scena inaspettati, forse un po’ lenta nel primo episodio, ma comunque sempre lineare e mai astrusa. Il complesso ordito della trama che la James si inventa è semplificato eliminando alcuni personaggi come Bingley o Jane (appare molto meno del libro). Oppure il secondo figlio dei Darcy. Viene tralasciato in alcuni dettagli come la descrizione del sistema processuale inglese del periodo. Questo provoca delle situazioni anche poco verosimili per l’epoca, come il finale in cui Elizabeth corre di notte a bussare alla porta del giudice della ” Corte d’Assise” ma sicuramente danno una vivacità al tutto che rende più guardabile l’intera serie.

jenna coleman

Bellissimo cast per la miniserie della BBC

Il cast è di prima scelta, non c’è nessuna performance attoriale che sia inferiore alle altre. Matthew Rhys ci regala uno splendido Darcy. Rimane il gentiluomo che ci ha tanto affascinate ma con sei anni di più passati insieme all’amore della sua vita (quanto è intrigante all’inizio quando scrive “ti amo” a Lizzie sulla pergamena e le sorride?). Il protagonista di The Americans riesce a conservare l’austerità del personaggio originale e la dolcezza nei rapporti con i membri della sua famiglia. Per me supera a pieni voti l’esame “Colin”. Intendiamoci Firth è il migliore ma anche Rhys mi ha entusiasmato molto.

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Ma credo che per tutti la sorpresa maggiore siano stati Jenna Coleman e Matthew Goode, ossia i signori Wickam, i migliori a mio parere tra tutti gli adattamenti austeniani per tv e non. Goode rende benissimo la doppiezza del suo personaggio, senza però tralasciare di renderlo umano e disperato quando il tempo sembra scadere. La Coleman, molto presente questo Natale, rende giustizia al personaggio di Lidya, interpretandola non solo in modo molto aderente al romanzo, ma mostrandone tutti i lati più di quanto faccia la James.

Nel finale infatti vediamo crollare i muri che la piccola Bennet si è creata attorno a se per sopravvivere e, nell’interpretare questa “fragilità”, la Coleman è bravissima (la scena di lei in vestaglia, spettinata, che vaga nei giardini di Pemberley all’alba è molto poetica e malinconica).

Miniserie da non perdere e rivedere

Un esordio molto promettente e ben fatto, che però ha due falle importanti, che non ne sminuiscono la bellezza. Per quanto io possa definirmi una janeite, non posso fare a meno di sottolineare: il primo difetto è l’uso dei flashback. Nel romanzo sono molto presenti e spesso sono intere citazioni dell’opera della Austen, ma nella serie non assolvono la funzione per cui sono inseriti, cioè far capire a chi non fosse a conoscenza di tutte le vicende di “Orgoglio e Pregiudizio”, quale sia il passato dei protagonisti. Mi sono sembrati un po’ messi a caso e poco utili. Il secondo difetto è stata la scelta di far interpretare Elizabeth Bennet a Anna Maxwell Martin. Questo non perché non sia un’ottima attrice, ma perché non ha quello che è la caratteristica essenziale di Lizzie Bennet. Le manca quella luce negli occhi, quello spirito, che per una sua fisicità non possiede.

Concludendo, nell’anno del bicentenario di “Orgoglio e Pregiudizio” abbiamo avuto moltissimi motivi per essere fieri di essere avidi lettrici o lettori di Jane Austen e questa serie è uno dei tanti.

Augurandovi buon anno nuovo, spero che possano essere d’augurio le parole di Darcy:

“Marry the person your heart cries out for. And when you have them – do not doubt them” 

Good Luck!

Death comes to Pemberley

Celebrativo

Valutazione globale

User Rating: 3.73 ( 7 votes)

La_Seria_

Studentessa universitaria, persa nella sua Firenze,sfoga lo stress da esame nello streaming selvaggio, adora le serie crime e fantasy lasciandosi trasportare a tratti dai teen drama. Cerca ancora di capire perchè le piace la pioggia incessante

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9 Commenti

  1. Eh sì, esteticamente bello da morire. Ovvio che le location già sono ricchissime ma la scelta perfetta della luce e una regia davvero raffinata lo rendono stilisticamente perfetto. Bravissimi tutti gli attori. Forse appunto la meno azzeccata Elizabeth che mostra il suo vero spirito solo con Lady C (e un po’ vecchia considerata l’età di wickham). Il giallo in sè fa un po’ ridere… nulla di speciale ma è da spunto per far vivere questi spersonaggi. Darcy azzeccatissimo anche se gli tocca imparare la stessa lezione una seconda volta. Lydia e Wickham perfetti e bellissimi.
    Concordo con i flashback un po’ a caso. Per altro quello della dichiarazione davvero bruttino… considerato che si svolge mentre camminano, manco stessero parlando del tempo. Quasi più insensata di quella sotto la pioggia al tempietto del 2005. E secondo me si poteva anche fare a meno di mostrare la scena della carrozza nel bosco 800 volte considerato che gli episodi andavano in onda così vicini. Si poteva fare un drinking game con il “don’t be a bloody fool!!”.
    Il personaggio più storpiato quel povero noioso del colonnello… che nel libro è decisamente più allegrotto e sicuramente non così odiato da Elizabeth. Mi è spiaciuto non intravedere Bingley.
    Per il resto… ormai gli sceneggiati ambientati in questo periodo la BBC li sa evidentemente fare pure ad occhi chiusi. Ci si gode pure i dettagli del colletto dell’uniforme sdrucito e macchiato del colonnello. Quando la perfezione non conosce freni.

