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Avengers – Endgame: la fine del viaggio – la recensione del capitolo finale di dieci anni del Marvel Cinematic Universe

Titolo: Avengers – Endgame

Genere: cinecomic

Anno: 2019

Durata: 3h 01m

Regia: Anthony e Joe Russo

Sceneggiatura: Christopher Marcus, Stephen McFeely

Cast principale: Robert Downey Jr., Chris Evans, Scarlett Johansson, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Jeremy Renner, Josh Brolin, Don Cheadle, Karen Gillian, Bradley Cooper, Paul Rudd

Si può davvero recensire di Avengers – Endgame? Si riesce a discutere in maniera oggettiva di aspetti fondamentali quali regia, sceneggiatura, fotografia in un film che è la fine di un viaggio durato dieci anni? È credibile che ogni parola di una qualunque recensione sia stata dettata dalla mente e non imposta dal cuore? Perché Avengers – Endgame non è solo un cinecomic superbamente realizzato e pienamente riuscito nel suo essere un blockbuster di puro intrattenimento. Lo è, sicuramente, ma al tempo stesso non lo è. Perché è parte di noi spettatori.

Avengers Endgame - la recensione no spoiler
La fine è parte del viaggio

Sarà forse una delle frasi più abusate in ogni discorso su Avengers – Endgame. Ed è stata, d’altra parte, più volte richiamata nei trailer e nei teaser che hanno riempito lo iato temporale tra questo film e Avengers – Infinity War. Detta e ridetta così tante volte da sembrare una scontata banalità. Ma alle volte la realtà non ha l’obbligo di essere originale, ma solo quello di essere vera.

E allora non si può non ripetere che Avengers – Endgame è la fine di un viaggio. Un viaggio fatto di ventidue film in dieci anni. Di un’idea impensabile diventata legge ineludibile. Del sogno folle di portare sul grande schermo non questo o quel personaggio, ma un intero universo dove tutto è collegato in un quadro tanto grande che lo si può ammirare solo quando è completo. Dell’utopia sognatrice di creare una community di persone che di quell’universo fittizio sono abitanti essi stessi piuttosto che spettatori distratti. Perché Tony, Steve, Natasha, Bruce, Thor, Clint ormai non sono solo riuscitissime copie sullo schermo dei loro alter – ego fumettistici, ma quasi persone di famiglia per chi ne ha seguito le vicende in questi dieci anni. Una famiglia che ha saputo allargarsi restando sempre coesa.

Non è un caso che questo Avengers – Endgame viva anche delle interazioni inusuali tra personaggi che tipicamente sono vissuti in film diversi e raramente hanno condiviso la scena insieme. Eppure, la chimica nasce immediata non solo tra Rocket e Nebula come era facile attendersi, ma anche tra Scott e Rudy, tra Rudy e Rocket, tra Scott e Steve, tra Thor e Carol. Perché tutti sono parte dello stesso mondo e sono cresciuti rispettando gli stessi principi seppure adattandoli alla propria peculiare personalità.

Un film fatto di personaggi che fanno amicizia, ma anche di vecchie conoscenze che si ritrovano senza essersi mai persi davvero. Steve che ripensa alla Peggy che può guardare solo da lontano. Tony che scopre il suo lato paterno e lo riconosce in quello del padre sottovalutato. Natasha che non può che cercare Clint perché è colui che l’ha fatta diventare parte dell’unica famiglia che ha mai avuto. Bruce che fa pace con sé stesso dopo una vita di rifiuto. Thor che delega a Valkyrie quel comando che non ritiene più di meritare.

Avengers – Endgame è il momento del triste addio, ma anche di un rasserenante arrivederci. Un’era inevitabilmente finisce perché alcuni personaggi sono arrivati alla fine del viaggio. Ma dietro di loro non hanno lasciato il nulla, ma una eredità già viva che pulsa nelle tre ore e un minuto di questo capitolo conclusivo.

