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Dallas Buyers Club: la recensione

Se state seguendo, da bravi cine dipendenti, la stagione degli awards 2014, avrete sentito nominare ormai fino allo sfinimento Dallas Buyers Club, sulla bocca di tutti ormai grazie ai due attori protagonisti: Jared Leto e Matthew McConaughey che stanno facendo incetta di awards.

Una cosa che mi ha sorpreso, in questi giorni, è stato apprendere che entrambi gli attori sono vittime di molti pregiudizi: il primo perché ritenuto principalmente un cantante – falso, perché Jared Leto ha sempre portato avanti le due carriere in modo parallelo – il secondo a causa della sua filmografia passata, piena di commedie romantiche o film poco impegnati. Ecco, Matthew McConaugheyper togliersi qualsiasi dubbio in proposito consiglio di vedere Dallas Buyers Club.

E’ impossibile, infatti, parlare di questo film senza partire dalla straordinaria interpretazione dei due attori protagonisti. Matthew McConaughey per questo film ha letteralmente cambiato stile vita, dimagrendo 20 kg e acquistando una fragilità fisica che gli ha permesso di interpretare Ron Woodroof nel modo più realistico possibile.

Siamo negli anni ottanta, in piena disinformazione, l’ HIV è ancora ritenuto, a torto, il “cancro degli omosessuali” e Ron, eterosessuale, scopre di essere malato quando già le sue condizioni sono molto gravi, tanto che la prognosi dei dottori non è per niente rincuorante: solo trenta giorni lo dividono dalla morte.

Dallas-Buyers-Club-2Da qui il film è scandito segnalandoci il tempo che passa, definendo così anche la narrazione in una sorta di capitoli, superata la fase del rifiuto e della negazione, Ron si documenta e inizia il suo viaggio per sopravvivere. Ron, infatti, si scontra contro i poteri forti delle aziende farmaceutiche che costruivano un business “spingendo” farmaci inadatti ed escludendo invece cure alternative molto più efficaci.

Ron è costretto a oltrepassare il confine per procurarsi le cure più idonee, quelle che non tentavano di sconfiggere il virus ma che curavano i gravi e invalidanti sintomi. Nasce così il Dallas Buyers Club, una società che tenta di curare le persona affette dall’HIV con un approccio diverso da quello consentito dallo stato americano. A fare da spalla al superlativo Matthew McConaughey Dallas Buyers Club-1c’è un commovente Jared Leto nelle vesti di una giovane transessuale. Rayon, malato di HIV, è più fragile di Ron sia perché essere transessuale nell’85 in Texas non era certo una passeggiata sia per la sua dipendenza da cocaina che gli impedisce di beneficiare a pieno delle cure alternative. Grazie alla vicinanza con Rayon e alla lotta intrapresa per vivere, sfidando lo Stato, Ron cambia. Il cuore del film sta proprio qui, nell’evoluzione di Ron che a causa della sua malattia è costretto a uscire dalla sua confort zone, fatta di rodei, alcol e sesso occasionale. Grazie alla malattia e alla vicinanza, oltre che a Rayon anche alla dottoressa Saks interpretata da un’intensa Jennifer Graner, persone che non avrebbero mai scelto nella sua vita prima della malattia. Ron AMF_0851 (260 of 292).NEFcomprende il valore della vita acquistando anche un nuovo punto di vista.

Jean-Marc Vallée costruisce un film realistico e accurato ma soprattutto onesto perché non cerca la lacrima facile dello spettatore a tutti i costi, ma la ottiene in modo naturale, riuscendo a farci empatizzare con la disperazione dei protagonisti che supera le barriere dello schermo e si trasferisce nello spettatore. Quando avviene questo, il film diventa qualcosa di più d’intrattenimento, a mio avviso: diventa crescita personale, diventa arte. Dallas Buyers Club è, quindi, oltre all’interpretazione del cast, un bel film, perché affronta una tematica importante con serietà e intelligenza non evitando una sottolineatura polemica sul rapporto di convenienza costruito tra il governo e l’establishment medico che ha portato molte persone a metà anni 80 a venire curate con medicinali non idonei ma economicamente più vantaggiosi per i poteri in campo.

 

Dallas Buyers Club

Realistico e accurato

Valutazione Globale

User Rating: 2.8 ( 2 votes)

Maura Pistello

Fondatore/ Admin Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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5 Comments

  1. Un film indipendente di maniera. Bello – anche se non superlativo – di quel bello che all’establishment di Hollywood piace tanto premiare, ma non finanziare. Leto e McConaughey meritano oscar e golden globe e un po’ tutto quello che c’è sulla piazza, perché danno vita a due personaggi con un’anima che trapassa lo schermo; e stavolta il dimagrimento allucinante di McConaughey vale davvero la pena per averlo nella parte del protagonista (ciccioBale in American Hustle un po’ meno, secondo me). Il resto del film va abbastanza sul sicuro, non rischia mai troppo e mi ha deluso un po’ sul finale dove ho sentito il pathos ammosciarsi.
    Gli attori e i loro personaggi comunque valgono tutto il film (a parte la Garner che era proprio un po’ poverella di idee).

  2. Personalmente l’ho trovato straordinario. Il parere non è assoluto, ma a mio parere questo film è un capolavoro. Gli attori hanno fornito delle prestazioni eccellenti, in particolare Matthew McConaughey (se non vince l’Oscar grido allo scandalo), la storia è di quelle che ti rimangono impresse nella mente, o almeno nella mia. A mio parere è il film migliore tra i candidati agli oscar, insieme ad Her.

  3. Bella recensione Maura 🙂 ero già molto incuriosito dal film e lo vedrò appena possibile. Faccio già il tifo per Matthew ai prossimi Awards: già solo il fatto di essersi riscattato alla grande da una carriera passata piuttosto mediocre, gli fa onore.

  4. Recensione “realistica e accurata”. 🙂 Direi che Maura ha centrato in pieno questo film e l’ottimo commento di Puci chiude il cerchio.

  5. Bel film, interessante, la migliore prestazione in carriera di McConaughey, che a mio parere non si ripeterà, e la conferma che Vallè ha del grandissimo potenziale, che con una buona base di sceneggiatura può essere espresso al massimo, ma per chi aveva visto Young Victoria, questa non è una novità. L’unica cosa che a mio parere, stona un po’ è il clamore suscitato dalla pellicola, che resta un ottimo film, ma non è un capolavoro, bisogna stare attenti a non essere sopraffatti, dalle performance e valutare bene il film. Sopravvalutato è l’aggettivo giusto.

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