
Daredevil: Recensione dell’episodio 1.01 – Into the Ring
Netflix ci ha cotto a fuoco lento con questo Daredevil! Sono mesi che con piccoli imput ben centellinati : teaser di pochi secondi, trailer e poster, non ha fatto altro che aumentare l’hype per l’arrivo di questa serie, suggerendo forte e chiaro il concetto che per Netflix era la prima serie dedicata a un fumetto Marvel che tradotto significa: prima serie di Marvel in mano a un cable (se vogliamo definirlo così). Ebbene, il concetto è cristallino già dopo i primi quattro minuti iniziali seguiti da una sigla ammaliante.
Netflix ha investito un buon budget, si vede bene nella cura della regia, della fotografia, sublimemente sfocata ad esempio quando sta a sottolineare l’empatia di Matt nel sentire con il suo sesto senso la sincerità delle persone.
Into the Ring ci introduce alla storia di Matt Murdock e dei suoi comprimari e lo fa senza perdersi troppo in spiegoni noiosi. Matt perde la vista da bambino a seguito di un incidente che lo segna anche emotivamente; la perdita di un senso viene rimpiazzata dall’amplificazione degli altri che Matt decide di mettere al servizio della società; di giorno come avvocato e di notte come vigilante per le strade di Hell’s Kitchen, nei panni di Daredevil.
La prima cosa che colpisce e che comunque fa la differenza in questo episodio pilota, oltre alla grande cura nei particolari già citata, è senza dubbio la caratterizzazione di Matt, riuscita pienamente in poche scene. Daredevil è un fumetto cupo e intenso e la serie di Steven S. DeKnight punta proprio su questo per farci empatizzare con il personaggio. Matt nei panni del vendicatore è un grande combattente con molte risorse ma non è invincibile è un uomo che non sconfigge il suo avversario in un batter d’occhio,ogni combattimento è sudato, Matt cade e perde sangue e questo proposito non posso non spendere due parole sulle sequenze di combattimento, curate sia per lo stile coreografico sia per l’intensità e il movimento che trasmettano alla scena.
Di giorno Matt è un avvocato alle prime armi, insieme a Foggy Nelson (Elden Henson) suo migliore amico, s’imbatte nel suo primo caso da difensore, Karen Page (Deborah Ann Woll) accusata di omicidio. Grazie al suo sesto senso, Matt crede all’innocenza della ragazza immediatamente ma scopre anche ben presto qualche importante omissione nel racconto.
Nel frattempo, durante l’episodio, ci viene presentato anche il lato malvagio di Hell’s Kitchen dietro il quale si nasconde l’artefice che ha incastrato Karen.
Il cast di Daredevil non potrebbe essere più azzeccato a cominciare da Charlie Cox che i più attenti ricorderanno per il suo forte accento irlandese in Boardwalk Empire per finire con Deborah Ann Woll perfettamente in parte e anche decisamente cresciuta artisticamente da True Blood, anche nelle scene a tre con Henson si respira una buona chemestry tra tutti e tre gli attori e una buona fluidità nei tempi recitativi.
Netflix ha colpito nel segno con questo pilot e ci è riuscita nonostante le aspettative molto alte, giocando la carta dell’umanità di Daredevill, viene quasi spontaneo paragonarlo alla trasposizione cinematografica più brutta nella storia dei cinecomic, il Daredevill del 2003 con il quale non condivide nulla, soprattutto l’estraneità al ruolo di Ben Afflect. Pargonandolo anche alle altre trasposizioni televisive e cinematografiche della Marvel, Daredevil di Netflix ha una classificazione che per noi Italiani equivale alla visione consigliata agli adulti, un semaforo rosso per intenderci che lascia libero il creatore e gli sceneggiatori di spingere l’acceleratore su scene brutali e violente, libertà che fa salire la produzione più in alto rispetto alle altre serie tv Marvel e fumettistiche in generale. Prepariamoci quindi a una buona dose di sangue che renderà tutto molto realistico ed entusiasmante.
1.01 - Into the Ring
Promosso
Valutazione Globale
Mmm, sì, mi è piaciuto. Io ho sempre negli occhi l’orrore del film. Un film che avevo aspettato tanto ma che fu una delusione formidabile… ma che almeno è servito ad accasare Ben con quella gran donna di Jennifer Garner.
Non l’ho trovato strabiliante… in alcuni momenti esageratamente lento ma come hai detto il comparto tecnico è notevolissimo e il protagonista ha spazio per crescere. Insomma, come pilot fa il suo buon lavoro e mette delle solide basi.
Mi hanno impressionato le botte vere. Spettacolari sì, ma si vede che i colpi hanno un peso e c’è molto più corpo a corpo. Mi hanno ricordato quelli di Bourne che rivoluzionarono i combattimenti un po’ fumettistici del cinema rendendoli molto più duri e fisici.
Bè, sono pronta a vedere il resto 🙂