
Broadchurch: Recensione dell’episodio 2.05 – Episode 5
Altre volte ne abbiamo parlato e decisamente anche pubblico e critica lo hanno notato: in questa stagione Broadchurch vive una profonda dicotomia tra la parte investigativa dedicata a Sandrook e al passato di Hardy e quella processuale che vorrebbe scavare nel torbido del paesino sconvolto dall’omicidio della passata stagione. Vorrebbe va sottolineato, perché tutto il torbido che c’era lo abbiamo visto lo scorso anno, presentato in modo mirabile e con approfondimenti intelligenti sul ruolo della stampa, le dicerie, la caccia ai “mostri”, che sicuramente sono cliché ma erano stati gestiti bene. Ora questa parte è tutto un rimestare nel già visto. Cosa c’è di nuovo? Nulla. Tutte informazioni che avevamo già, ma prese e rigirate in un processo che è una comica a dir poco; testimoni assurdi, interrogatori senza capo ne coda, facce basite più negli spettatori a casa che in quelli in aula; vari esempi si susseguono anche in questo episodio: avvocati dell’accusa che insistono con delle pessime frasi fatte per convincere il prete a testimoniare, con l’unico piccolo dubbio che ci sovviene sul perché far testimoniare per la difesa uno che sostiene che il tuo cliente sia colpevole, o ancora una volta interrogatori e controinterrogatori basati sulle più insulse osservazioni, senza uno straccio di evidenza (gli interrogatori di Nige e della madre sono una cosa inguardabile).
Se condiamo il tutto con una recitazione decisamente monocorde della Rampling, che purtroppo si è fermata al personaggio monodimensionale interpretato in Dexter, e una sopra le righe costantemente della Jean-Baptiste e vari strafalcioni di scrittura, come l’improvviso astio tra i due avvocati, che però non esisteva a inizio stagione, quando la giovane avvocatessa di colore andava dalla vecchia maestra a chiedere consigli, abbiamo il mix perfetto della sciatteria.
Per fortuna, però, in questo episodio, le scene dedicate al processo sono state un po’ più limitate e prende sempre maggiore spazio la vicenda Sanbrook, Mi aveva sempre incuriosito e la trovo, puntata dopo puntata, sempre più intrigante, con il giusto livello di dubbio inserito nello spettatore, il seguire la progressiva strada deduttiva dei due detective, il districarsi tra le menzogne dei testimoni, lo scoprire nuove piste, insomma, una buona scrittura, con la giusta tensione, la giusta dose di mistero e un coinvolgimento attivo dello spettatore. Sembra incredibile che gli stessi autori abbiano scritto le due differenti parti di questa storia, con la seconda molto vicina alla prima stagione e quella processuale assolutamente agli antipodi.
Anche perché, poi, se nella parte dedicata al caso di Braodchurch abbiamo i due avvocati che non brillano per intensità, qui invece oltre a dei comprimari che sono molto bravi, come Eve Myles (Claire) e James D’Arcy (Lee), abbiamo molta più presenza di Tennant e della Colman che sono, e non penso di sbagliare, una delle principali ragioni per cui tutti guardiamo questo show. La Colman in questo episodio, inoltre, è veramente meravigliosa, utilizzando registri recitativi quasi opposti in diverse scene, degna di somma ammirazione, passa da una scena carica di pathos ad inizio episodio con il figlio adolescente che non la vuole più vedere ad una Miller dinamica e volitiva quando Hardy la trova nella sua “casa” alla mattina dopo che ha passato un intera notte sulle prove del caso Sanbrook.
Il caso Sandbrook, dunque, a mio avviso sta reggendo in piedi la stagione e dopo questo episodio mi è anche tornata la voglia di vedere in fretta il successivo, cosa che era normale nel corso della prima stagione, e che non avevo avvertito finora, per la presenza debordante di una parte processuale tanto inutile quanto dannosa allo show. Ci toccherà tenercele tutte e due fino alla fine, sperando che quella interessante superi quella malscritta o che, comunque, quest’ultima si concentri più sui drammi delle relazioni personali (in arrivo dramma madre-figlio per la Miller) e meno su stupidaggini come Nige e sua madre o le baruffe insipide tra avvocati.
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2.05 - Episode 5
Sandbrook salva tutto
Valutazione globale
Bene, devo concordare su tutto. A parte sul conflitto degli avvocati che secondo me è sempre stato evidente. Cmq è proprio vero… che ce frega di rivangare un caso che avevamo osservato nei minimi dettagli per tutta la precedente stagione? Non c’è possibilità di manovra per gli avvocati (pessimi) che con i loro testimoni folli non fanno altro che farci roteare gli occhi. Insomma… non c’è modo di insinuarci il dubbio su Joe. Non c’è neanche modo di insinuare dubbi su altri… quindi che senso ha? E’ proprio lo schema narrativo che non ha possibilità di funzionare. Forse se fosse meno centrale…
E il povero prete? Ha fatto quello che doveva fare con Joe. Certo, sicuramente non sarà visto bene da Ellie & Co ma era il suo dovere. Che diavolo di errore potrà aver mai fatto?
E ora voglio vedere sta idea brillantissima di far testimoniare il figlio dell’assassino. Sarà sicuramente utilissimo per l’esito del processo.
Sandbrook salva tutto, così come Hardy e Ellie che insieme non deludono MAI. Certo che pensando che questo è un caso su cui Hardy ha lavorato all’infinito… poteva metterci un filo di attenzione in più XD
No vabbè… io non capisco perché dopo aver fatto una cosa tanto bella con The Escape Artist che fotografava in pieno il sistema processuale anglosassone devo svaccare tutto così…ma poi basta con queste testimonianze dove nessuno si oppone mentre vengono fatte domande assurde… io boh! E secondo me neanche sandbrook salva tutto perché praticamente sembra che Hardy non abbia mai preso in considerazione altre piste se non quella del vicino di casa pedofilo…mah! Dio salvi la Colman