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Arrow: Recensione dell’episodio 4.02 – The Candidate

Arrivati alla quarta stagione di Arrow possiamo dire che gli autori sanno come prenderci; hanno capito quanto dirci di volta in volta e su cosa glissare, senza troppi giri di parole. Ed ecco che, superata brillantemente la premiere, la serie ci catapulta – già dai primi minuti del secondo episodio – nel vivo dell’azione.

Certo, rimaniamo stupiti, considerato che l’episodio precedente si era concluso mostrandoci che qualcosa di grave stava per accadere, vorremmo sapere di più, e forse in parte abbiamo inveito contro lo schermo, ma di Arrow amiamo anche il suo modo di tenerci sulla corda. Quel che abbiamo visto ci sta preparando al finale o allo stop di metà stagione (com’è stato per lo scontro tra Oliver e Ras’ la scorsa stagione), anche se è ancora presto per pensarci.

arrowQuest’episodio si apre insomma con l’ennesimo scontro con i Fantasmi di Damien Darhk. Nei primi minuti leggiamo già la frustrazione che investe i protagonisti; inoltre, in questi primi dialoghi, Oliver sembra sempre più preoccupato per l’anomala condizione in cui versa la sorella. Subito dopo però la tensione viene spezzata e Oliver, con un breve scambio di battute con Felicity, ci ricorda di essere anche un uomo felice ora. Nonostante sia molto contenta per lui (ricordiamo che per tre anni è stato una calamita umana per la sfortuna), a volte trovo queste scene un po’ troppo artefatte e forzate; non sembra troppo naturale questo nuovo Oliver e spesso le scene di questo tipo virano più verso il ridicolo che non verso il romantico.

arrowIl resto dell’episodio, che vede come antagonista principale un sicario ingaggiato solo inizialmente da Darhk per spaventare il nuovo candidato a Sindaco di Star City, ci ricorda invece che il futuro della città sembra essere sempre più nero. A tal proposito c’è forse il primo piccolo errore nella caratterizzazione dei personaggi; nella premiere vediamo chiaramente il capitano Lance discutere con Darhk riguardo al suo coinvolgimento nella H.I.V.E. e subito lo stesso capitano si dichiara fuori dai giochi. Per quel che avevamo visto, non facevo fatica a credere che Darhk lo avrebbe ucciso, o quantomeno che ci avrebbe provato. Invece qui Lance solo torna da lui con un piglio piuttosto aggressivo e Darhk, piuttosto si limita ad aiutarli e a minacciarlo velatamente. Tutta la dinamica e lo stesso Darhk perde di credibilità in brevissimo tempo e mi chiedo se non sia stato sopravvalutato o se sia solo stato commesso un errore. Dopo un antagonista come quello che ha dominato la scorsa stagione, la serie non può permettersene uno nuovo che risulti più debole o meno motivato; Darhk in un primo momento sembrava piuttosto solido ed in linea con le aspettative, ma questo passo falso dà molto da pensare.

arrowAd ogni modo, a coronare il quadro così carico di tragicità troviamo Thea che in tutto l’arco narrativo dell’episodio sembra peggiorare, fino a perdere del tutto il controllo. La sua condizione ci serve sia da trampolino per rendere noto anche a Laurel cosa le è successo nella scorsa stagione (dettaglio che si rivelerà decisivo negli ultimi minuti dell’episodio) sia per inasprire il rapporto tra Oliver e Quentin, che ritiene colpevole Green Arrow del tentato omicidio del sicario.

In ultima battuta, a fare da contorno alla trama principale, c’è Felicity alle prese con una delle conseguenze del declino di Star City: il collasso economico in cui versa la città. Mentre però la vicenda che riguarda Thea serve da pretesto per diversi svolgimenti interessanti, primo fra tutti l’idea di Laurel di portarla in segreto a Nanda Parbat, quella di Felicity non offre nessuno spunto interessante e rimane a fare da sfondo, a frammentare il ritmo della scena madre, infinitamente più interessante. Sembra più un riempitivo per allungare il brodo e non raccontarci tutto e subito. La stessa sensazione ormai si ha con i flashback, che hanno perso di significato già nella precedente stagione, e che sembrano inseriti solo per temporeggiare. Credo che ormai siano di troppo e che vada presa in considerazione l’idea di dirci una volta per tutte cos’è successo da quel punto fino al ritorno di Oliver e si smetterla di frammentare ogni episodio con qualcosa che c’interessa solo marginalmente.

ArrowA concedere, invece, un altro pro a questo episodio però c’è l’idea di Oliver di candidarsi come sindaco, dopo l’ufficiale ritiro del precedente candidato. Non solo serve a ricordare che non tutto è perduto, che Star City ha ancora una possibilità, idea che avevamo scartato dopo un quadro così funesto, ma è l’ennesimo spunto che può rivelarsi interessante anche per gli episodi successivi.

Vorrei però tornare per un secondo su Laurel: sono un po’ perplessa da questa tendenza a voler risolvere ogni lutto con il Pozzo di Lazzaro; sembra una trovata un po’ troppo comoda, al punto da far perdere ancora credibilità alla trama. Sapevo di dovermi aspettare qualcosa del genere quando ho intravisto Sarah nel trailer dello spin-off Legends of Tomorrow e sono anche d’accordo con l’idea di dover ricorrere alla sospensione della credulità, ma l’escamotage trovato può far rischiare troppo alla serie.

Tirando le somme, l’episodio è ben scritto, sia per il ritmo dell’azione che per il copione stesso (difficilmente si riesce ad amalgamare con successo tensione e commedia) e già agli esordi della stagione abbiamo molti spunti interessanti su cui poter puntare. Sì, ci sono diverse perplessità che riguardano anche il futuro della serie, ma confido che tutto abbia un senso e che non ci deludano così stupidamente.

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