
Arrow: Recensione dell’episodio 2.01 – City of heroes
Dico solo, tanto per farvi capire il livello di assurdità della situazione, che era da circa un mese che qui a casa mia facevamo il conto alla rovescia per il ritorno di Arrow. Complice anche Stephen Ammell e il suo entusiasmo contagioso. Lui a fare il conto alla rovescia aveva iniziato giusto un paio di mesi prima.
Ci sono serie stilisticamente perfette, telefilm con sceneggiature impeccabili, cast dalla bravura ubriacante, Arrow non si avvicina neanche lontanamente a queste cose, ma cielo, è il più divertente di tutti. Pure con tutte le sue assurdità e i dialoghi imbarazzanti. E’ puro intrattenimento che se preso per il verso giusto sa regalare 45 minuti di totale spasso.
Saprete cosa intendo se a fine episodio siete balzati giù dal divano esclamando “GREEN ARROW!”.
Come è giusto che sia, quando l’episodio inizia siamo sull’isola e proprio come era accaduto nei primi istanti del pilot, Oliver sta correndo tra gli alberi, e siccome gli autori mi vogliono bene lo sta facendo a petto nudo (okay, niente più commenti sui pettorali, promesso). C’è una piacevole vaga confusione sul dove ci troviamo… o meglio sul quando. Ma un aereo attraversa il cielo grigio e a bordo ci sono Felicity e Diggle… con un cinese. E’ tutto perfetto, a partire dai bruttissimi effetti speciali, a Felicity che vomita sulla spiaggia. Tutto accade in pochi secondi e io ho un deja-vu da Indiana Jones e l’isola è così finta che mi si stringe il cuore dalla felicità. Quando la scritta Arrow appare sullo schermo mi sento contenta come una bambina.
Oliver considera la sua avventura sotto il cappuccio come un totale fallimento. Come biasimarlo? Ha sprecato la sua rabbia contro le persone sbagliate (più o meno) e non è riuscito a impedire che mezza città venisse distrutta e che il suo migliore amico morisse. Narrativamente è una premessa esaltante da cui ripartire. In più, nel tempo passato a scorrazzare nella foresta, un sacco di cose brutte sono capitate. L’azienda di famiglia sta andando a rotoli (immagino che il fatto che qualcuno se la voglia comprare sia il male minore), ma
Una bella inquadratura delle Glades mezzo distrutte e una suggestiva passeggiata tra i quartieri più poveri ci danno una buona idea di quale sia la situazione a Starling City e ancora meglio lo fa la scena in cui il sindaco viene mitragliato senza troppi convenevoli durante un elegante galà, al riecheggiare di un nostalgico “you have failed this city!”. Sarling City è ormai una piccola Gotham in erba, che senza il suo Batman ha deciso si farsi giustizia da sola creando tanti piccoli Arrow che però preferiscono i mitragliatori alle frecce.
Mi scappa un po’ la poesia quando più tardi ci troviamo faccia a faccia con i misteriosi copycat, che una volta levato il cappuccio sono la solita trippa di frasi preriscaldate, ma il loro unico compito è quello di fornire un pretesto per un po’ di azione e per rimettere in moto le cose, quindi, non ci importa più di tanto.
Anche il galà di mitragliate è un pretesto per farci ritrovare qualche vecchia conoscenza e introdurre qualche faccia nuova. Laurel, purtroppo per noi, è ancora in giro e abbandonate le macerie dei servizi sociali si è messa a lavorare per il procuratore distrettuale che altri non è che Dylan Bruce, arrivato da Orphan Black con la sua faccia da stoccafisso intatta. Lui è belloccio, lei è turbata ma determinata e quindi possiamo solo noiosamente immaginare cosa ci toccherà in futuro. Come da manuale lei e Oliver si dicono che sono tanto dispiaciuti ma che di stare insieme non è cosa visto il bel finale con Tommy e quindi almeno su questo possiamo tirare un sospiro di sollievo. Ma quanto durerà? Poco più tardi al cimitero, dove lei si presenta con un modesto vestitino color arancione neon forse a sottolineare il suo nuovo status di impiegata statale, già si stringono la mano e sospirano insieme. La bella novità è che per un contorto ragionamento la nuova missione di vita di Laurel sarà quella di catturare Freccia. Buona fortuna.
Ma torniamo a Felicity, perché lei meriterebbe una recensione tutta per sè. Sì lo so, vi ho già annoiato a sufficienza con tutti i miei apprezzamenti in recensioni passate, ma voglio ribadirlo: Felicity è il massimo. E’ un po’ impacciata e un po’ strana e ha un umorismo scemo e, certo, ci piace vincere facile perché è anche bellissima, ma il suo ruolo è ormai diventato fondamentale. Sa sempre strappare una risata nei momenti in cui Oliver e la situazione si stanno prendendo un po’ troppo sul serio ma sa anche fare il contrario con la giusta dose di emotività. Non è Laurel che stende gente armata di mitragliatore con ridicole mosse di karate, è quella che gli dà una botta in testa con una gamba del tavolo. Che si fa salvare quando serve ma anche che sa dimostrarsi decisa e determinata, avendo il coraggio di dire quello che va detto. E’ tutte noi ragazze (scusate maschietti) quando fissa Oliver con un misto di reverenza, ammirazione e occhio da triglia. E’ quella che compra manichini e teche di vetro per migliorare la Arrow caverna e un arco nuovo di zecca in internet e conserva la rastrelliera per gli allenamenti selvaggi perchè a certi confort semplicemente non si può rinunciare. Con Diggle poi l’accoppiata è perfetta.
Nell’episodio c’è anche tanto altro. C’è isola passata (5 anni prima) con Slade e Shado
Qualcuno dirà che a copiare Batman son bravi tutti. E io dirò che già saperlo copiare bene è un risultato notevole.
Bentornato Arrow!
2.01 – City of heroes
Uno spasso!
Valutazione Globale
Discreta questa prima puntata che apre la seconda stagione.
Dopo la distruzione delle Glades e la dipartita di Tommy, Oliver si è “autoesiliato” sull’isola.
Passano diversi mesi, fino a quando Felicity e Diggle riescono a rintracciarlo.
I due riescono a convincere Oliver a ritornare a Starling City ma lui non ha più intenzione di essere più il giustiziere.
Mentre Moira è giustamente in carcere, la Queen Consolidated è in bancarotta e Isabel Rochev (la carinissima Summer Glau) è intenzionata a comprare la parte per ottenere la maggioranza delle azioni; Oliver messo alle strette chiede aiuto economico a Walter per non perdere l’azienda e cosi sarà socio con la Rochev.
Thea intanto ha rilevato il night di Oliver, Roy e sempre il solito noioso nonchè un idiota perchè vuole emulare il giustiziere e quando si caccia nei guai lo salva una nuova,misteriosa e affascinante eroina.
Quando “dei farabutti” prendono in ostaggio Thea, finalmente Oliver decide di reagire rivestendo i panni dell’arciere mascherato, salva la sorella ma stavolta invece di ucciderli, li consegna alla giustizia.
Shado e davvero “tanta roba”…
Laurel (che intanto non è più giornalista ma lavora nell’ufficio del procuratore e suo padre e stato degradato da detective a semplice poliziotto) e Oliver rimangono amici anche se a detta dei due non saranno più fidanzati ma lei incolpa il giustiziere per Tommy e farà di tutto per consegnarlo alla giustizia.