
Ballers: Recensione dell’Episodio 1.01 – Pilot
Cosa rappresenta lo sport per gli americani, ve lo siete mai domandati? Il Super Bowl dell’anno 2016 si terrà in uno stadio che può ospitare circa 75,000 persone; Alex Rodriguez, uno dei giocatori di baseball più noti (anche grazie ad una storia con Madonna), firmò un contratto di 27 milioni e mezzo a stagione, quando passò da Texas ai New York Yankees; un giocatore (professionista) di basket può arrivare a guadagnare fino a 20 milioni a stagione. Non solo: per i genitori, fare l’allenatore di calcio o baseball dei propri figli e dei loro compagni non è un obbligo ma un privilegio, spesso conteso anche selvaggiamente da più parti, anche se sottrae tempo al loro tempo libero. La vittoria della propria squadra, che sia di football o di baseball o di hockey, non rappresenta una semplice vittoria ma un orgoglio di livello nazionale, di cui vantarsi e di cui andare fieri. E’ questo il mondo dello sport americano, un mondo che venera le sue star persino più di quanto noi possiamo fare con i nostri campioni di calcio (il che è dire tanto).
E’ dunque discutibile la scelta della HBO di introdurre una serie come Ballers nel proprio palinsesto: non dico che sia una scelta poco audace, anzi, ma di sicuro ha delle considerevoli note anti-sportive che potrebbero far storcere il naso a più di un abitante degli States. A me no. Primo perché io non vivo negli States e secondo perché mi aspettavo così poco da questo pilot che qualsiasi cosa fosse riuscita a stupirmi in positivo, per i miei gusti, sarebbe stata di per sé una grande vittoria.
La serie racconta di giocatori di football, quelli che non guadagnano più i milioni e non hanno migliaia di fan pronte a saltargli addosso; giocatori che non fanno più notizia, che non hanno un ricco conto in banca: giocatori che, dopo anni di successi, tornano alla dura realtà della gente comune e sono costretti a conviverci. Perché a differenza di come può sembrare la serie affronta temi attuali e moderni, anche se per farlo sceglie degli attori e un contesto facilmente rimpiazzabili. Il protagonista, Dwayne ‘The Rock’ Johnson, non mi è mai stato simpatico: non potevo digerirlo nelle commedie in cui faceva l’idiota con il tutù e meno ancora potevo sopportarlo mentre spezzava il gesso del braccio come pasta frolla in Fast and Furious 7.
Il suo personaggio, Spencer, è un giocatore di football che un tempo era una stella e che, adesso, non può che cercare di elemosinare lavoro dai propri colleghi ed ex colleghi, nella speranza di poter gestire le loro finanze e, in questo modo, recuperare una parte della propria fortuna. Ammetto che The Rock mi ha stupito positivamente e, considerando quanto fossi prevenuta all’inizio, ce ne voleva tanto: il personaggio che interpreta ha l’emotività di un bambino, usato e poi gettato via quando nessuno (nel mondo del football) aveva più bisogno di lui. I suoi gesti, anche quelli verso gli amici, sono mossi da sincero affetto… eppure siamo sempre lì a guardare il suo desiderio di tornare alla ribalta e ci viene da chiederci se tutto non sia fatto, dopotutto, con la principale intenzione di conquistare la loro fiducia e il loro portafoglio.
Infine, dulcis in fundu, bellissima la parte riservata al personaggio di Omar Benson Miller. Un giocatore anch’egli lasciato a se stesso, che passa le giornate tra tv e canali sportivi, senza una prospettiva o una carriera. E’ solo l’insistenza della fidanzata che lo costringe ad
Una premiere che non fa scintille e non accende neppure un tenue focherello nella tormenta della noia ma che, senza troppe pretese, offre un prodotto interessante e innovativo, se non per il cast almeno per i contenuti. I dialoghi sono ancora un pochino piatti, troppo patinati per risultare davvero autentici, ma direi che essendo un prodotto della HBO e dal momento che siamo solo all’inizio, c’è ancora del tempo per lavorarci. Perché, lo dico senza tropi giri di parole, una possibilità a Ballers va concessa, con la premessa che di lavoro da fare ce n’è… e ce n’è tanto.
1.01 - Pilot
Sorprendente
Valutazione Globale