
Assassinio sull’Orient Express e Poirot XII: incontro con David Suchet
Diva Universal (Sky – Canale 128) presenterà al Courmayeur Noir in Festival (5-11 dicembre 2011) Poirot XII, la popolare serie TV britannica che ha come protagonista David Suchet nei panni del celebre detective nato dalla penna di Agatha Christie.
La 21^ edizione della manifestazione dedicata al genere giallo e noir ospiterà in anteprima nazionale Assassinio sull’Orient Express, uno dei TV movie che compongono la dodicesima stagione.
Di seguito l’intervista esclusiva a David Suchet, il protagonista della serie.
David Suchet ci tiene a puntualizzare che Assassinio sull’Orient Express non è un remake del premiato classico degli anni Settanta, ma è una versione del tutto originale – tratta dal romanzo di Agatha Christie – scritta dallo sceneggiatore Stewart Harcourt.
Girare il più celebre giallo che Agatha Christie abbia mai scritto, anche con oltre venti anni di riprese di Poirot alle spalle, non è stato un compito facile. Infatti era già stato portato sullo schermo in modo esemplare, con interpretazioni favolose, come quella di Albert Finney che ottenne una nomination agli Oscar per la sua interpretazione di Poirot. Riproporlo è stata una sfida vera e propria ma soprattutto è stato davvero eccitante perché non si tratta di un remake del film: lo sceneggiatore ha infatti adottato un punto di vista interessante e stimolante.
Penso che il film si distingua principalmente per il suo copione: se hai un copione diverso, avrai anche un adattamento diverso. Ed è ben più di un dramma psicologico: ci troviamo dinanzi a un Poirot molto differente da quello che abbiamo incontrato finora. Prima di tutto l’investigatore assiste a dei tragici eventi che lo influenzeranno molto e ben prima di salire sul treno. Ad Istanbul, un uomo si suicida per via della sua deposizione, poi assiste ad una lapidazione. In entrambe le circostanze, lo vediamo dirsi, pieno di sé, come per giustificarsi: “Così va il mondo; tutto ciò non ha nulla a che fare con me“. Una volta salito sul treno Ratchett gli chiede protezione, Poirot rifiuta e l’uomo viene ucciso. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio viaggio psicologico per Poirot, un viaggio che lo destabilizzerà. La decisione che sarà costretto a prendere alla fine lo obbligherà a rinunciare completamente alla sua ragione di vita, ovvero ad abbandonare il mondo del crimine. Infatti alla fine sarà costretto a scavare così a fondo nella propria psiche e a fare la cosa giusta a discapito del suo buon senso. Il viaggio dell’Orient Express è invero il viaggio di Poirot sull’Orient Express.
La speranza di David è che il pubblico rimanga affascinato quanto lui dallo scavare nella mente di Poirot.
E’ molto stimolante lavorare sulla vita e la psicologia di Poirot, poiché il pubblico conosce così bene il personaggio da considerarlo quasi come un grande amico, spesso si preoccupano persino per lui. Vedremo Poirot estremamente coinvolto e credo che avremo modo di apprezzare questo diverso aspetto del personaggio. E’ imprigionato in una situazione che lo rende depresso e per questa ragione dovrà scendere a patti con un aspetto inedito della sua vita, che lo porterà ad aprire una porta della sua anima mai varcata prima. E proprio come gli amici che affrontano momenti altalenanti nella loro vita, Poirot rimane sempre la stessa persona ma questo evento gli darà una dimensione ancora più ampia, ed io sono molto felice di potergliela dare. Mi entusiasma avere la possibilità di potermi sentire così dentro al personaggio.
Recitiamo realisticamente questa situazione fino a far disintegrare fisicamente i personaggi: i loro abiti non possono essere stirati, non possono lavarsi, gli uomini non possono radersi… Nessuno di loro può stare nel proprio confortevole scompartimento, poiché sono tutti costretti a stare insieme per proteggersi dal freddo con l’ausilio di una piccola stufa. Riproporre ciò realisticamente vuol dire che Poirot non può radersi o avere abiti puliti. Così assistiamo al suo cadere a pezzi sia internamente che esternamente.
Il fatto che i passeggeri siano intrappolati su un treno con un cadavere ed un potenziale assassino rende Assassinio sull’Orient Express carico di tensione …
Dopo l’omicidio di Ratchett la tensione sale alle stelle. In altri momenti ci saremmo imbattuti in un Poirot che davanti a un cadavere avrebbe saputo cosa fare, ora invece per la prima vedremo il senso di colpa prendere il sopravvento. Non ha salvato la vita a Ratchett, ha rinunciato al lavoro, solo perché non gli era simpatico. Questo sentimento lo turberà per cambiarlo nel corso corso di tutta la storia. E’ proprio da qui che parte la tensione per poi aumentare e, naturalmente, a mano a mano che Poirot procederà verso l’epilogo finale, agli assassini non rimarrà altro che ucciderlo e fuggire. Poirot è ben consapevole di questo.
