
Brasile fra novelas e nuove fiction
In Italia la lunga serialità è iniziata nel 1982 con un azzardo nella programmazione di Rete4, all’epoca di proprietà Mondadori, che portava in tv la telenovela brasiliana. Il successo delle soap statunitensi venne dopo.
Il primo grande boom che portò il pubblico a seguire una storia nell’arco di molte puntate fu Dancin’ Days (1979). Vero e proprio fenomeno di costume, celebrava i fasti degli anni 70: lustrini e disco music.
Sull’onda de “La febbre del sabato sera” la novela si presentava con una ricetta collaudata: storie di forte impatto in un contesto locale, ispirate spesso a film o libri di successo. La protagonista era Sonia Braga, divenuta poi star internazionale, riconosciuta come attrice sanguigna e di talento.
Uno degli elementi che fa la differenza fra la telenovela brasiliana e quella di altri paesi sta proprio nell’appeal degli interpreti. Fra i protagonisti di molte produzioni ricordiamo attori come Fernanda Montenegro (una nomination agli Oscar) e Wagner Moura (il Pablo Escobar di Narcos).
Altri elementi caratterizzanti sono le riprese in esterno, un relativo dinamismo nelle azioni e a volte qualche sperimentazione.
Dopo un periodo di letargo durante il quale si preferirono in Italia le novelas di altri paesi sudamericani, nel 2000 vi fu il fenomeno Terra Nostra. La storia dell’emigrazione italiana in Brasile.
L’innamoramento per l’Italia si può intercettare in molti elementi narrativi delle serie che trattano della nostra presenza in quel paese. E’ stato un caso assai bizzarro quello della telenovela Passione (2010) ambientata in gran parte in Toscana, dove i protagonisti parlavano un mix di italiano e portoghese.


Due i filoni principali: le novelas contemporanee e quelle in costume.
Le prime sono trasmesse nel prime time, le seconde in onda al pomeriggio o alle ventidue.
Gli ingredienti da prima serata sono più o meno gli stessi delle nostre fiction: generazioni a confronto, amori, misteri e lacrime conditi con molta musica e bei panorami. La differenza la fa il contesto sociale in cui le vicende si sviluppano. Si tratta spesso di contrasti molto stridenti fra una borghesia di stile europeo e un sottoproletariato da favela. Un tema portante è difatti la scalata sociale.
La serie più rappresentativa di questi contrasti, e che ha avuto la maggior audience degli ultimi anni, è Avenida Brasil (2012). Picchi del 75% di share e un buon esito nelle vendite all’estero. E’ la storia di una bambina rapita e allevata in una discarica che da adulta cerca la vendetta contro la perfida matrigna.
I giustizieri hanno sempre un gran successo nei romanzi a puntate.
E a proposito di giustizia è Justiça, una miniserie della scorsa stagione, ad aver raccolto i maggiori consensi nel 2016. Costruita come un puzzle, segue le sorti di quattro indagati che si trovano in contemporanea nello stesso commissariato. Non sanno come le loro vite siano strettamente collegate.


Produttore di punta è la Tv Globo, una delle potenze mondiali dell’intrattenimento. Negli anni 80 entrò per un periodo anche nella proprietà di TMC. Venne allora trasmesso da noi Potere (Roda de fogo – 1986) storia di politici corrotti e fantasmi dell’ex dittatura. A detta di molti una delle migliori sceneggiature del genere, scritta dal drammaturgo Lauro Cesar Muniz.
Quanto la telenovela brasiliana aspiri in molti casi all’opera “letteraria” non sta solo nell’essersi fatta tramite della diffusione di autori come Jorge Amado e Guimarães Rosa, adattando i loro più famosi romanzi, ma anche per il nome che si è dato al genere: Teledramaturgia.
Oggi la crisi della prima serata segna il passo.
Le storie si fanno via via più convulse e cercare nel poliziesco una via di fuga non ripaga.
Nonostante lo standard sia sempre più vicino a quello delle serie americane – o forse proprio per questo – la novela tradizionale vive un momento di ripensamento. Gli appuntamenti quotidiani tuttavia non sono mutati: ben quattro serie per sei mesi ciascuna a partire dal tardo pomeriggio.
E’ forse per questo che si guarda con rinnovato interesse alle miniserie (o mini-novelas). Nel già citato caso di Justiça così come nel pluripremiato Verdades Secretas (2015) si sono potuti adottare nuovi linguaggi. Innovazioni più attrattive per un pubblico non esclusivamente da tv generalista.
Per quanto riguarda altre piattaforme, la fiction brasiliana si è dimostrata capace di competere in campo internazionale. Sono diverse le produzioni a partire dal 2005 di HBO Latin America. E la recente serie prodotta da Netflix: 3%, è stata confermata per la seconda stagione.
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