
Broadchurch: il crime dalla parte delle donne, Recensione episodio 3.05
Broadchurch ha sempre contribuito dalla prima stagione alla creazione di personaggi televisivi femminili nuovi e memorabili, sia per la scelta del cast sia per la sceneggiatura capace di non stereotipare nessuno di essi. Miller è e resterà sempre l’archetipo della detective contemporanea che deve bilanciare la casa, la passione per il suo lavoro e il prendersi cura del suo partner e ormai buon amico Hardy, della coppia il vero personaggio nuovo è lei. Beth invece è riuscita a rinascere dalla perdita del figlio creandosi in qualche modo un guscio protettivo fatto del dolore di altri, di cui deve prendersi cura dalla sua famiglia ai suoi “pazienti”. Fino a questo quinto episodio però la sceneggiatura, seppur trattando di una violenza contro le donne non aveva davvero espresso a pieno il suo potenziale, e a soli tre episodi dalla fine regala al pubblico una grande lezione di modernità e originalità.
COSA VUOL DIRE ESSERE DONNA.
La scelta della serie di passare dallo stupro di una donna alla creazione di un vero e proprio mostro seriale è molto interessante e gestita con la solita delicatezza e profondità delle stagioni passate. Se anni fa avevamo sottolineato come Broadchurch attaccasse in maniera sfacciata i media e il danno che posso fare con la loro morbosità, quest’anno la sceneggiatura attacca noi e il nostro modo di pensare a volte troppo scontato. La descrizione della condizione della donna nella società occidentale, che emerge da questi cinque episodi e in particolare da quest’ultimo è triste e purtroppo amara: donne contro donne, che arrivano a essere gelose della violenza subita da una di loro, donne che devono essere sempre attente, presenti per tutti e in ogni momento, donne trattate come semplici immagini da deridere, ragazzine emarginate per dei video on line, donne che vengono viscidamente approcciate da maniaci che a loro volta hanno moglie e figli e infine donne che non comprendono di non avere colpa se subiscono una violenza. Il dito che Broadchurch punta contro di noi spettatori, a prescindere dal sesso, è un’accusa che fa male, che ferisce e fa sentire sporchi perché mai in televisione abbiamo visto tanta realtà in un tema come la violenza sessuale. Il fatto che solo dopo il passaggio dal singolo caso allo stupratore seriale, il personaggio di Trish inizi a capire di non avere colpa e che è solo capitata nelle mani dell’uomo sbagliato ci porta a riflettere su quanto, troppo spesso il racconto seriale taccia rispetto a temi del genere.
LA FORZA DEL NORMALE
La scelta di una vittima non nel fiore degli anni, con un viso comune, che si mostra struccata e che ha una figlia e un matrimonio finito alle spalle, contribuisce a rendere la serie ancora più credibile e vera della prima stagione. David Tennant ha rivelato che girare la serie è stato molto impegnativo perchè per una immedesimazione totale i copioni arrivavano scena per scena, quindi così come i protagonisti Hardy e Miller, anche Tennant e Colman erano ignari dell’assassino fino alla fine e questo si nota in particolare in questo episodio nelle scene degli interrogatori in cui è possibile percepire la curiosità negli occhi del bravissimo attore scozzese. Ogni attore in questo modo è davvero partecipe dell’esperienza in quanto personaggio e non semplice interprete, inoltre lo scarso uso di make-up, di cambio di costumi e altre tipologie di finzione scenica rendono il tutto così reale che a volte sembra di assistere ad un caso di cronaca nera successo veramente. Ed è così che Broadchurch vince ampiamente la gara della miglior serie investigativa di quest’anno, grazie alla forza del crudo racconto del reale, un racconto che noi vorremmo non finisse mai.
Molte sono le cose in ballo che dovranno essere risolte in soli tre episodi, a partire dalla storyline ancora legata all’omicidio di Danny Latimer, per passare alla cattura del seriale e per finire con il destino del detective Hardy. Sicuramente dobbiamo aspettarci sorprese, forse un morto visto che ancora non ne abbiamo avuti (che sia proprio la povera Trish) e un finale scioccante.
Good Luck!
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