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Avengers Endgame - la recensione no spoiler

Quello che ci voleva e quello che si credeva

Avengers – Endgame è per certi versi un film anche sorprendente perché spende la sua prima metà in maniera quasi anticlimatica rispetto a cosa ci si sarebbe potuti attendere. Lo schiocco di dita di Thanos alla fine di Avengers – Infinity War autorizzava ad attendersi una reazione immediata dei sopravvissuti anche grazie all’arrivo preannunciato di quell’arma invincibile rappresentata da Captain Marvel. Ma il film preferisce parlare di un’altra reazione. Metà della popolazione dell’universo è sparita ed è con questo che bisogna fare i conti prima che e oltre che con Thanos.

Con la disperazione, la rassegnazione, l’accettazione di un Tony che ha trovato infine un nuovo equilibrio. La caparbia volontà di andare avanti di Steve che comunque sa di stare solo fingendo per il bene degli altri. L’ossessione per il lavoro di Natasha che prova così a scacciare i rimorsi. La rabbia irrefrenabile di Clint che non può accettare che il caso punisca gli innocenti invece che i peccatori. L’abulia colpevole di Thor che si punisce per non essere stato quel che da sempre credeva di dover essere. Avengers – Endgame si presenta inizialmente non come il film epico che ci si aspettava, ma come una necessaria riflessione sui diversi modi in cui una sconfitta ferale può e deve essere affrontata.

Ma i dieci anni e i ventuno film precedenti hanno dimostrato che l’universo Marvel è tanto ampio e multiforme da poter ospitare e offrire tutte le svariate emozioni che albergano nell’essere umano. Se c’è un tempo per piangere, ce n’è anche uno per ridere. Ed è, quindi, giusto che un film come Avengers – Endgame che di quell’universo è la summa finale dia spazio alle lacrime, ma anche alle risate. Non è, perciò, una stonatura inopportuna la lunga parte centrale dove sono i toni scanzonati alla Ant – Man e Guardiani della Galassia a farla da padrone perché anche questi fanno parte a pieno diritto del MCU.

Una considerazione più che sufficiente a motivare una sceneggiatura che non scrive il film che si credeva avremmo visto, ma quello che ci voleva per dire addio ad un mondo mostrandone tutti i mille volti.

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Avengers Endgame - la recensione no spoilerQuantità e qualità

Avengers – Endgame non poteva che essere diretto dai fratelli Russo. La ricchezza sovrabbondante di ingredienti dai sapori contrastanti richiedeva una comprovata maestria nel gestire tanta quantità per produrre altrettanta qualità. E questo i due registi hanno sempre dimostrato di saper fare non tradendo le attese neanche stavolta. Ci sono tutti e c’è tutto in Avengers – Endgame.

Una carrellata sterminata di personaggi che anche solo per poche scene tornano sullo schermo per ricordare che anche di loro è stato fatto questo mondo. Una celebrazione meritata della stupefacente capacità della Marvel di creare nuovi divi, ma anche di convincere premi oscar navigati ad essere coinvolti in un genere che non avrebbero mai pensato di avere nelle proprie corde. Avengers – Endgame è allora anche una sfilata delle memorabilia che Kevin Feige, l’uomo che del MCU è stato l’ideatore, ha saputo mettere insieme.

Soprattutto, il film diretto dai fratelli Russo è la dimostrazione incredibile che quantità e qualità non sono per forza concetti agli opposti. Che si può realizzare un film che abbondi di personaggi caratterizzando ognuno anche con pochi minuti che resteranno ugualmente impressi. Che si può fare in modo che il totale sia più della somma degli addendi perché è in quell’unione di tutti in un unico tutto che risiede il vero motivo del successo del Marvel Cinematic Universe.

Un cinema fatto di spettacolarità e intimità. Di scontri epici e sguardi silenziosi. Di fine di una storia e inizio di mille altre. Di tristi addii e sorridenti benvenuti. Di quel che è stato inimitabile e di quel che sarà imprevedibile. Di ieri e di domani.

No, non si può davvero recensire Avengers – Endgame. Perché si recensisce un film, non una parte di una vita. Di loro sullo schermo e di noi in sala.

Winny Enodrac

In principio, quando ero bambino, volevo fare lo scienziato (pazzo) e oggi quello faccio di mestiere (senza il pazzo, spero); poi ho scoperto che parlare delle tonnellate di film e serie tv che vedevo solo con gli amici significava ossessionarli; e quindi eccomi a scrivere recensioni per ossessionare anche gli altri che non conosco

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