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Black Mirror: Recensione dell’episodio 3.04 – San Junipero

Distopia e/o utopia negativa: descrizione di una immaginaria società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa

Black Mirror è una serie antologica il cui fulcro centrale è rappresentato dalla distopia. Una società divorata dagli schermi neri, dai social media e dalla tecnologia in generale, che Charlie Brooker ha immaginato in modo vivido e agghiacciante.

Questa premessa è d’obbligo, mentre mi accingo a recensire il quarto episodio dell’ultima stagione da poco rilasciata, perché San Junipero è per assurdo l’episodio più distopico di Black Mirror, ma anche quello che fotografa la distopia meno negativa.
A differenza di altri episodi, anche piuttosto didascalici, sui mali che la tecnologia e i social media hanno generato nella società post moderna, San Junipero ci apre una finestra sul tema della vita dopo la morte, raccontandoci di come in un futuro prossimo gli uomini abbiano sfruttato la tecnologia per risolvere uno dei tabù più radicati nell’essere umano: la morte.

Conosciamo Yorkie (Mackenzie Davis), una ragazza timida e solitaria, e Kelly (Gugu Mbatha-Raw), il suo opposto, in una discoteca. Siamo negli anni ’80 e tra le due ragazze si crea subito una forte connessione e attrazione. Per Kelly è divertimento, voglia di libertà e di lasciarsi andare, mentre il legame immediato tra le due riveste un significato totalmente diverso per Yorkie.

San Junipero: La vita dopo la morte

Mentre viviamo la storia delle due, ben presto scopriamo di essere in una realtà virtuale.
La società del futuro ha offerto un limbo o paradiso fittizio per tutte quelle persone malate ed anziane che dalla vita hanno già avuto gioie e dolori o, come nel caso di Yorkie, hanno avuto poco e nulla.

Black Mirror
Yorkie e Kelly sono in realtà molto prossime alla morte. Mentre i loro corpi reali muoiono lentamente, le loro menti e coscienze sono assetate di vita. San Junipero viene offerto in piccole dosi, per poche ore alla settimana, come fosse una vacanza dalla sofferenza e della solitudine della vecchiaia e della malattia, ma al momento della morte sì può decidere di “trasferirsi” dall’altra parte, tenere cioè la propria coscienza viva nel software. Kelly e Yorkie hanno avuto esperienze di vita diversa e la pensano in modo opposto: Yorkie è tetraplegica da giovane età ed ha quindi perso le vere esperienze, le tappe importanti, Kelly invece ha vissuto una vita piena, a tratti dolorosa, ma conosce la differenza tra una vita vissuta in un software e una nella realtà tangibile.

San Junipero apre a riflessioni profonde sulla vita dopo la morte, Brooker non si schiera o giudica come abbiamo visto in altri episodi di Black Mirror e quest’assenza di giudizio viene trasmessa anche allo spettatore.
Questo perché quando si parla di morte e di vita dopo la morte, si tende a sospendere il giudizio. Nonostante la certezza della morte rivesta la vita (nostra e del prossimo) di un significato profondo e valoriale, allo stesso tempo viviamo con il timore di non essere più fisicamente presenti. Avere la scelta di restare però cambierebbe radicalmente il senso della vita.

Un episodio profondo e per certi versi anche romantico. L’empatia verso Kelly e Yorkie è immediata e naturale, grazie anche alle brillanti interpretazioni di Gugu Mbatha-Raw e Mackenzie Davis, che donano all’episodio la forza e l’autenticità trasmessa dalla sceneggiatura.

“Tutto quello che so, è che debbo morire; ma quello che ignoro di più è questa stessa morte che non posso evitare.” (Blaise Pascal)

Voto: 4/5

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Maura Pistello

Fondatore/ Admin Serie tv dipendente, accanita lettrice, amante del cinema e dell'arte

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