
Baby Driver: Edgar Wright e Kevin Spacey a Roma
Abbiamo partecipato al Q&A che ha anticipato l’anteprima stampa a Roma di Baby Driver. All’incontro erano presenti il regista Edgar Wright e l’attore Kevin Spacey. Ecco cosa è successo.
Edgar Wright ha la faccia del bravo ragazzo, un po’ nerd invecchiato bene, grande entusiasmo e più di qualche battuta spiritosa, mentre Kevin Spacey arriva sul palco con la sua solita aria sorniona. Wright non pare molto in imbarazzo nel partecipare a una affollata conferenza stampa, nonostante gli venga prospettato che sia frequentata da cattivissimi blogger! In realtà il pubblico del Cinema Adriano di Roma è ben disposto verso il regista e un film che non concede un attimo di respiro.
Ecco tutto quello che c’è da sapere su Baby Driver!
Costruito benissimo, con un ritmo che segue la partitura musicale, Wright parte subito con lo spiegare l’importanza della colonna sonora. La prima traccia musicale di Baby Driver è Bellbottoms dei Jon Spencer Blues Explosion, ed è stata quella ad ispirarlo nel voler fare un film che avesse come prima scena un inseguimento. E che inseguimento!
Una delle parti aggiunte è il dialogo fra Doc e Baby fuori dal ristorante. In un’altra parte del film, quando si pianifica una rapina, Kevin ha dovuto imparare un lungo monologo che poi è stato sostituito dalla musica. La necessità di recitare delle vere battute che non si sarebbero poi sentite era dovuta anche al fatto che gli spettatori non udenti potessero leggere il labiale. Un lavoro quindi non del tutto inutile, anche perché Wright ha inserito uno di questi spezzoni nel trailer. Kevin aggiunge che ha trovato la sceneggiatura perfetta così, non ha dovuto aggiungervi niente.
Perfino le prove si sono svolte sulla musica.
Era già tutto previsto,specifica Wright, le canzoni sono state alla base della scrittura, per cui per ogni scena gli attori conoscevano quale sarebbe stata la colonna sonora. Almeno un attore, durante le riprese, poteva ascoltare la musica di sottofondo. Evidente è il caso della sparatoria a ritmo musicale, con la battuta finale di Jamie Foxx “Tequila”.
C’è una canzone che viene nominata nel film ma che non si sente, Hotel California degli Eagles. I diritti sarebbero costati troppo, rivela Wright, e in più è un brano che Foxx ritiene gli porti sfortuna, esattamente come dice nel film. L’attore ha confessato al regista che ogni qualvolta nel locale dove giocava a biliardo mettevano quella canzone, lui puntualmente perdeva.
Baby Driver è stato il titolo di una canzone sia dei Kiss che di Simon&Garfunkel.
Wright ritiene la prima non molto interessante per i suoi gusti, mentre la seconda è quella che lo ha ispirato, e racconta, appunto, di un giovane al volante.
Il budget per i diritti delle canzoni è stato soddisfacente ma sono stati abili e furbi anche i collaboratori che hanno scelto brani non troppo noti di gruppi pure famosi e che quindi costavano di meno. Ci hanno messo un anno a lavorare su questo e le riprese sono iniziate quando era già tutto pronto.
L’importanza della musica, abbiamo capito, da LaLaLand in poi avrà sempre una maggiore incidenza nella scrittura di un film. I musicisti sono avvertiti.
Per Kevin il suo personaggio compie un viaggio.
Il suo ruolo di Doc nel film è stata una scelta di ripiego, scherza l’attore, in quanto il personaggio era stato già offerto a George Clooney e Michael Caine che avevano rifiutato. Il regista spiega che Kevin si è entusiasmato leggendo lo script ed ha accettato di partecipare anche grazie a una serie di fortunate coincidenze fra un impegno teatrale e la pausa delle riprese di House of Cards e che lo ha deciso in 72 ore. Al personaggio di Doc sono state quindi aggiunte delle battute.
Per Spacey sono questi i ruoli più interessanti perché mettono in dubbio le certezze del pubblico, lo spiazzano. Anche un cuore duro come quello di Doc si ammorbidisce, appena capisce il forte sentimento che lega Baby a Debora e gli ricorda di quando anch’egli aveva amato una volta. Amore e crimine in questo film non vanno d’accordo. Le due coppie presenti nella storia entrano in crisi, proprio quando è il crimine a insinuarsi fra loro.
Il primo giorno di riprese è stato dedicato al lungo piano sequenza dell’inizio in cui Baby va al bar e torna con i caffè.
Sono stati fatti ben 28 ciak e l’operatore alla steadycam ha dovuto percorrere a piedi molti chilometri. La produzione era partita con il pianificare le riprese in 80 giorni, diventati poi 59. Si doveva lavorare fino a 40 scene al giorno e girare per giunta in pellicola 35mm. Per problemi di tempi e di budget la produzione voleva tagliare uno spettacolare inseguimento a piedi, Wright ha pagato di tasca propria due giorni di riprese extra. Si augura che quei soldi gli rientrino con gli incassi.

Fondamentali sono state le coreografie.
Operazioni che si possono fare solo quando si hanno attori in grado di avere una grande fisicità. E in effetti Ansel Elgort che interpreta Baby, è molto a suo agio sia nelle scene rocambolesche, sia in quelle dove accenna a delle stupide danze da innamorato (n.d.r.). Il montaggio di questo film è basato su un’alternanza di ritmi rapidi ad altri più lenti. Sono le scene più lente e lunghe a fare in modo che lo spettatore entri in sintonia col personaggio, partecipi del suo mondo.
Kevin sottolinea come i registi dovrebbero fidarsi di più dell’interprete e di ciò che gli attori fanno all’interno dell’inquadratura. Gli attori sono da guardare e ammirare, da rimanerne in qualche modo soggiogati, così come accadeva con Ginger e Fred. Si stava per lunghissimi minuti rapiti davanti allo schermo. Oggi spesso i registi non si fidano più di questa magia e lavorano molto di montaggio, ogni inquadratura non deve durare più di tre secondi. Si teme che il pubblico non presti sufficiente attenzione.