
Better Call Saul: Recensione dell’episodio 2.05 – Rebecca
Un antipatico difetto in cui spesso cascano quelli che commentano in rete è cedere ad una estrema polarità per cui una cosa o la si odia o la si ama e un film o una serie tv o è un capolavoro che manda in estasi o una lordura da spazzare via. Si finisce a fare un po’ come i tifosi di calcio con la Juventus: se non la si ama, la si odia punto e basta (e chi scrive non è strisciato, ndr). E però, alle volte, capita che questo modo dicotomico di approcciarsi ad un episodio sia non solo corretto, ma quasi indispensabile perché i pro e i contro sono così opposti che cercare una conciliazione diventa difficile. Come accade con questo Rebecca, quinto episodio della seconda stagione di Better Call Saul.
Basta dare una rapida scorsa ai vari forum online (si, lo fanno anche i recensori) per accorgersi della netta divisione tra chi ritiene questo episodio il migliore andato in onda finora e chi invece è convinto che sia addirittura il peggiore. Colpa o merito della struttura stessa della serie che, nonostante il nome punti ad un personaggio, ha in realtà due protagonisti: Jimmy McGill e Mike Ehrmantraut. Due poli di attrazione che interagiscono ormai sempre meno e che proseguono in maniera autonoma su due strade che si incrociano sempre più raramente al contrario di quanto avveniva nella prima stagione. Ma cosa accade se in un episodio il secondo è in scena solo per gli ultimi dieci minuti scarsi e il primo si limita a poche seppure importanti comparsate? Succede che la scena debba essere riempita da quelli che, seppure fondamentali, restano comunque dei coprotagonisti che stavolta reclamano un posto in prima fila sul palco. Se si riesce ad appassionarsi alle loro vicende, l’episodio risulterà quindi amato per la capacità di dare spessore a figure normalmente in secondo piano; altrimenti lo si odia accusandolo di non aver fatto avanzare di nulla nessuna storyline.
Le cose, in realtà, non stanno esattamente così. Perché centro di questo episodio non è una spalla qualsiasi di Jimmy, ma Kim che, in una ideale corsa agli Oscar, concorrerebbe nella categoria di attrice protagonista. Come evidenziato da Edoardo nella recensione del precedente episodio, Kim è l’ancora razionale che impedisce alla nave impaziente di Jimmy di salpare decisa verso quel lido sgargiante che è Saul Goodman. Proprio questa sua funzione fondamentale la aveva però fatta percepire finora come una figura importante, ma priva comunque di una sua autonomia. Non a caso raramente Kim è apparsa finora se non in compagnia di Jimmy o al telefono con lui. Invece, l’unica interazione che ha con lui in questo episodio avviene nei primi minuti con il solo scopo di impedire che altre ve ne siano nel resto della puntata. Relegata nei sottoscala della sede della HHM ad una noiosissima quanto degradante revisione dei documenti di casi passati, Kim non accetta l’ardita scorciatoia propostale da Jimmy e non solo per la palese assurdità della strategia offertale, ma soprattutto perché vuole dimostrare a sé stessa più che al suo scombussolato amore che è può farcela da sola. Che non è l’avvocatessa bionda amica del fratello di Chuck, ma Kim Wrexler la valida collaboratrice capace di procacciare clienti facoltosi allo studio con le sole armi dell’impegno e della tenacia. Nessuna scorciatoia, nessun implorare, nessun cedimento, nessuna arrendevolezza. Neanche quando il successo ottenuto si rivela insufficiente a redimere la colpa di aver messo in difficoltà Howard proponendo l’inaffidabile Jimmy, Kim cambierà atteggiamento continuando a restare anche di notte in ufficio per svolgere al meglio l’ingrato compito che le è stato affidato come feroce punizione. Perché Kim è tutto quello che Jimmy non è e in questo episodio la sua alterità risalta in maniera pulita senza essere solo un riflesso uguale ed opposto del carattere del futuro Saul.
Better Call Saul continua ad essere impeccabile nella costruzione dei personaggi e negli aspetti tecnici (come non lodare la fotografia della casa di Chuck illuminata nel pre sigla?). Ma la sua ciclopica lentezza condanna chi guarda questa serie a doversi schierare in maniera netta: o la odi o la ami.
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Per me Better Call Saul è ancora in fase di semina. Gould e Gilligan stanno gettando i semi di una storia di cui, non dimentichiamolo, conosciamo già il finale. Per crescere avrà bisogno di acqua, concime e tempo.
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per me chi ha scritto questo articolo è bene che scriva su un sito per amanti di fagioli.
“Better Call Saul continua ad essere impeccabile nella costruzione dei personaggi e negli aspetti tecnici” questa considerazione non può avere un “ma” è come se dicessi per esempio: questa canzone è ‘na bomba, ha una chitarra fantastica, una linea di basso che fa impazzire, il mixaggio è superlativo, però è una canzone che può essere anche discutibile…quando si parla di qualcosa di artistico non è che si può valutare in base a quello che dice la gente o altre redazioni, lo sapete o no che la critica è tale solo se prende posizione? se chiudi una recensione con o si odia o si ama caro mio mi sa che te di come si gira qualcosa non sai molto. Sai come si compone un inquadratura? Sai come si scrive una scena? beh se lo sai allora devi spiegarmi come fai a dargli solo tre stelle.
poi se si vuol parlare di come non hai capito come ha impostato gilligan la serie e di che strada sta costruendo è un altro paio di maniche. se vuoi mi scrivi sulla mail e ne parliamo
la gentilezza…
Ecco, io sono tra quelli che lo definiscono uno dei migliori episodi della serie… a parte una fotografia meravigliosa, ma non solo per il cold open, ma in tutto, ad esempio la fotografia e il montaggio delle scene che vedono Kim protagonista dalle telefonate fino al successo finale sono uno dei più alti esempi di costruzione tecnica della tv. Chi esalta la fotografia di Revenant, dovrebbe farsi 5 minuti di questo episodio, perché siamo anni luce superiori (e senza nemmeno la facitità di fare una bella fotografia con panorami mozzafiato)
E poi c’è la forza simbolica di questo episodio, la profondità, il costruire i personaggi e il definirli anche con poche veloci pennellate, una cura incredibile e meravigliosa e una storia che procede anche se non per vie tradizionali.. ecco, per me non c’è dubbio sul fatto che questo episodio rientri nell’empireo della tv di livello superiore..
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