
Breaking Bad: Recensione dell’episodio 5.16 – Felina
Il finale di Breaking Bad è la catarsi di Walter White. Finalmente libero dai suoi sogni o deliri per il domani e consapevole che la sua parabola volge al termine, non cerca più di costruire ingegnosi piani per scamparla ancora una volta, ma mette in piedi il suo ultimo show, non per riparare ai torti che ha fatto e al male che ha provocato, ma per scrivere quel finale con la sua firma che è il suo ultimo atto di potere. Live free or die, recitava il titolo del primo episodio della quinta stagione, Live free or die recita il motto del New Hampshire come riporta la targa della macchina .
Lui è l’artefice della caduta negli inferi in cui ha trascinato tutte le persone a lui più care e lui sarà il regista della distruzione dell’impero che ha creato e che ora non è più in mano sua. Perché, se è vero, come diceva Shelly nel sonetto Ozymandias, che tutti gli imperi prima o poi scompaiono, Heisemberg decide di distruggere quel che resta del suo impero con se stesso.
Facendolo trova il modo di liberare Jesse dalla prigionia, la sua famiglia dal suo ricordo ombroso, almeno parzialmente, con un addio appropriato, la sua progenie da un futuro di povertà attraverso uno dei suoi mille trucchi.
Questa è la fine del prestigiatore che regala una sua ultima magia fatta di inganni e di precisione tecnica, che viene lui stesso ucciso dalla sua creatura. Non è Jesse, non è la polizia e non sono i nazisti ad uccidere Walter White, ma la sua stessa invenzione, con un colpo di rimbalzo mentre col suo corpo protegge il suo allievo, il suo pupillo, che come tutte le persone che un tempo gli erano vicine, lo odia e lo odia nonostante i suoi ultimi gesti siano impostati ad un pseudo-riscatto. Non c’è perdono per Walt, non c’è misericordia ma solo compassione negli occhi di Jesse e di Skyler, Non è la cosa giusta che fa a riscattarlo. Lui lo sa, è condannato dalla storia, è condannato dai suoi stessi atti, dal fare il male con il pretesto di fare il bene. Perché dalle migliori intenzioni nascono i più grandi mostri e Walter White è uomo ed è mostro, è padre ed è assassino, è manipolatore ed è uomo di famiglia.
E Walter getta tutte le maschere in questo suo finale. Ha fatto tutto questo perché gli piaceva, perché era bravo, era il migliore, toglie certamente un peso alla famiglia, non reputandola più il fine scatenante delle sue azioni, e la cosa è da lui voluta, ma allo stesso tempo dice anche la verità. Lui ha trovato in Heisenberg la sua apoteosi, il suo apice, tutto quello che gli era stato negato nella sua vita precedente. Smette anche di manipolare Jesse, non vuole che Jesse lo uccida perché così potrà dargli una soddisfazione, lo vuole perché anche in quel momento vuole essere lui a decidere come finirà e per mano di chi.
5.16 - Felina
Catartico
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