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Daredevil: recensione episodio 1.08 – Shadows in the Glass

Quando Pau Casals suonò per la prima volta le “Suite per violoncello” di Bach, che accompagnano la colazione di Fisk in questo episodio, disse che fino ad allora ilDaredevil-1x08-1-642x371 compositore era stato considerato solo un professore. Un tecnicista che conosceva molto bene il contrappunto e la fuga, un musicista asettico e privo di personalità. Ma per Casals suonare Bach aveva voluto dire scoprire quanto sentimento, amore, tragedia, poesia potesse essere raccolta in un insieme di note.

Potremmo dire con certezza che Daredevil è la nostra “Suite per violoncello” sul mondo dei super eroi, o più in generale su quello nerd. Questa serie ha la capacità di aprire ed andare oltre i canoni standard imposti da altri prodotti di settore, e mostrare quanto sentimento, quanta poesia, quanta tragedia si celi dietro ad una storia di un “vigilante” e della città che vuole proteggere.

L’ottavo episodio conferma maggiormente questo tratto “consapevole” della serie targata Netflix e racconta a i suoi spettatori la storia di un piccolo bambino, e dell’uomo che diventerà. Fisk è il protagonista, un cattivo non cattivo, che condivide con Devil la volontà di rendere la sua città un posto migliore e in parte anche i mezzi con cui mettere in atto questo cambiamento. Fisk è un uomo che porta con se il suo passato tutti i giorni, grazie al pezzo di parete che ha appeso in camera da letto e che gli ricorda chi è stato e quello che è dovuto diventare. Un uomo responsabile, forte e profondamente solo. Fisk si aggira nel suo enorme appartamento bianco vestito totalmente di nero, cercando di nascondersi, di non farsi vedere, ed è solo grazie a Vanessa che decide alla fine di scacciare quell’ombra nello specchio che ad inizio episodio è il suo riflesso.

Si susseguono le note, e se Devil vuole cercare di far uscire Fisk allo scoperto, quest’ultimo è già in procinto di aprire le sue finestre al mondo. Fisk è vivo, è presente, è l’uomo che si erge a difesa della città è quel bambino che con un martello ha ucciso il padre che picchiava la madre, ma che ha cercato tutta la vita di diventare come lui. Mettendo in pratica i suoi insegnamenti e cercando di  essere vincente ma non vincitore.

“Ognuno ha daredevil-ep-106-300x194quello che merita, ma qualcuno riceve di più perché crede di non essere come gli altri” così Ben Urich scrive nell’editoriale che non andrà mai in stampa ed è difficile capire se questa frase e l’intero articolo si riferiscano a Matt Murdock o a Fisk. Due corde dello stesso violoncello che vibrano all’unisono. Difensori che si celano e celano il proprio io a loro stessi e che hanno bisogno di una donna per credere davvero di potercela fare. Accomunati dall’uso della violenza imparato da bambini, da una figura paterna troppo presente e improvvisamente scomparsa, bambini diversi che giocavano con il destino ai bordi del marciapiede senza farsi notare e che sono divenuti due estremi di uno stesso segmento.

Non c’è bene e male in Daredevil, non c’è un antagonista cattivo per il gusto di esserlo o perché mentalmente instabile. C’è dramma, c’è poesia, c’è umanità. I supereroi non esistono e questo Hell’s Kitchen ancora non lo sa.

Good Luck!

1.08 - Shadows in the Glass

Meraviglioso

Valutazione Globale

User Rating: 4.65 ( 1 votes)

La_Seria_

Studentessa universitaria, persa nella sua Firenze,sfoga lo stress da esame nello streaming selvaggio, adora le serie crime e fantasy lasciandosi trasportare a tratti dai teen drama. Cerca ancora di capire perchè le piace la pioggia incessante

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