David è convinto che Assassinio sull’Orient Express sia il romanzo più amato di Agatha Christie perché è una storia che si basa su due fatti avvincenti realmente accaduti e per il suo finale scioccante.
Quando il libro uscì per la prima volta, nessuno avrebbe potuto immaginare il finale, ovvero che quelle persone fossero tutte colpevoli: è un’idea straordinaria. Agatha Christie ha inoltre incentrato questo libro su una serie di fatti realmente accaduti e ciò rende i suoi contorni più netti. Il treno che si ferma per una tempesta di neve è un elemento tratto da una storia vera, ovvero quando l’Orient Express rimase bloccato per 9 giorni (a Çerkezköy nel 1929), ed anche la storia del rapimento è vera (Christie si ispirò al rapimento Lindbergh negli anni Trenta in New Jersey). Agatha fece effettivamente un viaggio sull’Orient Express una volta, pertanto l’aver attinto da un ambiente che conosceva così bene e dalla storia di un vero rapimento per dar vita ad un delitto straordinario, dimostra quanto fosse brillante la sua mente.
Tornando alla produzione; la ricostruzione dell’Orient Express e delle tormente di neve che si trova ad attraversare hanno dato a David la sensazione di salire a bordo del vero treno…
Jeff Testler (scenografo) ed il suo team sono stati grandiosi. Il treno è stato riprodotto con un’attenzione meticolosa. Anche la carrozza ristorante presenta una riproduzione di vetro Lalique, che io conosco bene perchè ho girato un documentario sull’Orient Express. Sfido chiunque a sostenere che questo non sia il vero Orient Express, e sul set ho avuto proprio la sensazione di essere sul treno vero. E’ esattamente come nel documentario che ho girato. E’ persino un po’ inquietante. E’ sorprendente, inoltre, ciò che sono stati in grado di fare con la neve. La prima volta che sono arrivato a Peterborough e ho visto il treno ricoperto di neve, la mia prima reazione è stata ‘Come è possibile? Non ha nevicato!’ E’ una magia, ecco che cos’è fare un film.
A proposito di Poirot, in qualità di Responsabile di Produzione di Poirot, David è stato in grado di mantenere la promessa fatta alla figlia di Agatha Christie oltre 20 anni fa…
Provo un’enorme responsabilità nei riguardi di Agatha Christie. Quando ho accettato la parte per la prima volta, fui invitato a cena fuori da Rosalind Hicks, la figlia di Agatha Christie e ricordo che a tavola mi disse, ‘Vogliamo che Poirot sia interpretato come riteniamo che nostra madre lo abbia scritto. Si può sorridere di Poirot, ma mai riderne.’
Mi scelsero per la parte e non è mai stato scelto nessun altro. Conoscevano il modo in cui lavoravo e che la mia fedeltà va in primis al mio autore, al mio drammaturgo. Scritturandomi, sapevano che sarei stato sempre fedele ad Agatha Christie e così è stato sin dal primo giorno. Non è sempre stato facile lottare per le proprie idee, molti volevano infatti girare una versione sdolcinata, scherzosa della sua opera ma questo non sarà possibile finché sarò io ad interpretarlo. E’ una grande responsabilità che non va mai data per scontata. Voglio interpretare fino alla fine e nel modo più sincero possibile il personaggio che Agatha Christie ha creato. E’ lei che devo continuare a servire fino alla fine!
E’ un grande privilegio essere il Responsabile della Produzione oltre che un attore di questa serie che per via della sua durata vede molte persone andare e venire. I registi e gli attori in modo particolare, possono presentarsi con il preconcetto di Agatha Christie come “prodotto sdolcinato”. Essere il Responsabile della Produzione mi dà il privilegio ed il permesso di uscire dal mio ruolo di attore e di parlare con chiunque stia sul set dello stile e di come mantenerlo, qualsiasi sia il suo ruolo. Ci tengo troppo a non trasformare Agatha Christie in un “polpettone” o in una parodia: questi sono gialli, sono storie serie con assassinii, rapimenti e bambini che muoiono. In questo mondo del crimine arriva Poirot con la sua meravigliosa eccentricità e sebbene possa far sorridere, state attenti, quel sorriso sfumerà quando ci si renderà conto che è il miglior detective al mondo.
David è lieto della popolarità di Poirot in tutto al mondo, in modo particolare del fatto che sia amato da tutte le generazioni, dai giovani ai meno giovani.