  2. Sicuramente ben fatta come serie, i tre episodi si fanno divorare. Avete ragione, ci sono alcune pecche, ma nel complesso non pesano troppo. Mattew Rhys, dopo B&S, The Americans e questa interpretazione si conferma, a mio parere, uno dei migliori attori in circolazione anche per versatilità (ho adorato la scena in cui ritorna a casa dopo aver scoperto i maneggi di Fitzwilliam e parla con Georgiana). Eccezionali Lydia e Wickham, ma ho trovato fastidiosamente ben fatta anche Mrs. Bennet.
    Concordo con te, Lalla, avrei voluto vedere Bingley e sinceramente anche più Jane, che è stata utilizzata molto poco, viste le potenzialità del personaggio, ma forse il suo ruolo di punto di equilibrio tra le sorelle Bennet era meno necessario visto l’addolcimento di Elizabeth.

  3. Billy, mi commuovo sempre leggendo un uomo che parla di Jane Austen! ç_ç Comunque è vero MR è davvero bravo. E un Darcy perfetto! 🙂

  4. Immagino di sì… ma credo che si perda metà del divertimento perchè comunque tutta la caratterizzazione dei personaggi viene dal libro.

  5. Comunque si, asxc, si può vedere ed è interessante. Chiaramente, come tutte le cose che hanno un background al di fuori della serie (vedi quelle serie riprese da fumetti e libri) c’è anche un piacere diverso per quelli che hanno avuto anche il background esterno, ma anche non avendolo, è tutto tranquillamente capibile.

  6. Sentire parlare un uomo di Jane Austen, senza che il discorso comprenda la parola “romanzo rosa” o cosa da “femmine” è sempre una gioia hai ragione Lala!!! Grande Capo 🙂 ! E concordo con te sulla scarsa presenza di Jane, ma credo che sia dovuta al fatto, che Percival volesse far risaltare la differenza tra la famiglia Bennet e Darcy, quindi un personaggio buono e dolce come Jane non avrebbe avuto posto.
    @asxc si, questa serie si può vedere senza aver visto o letto orgoglio e pregiudizio, però almeno la trama del libro su Wikipedia io la leggerei prima di vederle, giusto per capire i rapporti tra i personaggi !

  7. Prima di vedere questa miniserie ho voluto leggere il libro e mi sento di consigliare a chiunque di EVITARE e passare direttamente all’adattamento della BBC.
    Benché lo spunto del romanzo sia interessante, sono 300 pagine noiose e deludente, piene di inutile citazionismo e superflue rievocazioni del passato, senza contare dei rimandi un po’ ridicoli ad altri personaggi austeniani (se la serie può essere piacevole anche per chi non ha mai letto Orgoglio e Pregiudizio, dubito che il romanzo possa attirare chi non è già immerso nel mondo della Austen).

    Concordo sull’eleganza delle tre puntate, i bravi attori, la bella regia e tutto. E ahimè anche sul fatto che il personaggio meno azzeccato è proprio quello di Elizabeth e non è un neo da poco. Come dici tu la Martin è un’ottima attrice, ma davvero priva della fisicità del ruolo e trasuda antipatia!
    Rys è una bella versione di Darcy, anche se gli manca quella timidezza così caratterizzante.

    10 e lode alla BBC per aver comunque trasformato un libro mediocre in un bell’intrattenimento natalizio!

  8. Ieri sera ho visto il primo episodio della miniserie.
    Ho scoperto questo lavoro perché guardo TGW e mi sono “innamorata” di Finn ! 🙂

    Se non fossi stata stanca avrei visto tutti e 3 gli episodi .
    Ho sempre amato Orgoglio e Pregiudizio , l’ho letto e riletto fino a consumare il libro , quindi avevo paura di rimanere delusa, invece la recitazione dei personaggi mi ha convinto.
    Elizabeth è ok !
    Molti attori li ho già visti lavorare in altre serie, l’attrice che interpreta Elizabeth no.
    Isterica alla perfezione Clara Oswald , ehm… cioè J.L. Coleman !

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