
Broadchurch: Recensione dell’episodio 2.07 – Episode 7
Ad un certo punto della vita credi di essere completo, poi incontri qualcosa e realizzi che sei solo la metà di qualcosa.
La gente ci ride su. “Hai conosciuto la mia metà?” Ma quando incontri quella persona sai che è vero. Ti senti completo solo quando siete insieme. Non finisce mai bene, vero? L’amore ti rende forte e poi ti butta giù. Una volta che accade una parte perde l’altra. (Claire)
Manca solo un episodio alla fine di questa seconda altalenante stagione. Manca solo un piccolo tassello per arrivare alla conclusione di due vicende che hanno segnato il nostro percorso visivo, ma anche e soprattutto il percorso dei nostri personaggi.
Partiamo dal processo, il quale ha preso la piega che probabilmente tutti ci aspettavamo.
Di sicuro è necessario tenere a mente che abbiamo a che fare con un sistema giudiziario profondamente diverso dal nostro (e non mi addentro nella discussione in quanto non sono di certo la persona più competente in questo campo). Ma da un punto di vista puramente narrativo questa storyline non mi ha convinta dall’inizio e continua a non convincermi. Più che un processo, a me suona più un modo per allungare il brodo su una vicenda che la prima serie aveva concluso in maniera eccellente. Che abbiamo imparato di nuovo su questa sfortunata cittadina e sui suoi abitanti? Nulla, assolutamente nulla. A cosa e a chi è servito allora questo processo? A rendere ancora più instabili i rapporti tra i cittadini di Broadchurch? A me pare che gli unici che ne accusino il colpo sia Mark e Beth. Ma a che pro?
Questo processo è stato di certo un’occasione per incontrare nuovi personaggi, ma quanto davvero li abbiamo conosciuti? Quanto davvero ci siamo affezionati a loro? Per me siamo ben lontani da quel modo passionale e appassionante di raccontare che ha reso la prima stagione un successo.
Ma torniamo a noi. Chiuso il banco dei testimoni, abbandonata l’ipotesi di un’archiviazione del caso, siamo arrivati all’arringa finale che dovrebbe portare la giuria popolare a decidere da quale parte stare. L’accusa fa leva sul buon senso e sul silenzio di un assassino che non può difendersi. La difesa offre una versione alternativa dei fatti, ma sembra in alcuni tratti che più che costruire un palazzo con solide fondamenta si sia imbarcata nell’avventura di costruirne uno in aria. Chi in questo polverone riuscirebbe a prendere una decisione?L’episodio si chiude ovviamente lasciandoci con la domanda fatidica: colpevole o innocente? Sinceramente non so cosa aspettarmi.
Nell’attesa di sapere quale sarà il verdetto, proviamo a mettere insieme i pezzi del secondo caso a cui stiamo lavorando, Sandbrook.
Anche qui la situazione non è sicuramente delle più chiare: tanti interrogativi, tante supposizioni, tante storie che si intrecciano in una mappa di cui sapremo il punto di inizio e quello finale solo con la prossima puntata. Su questo percorso, fatto di deviazioni e curve ad u, tutti sembrano aver compiuto qualcosa di cui non vanno fieri, tutti si nascondono dei segreti. E quei pochi che Chibnall ci svela (vedi il coinvolgimento della Agro Thorp) non sempre appagano la nostra sete di conoscenza.
Nota a margine:
– David Tennant é di certo meglio in vesti inglesi, ma sono solo io a non capirlo più quando parla? Viva la Scozia, ma io davvero non riesco più a seguirlo.
– Forse mi sarò persa un passaggio, ma da quando Beth ed Ellie sono ritornate ad essere grandi amiche?
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2.07 - Episode 7
Rinvio a giudizio
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