Cosa rende speciale questo omino? Ricevo lettere da ragazzi di sette anni che ne sono rimasti entusiasti! Ho da poco inviato due foto a due gemelli di otto anni che appena tornano a casa da scuola chiedono alla mamma di mettergli Poirot! Nello stesso mese ho inviato una scatola di cioccolatini ad una persona di 94 anni in un pensionato. Quasi 90 anni di differenza eppure guardano lo stesso programma.
David, dopo 20 in cui ha interpretato il celebre detective, definisce Poirot il suo “compagno di una vita”.
Poirot è dovuto cambiare nel corso degli anni perchè è cresciuto e si è trasformato in un essere umano più profondo e versatile. Lo conosco così bene adesso che non mi è difficile fargli affrontare qualsiasi situazione o qualsiasi stato emotivo: si tratta di trovare dentro di me lo stato d’animo giusto. Lo posso portare con me ovunque nel mondo e sapere come reagirà. Di conseguenza, conoscendolo così a fondo, so anche quali sono i suoi punti deboli. Sono zone di vulnerabilità che si sono sviluppate mio malgrado. Non si tratta di una scelta cosciente, che mi fa decidere ‘Adesso mostrerò questo lato di Poirot’, bensì lo conosco così bene, che quando si trova in queste situazioni non faccio altro che lasciarlo uscire. Spero che nel corso degli anni l’investigatore abbia acquisito un maggiore spessore rispetto agli inizi grazie al fatto che anche io sono cresciuto insieme a lui.
Interpretare Poirot è adesso del tutto naturale per David, al punto che continua ad usare il suo caratteristico accento belga anche tra una ripresa e l’altra sul set, di certo a causa dei limiti imposti da certi baffetti…
Il personaggio è molto particolare. Indosso questa enorme imbottitura ed i baffi che limitano i movimenti del mio labbro superiore, così ho la fama di rimanere ‘Poirot’ anche durante gli allestimenti delle scene. Per certi aspetti è vero, ma per altri no: non sono Poirot ma nonostante ciò parlo come lui. Non riesco a muovere la bocca in modo agevole e il suo accento, molto particolare e che suona naturale venendo da lui, non rispecchia affatto il mio modo di parlare. Vado in giro con quella imbottitura, con quell’abito e non posso abbandonare il set e tornare ad essere David Suchet ed il minuto seguente essere richiamato sul set ed essere Poirot. Non si tratta di un vezzo attoriale: serve a mantenere un determinato aspetto del ruolo che posso poi trasportare immediatamente sulla scena. Con un breve cambio di marcia torno ad essere Poirot.
Dato il suo attaccamento ad Hercule Poirot, il sogno di David è di girare tutte le opere di Hercule Poirot, un sogno che terminerà solo con la morte del detective più amato e famoso al mondo.
Come tutti sanno, il mio sogno è di recitare tutte le opere relative a Hercule Poirot. La ragione per cui lo voglio fare è perché ritengo che sotto il profilo letterario Poirot sia grandioso. Quando si parla di Agatha Christie, una delle nostre migliori gialliste, Poirot diventa un suo sinonimo, poiché ha scritto più libri su Poirot che su qualunque altro personaggio. Sarebbe per me ragione di grande realizzazione, avendo iniziato con lui ed essendo giunto sin qui, portarlo sino alla sua naturale conclusione, ovvero alla sua morte per poi lasciarmelo alle spalle. Ciò consentirà, inoltre, a quelle che sono oggi più di 100 nazioni, di assistere al ciclo di vita completo del personaggio. Penso che molte persone proveranno un grande dispiacere per la sua scomparsa. Il mondo apprese con tristezza che Agatha Christie lo aveva fatto fuori al punto che la notizia apparve sulla prima pagina del New York Times. Il titolo annunciava, ‘Morto Hercule Poirot’ ed era riportato il suo necrologio, questo perchè era famoso e molto amato.
Avvertirò senza dubbio un senso di fine, una volta girata la scena della sua morte. Ma non la girerò mai se prima non avrò concluso tutti gli altri film. Una volta finita quella scena, dovrò seppellirlo così come non sono stato capace di fare negli ultimi 20 anni. Anche se vi sono stati momenti, quando ho appreso che la serie sarebbe terminata e poi è stata ripresa, in cui ho dovuto mantenere in vita una grossa parte di lui. Come attore perderò indubbiamente un grande amico e il compagno di una vita. Sarà piuttosto traumatico e sarò molto triste ma, al contempo, molto felice di essere stato in grado di realizzare questo desiderio. Dopodichè andrò a casa e non credo che farò ritorno sulle scene rapidamente.
Fonte: comunicato stampa