
Arrow – 1.02 Honor Thy Father
Passato il test del pilot, questo Arrow sembra essersi accalappiato un discreto seguito di fan, in casa CW.
Solitamente, dopo il primo episodio, seguono un paio di puntate un po’ sottotono, che poi sottotono non lo sono realmente, ma noi etichettiamole così. Poi, viene introdotto il vero e proprio twist, un giro di boa, un colpo di fulmine: chiamatelo come volete, ma è quel qualcosa che fa esclamare al telespettatore “Ehi, mi davano del pazzo, ma vedete? Eh? Questa serie spacca veramente di brutto!”.
Arrow è una serie anomala, sotto questo punto di vista, dato che secondo me questo Honor Thy Father ha superato il primo episodio.
Di solito io sono uno da “via il dente, via il dolore”, quindi partirò subito con gli aspetti negativi di questi primi novanta minuti di show.Dato che, in ogni caso, siamo ancora agli inizi, trovo corretto affrontare la serie nella sua globalità, poiché i feedback degli spettatori – immagino – si vedranno dalla metà di stagione in poi, ovvero con gli episodi non ancora completati dalla produzione.
Non so che fretta abbiano gli sceneggiatori, ma fanno correre Freccia Verde ancor più di Flash! Scherzi a parte, la narrazione è fin troppo incalzante: non c’è spazio per approfondimenti, ancora, ma nemmeno per un minimo di emozione. Capisco il voler dare una parvenza di trama orizzontale sin dal primo minuto del primo episodio (ricordate la maschera di Deathstroke appesa ad un palo nei primi dieci secondi del pilot?), ma con questa seconda parte mi aspettavo qualcosa in più.
Altra nota semi-negativa: non capisco se gli attori recitano con una sola espressione per rendere più iconico il personaggio, o perché sono incapaci.
Katie Cassidy, insomma, ti ho visto fare di meglio!
Ma Oliver Queen non era uno dei pochi supereroi comunisti? Perché adesso si comporta come un Bruce Wayne fascistoide qualsiasi? No, perché a Tony Stark non si avvicina minimamente, anche se in alcune scene questi episodi mi hanno ricordato il primo Iron Man, armatura a parte. A parte altre grosse imperfezioni e differenze con la controparte cartacea, questo Arrow mi ha intrattenuto parecchio, anche se non sono ancora convinto al 100%.
La trama di questo secondo episodio riprende da un lato il pilot, con affari di famiglia che scopriremo nel susseguirsi degli episodi, immagino, dall’altro c’è il classico freak-of-the-week che in questo caso non è un freek ma un ladro miliardario con le solite guardie del corpo armate fino ai denti.
Però rimane sempre una trama superficiale ed approssimativa, per ora, scontata e con dialoghi altrettanto scontati.
Si può fare di meglio, molto di meglio.
E spero non vogliano proseguire tutta la stagione con la lista di nomi del padre di Oliver…
Poi c’è uno scontro quasi inutile con una cinese biondo platino che, forse, serviva a far capire che Freccia non è tutto arciere e distintivo. Inoltre, abbiamo pure un cliffhanger finale, che a dire il vero non mi ha minimamente fatto saltare sulla seggiola: proporre come interrogativo “Oddio, ma Oliver sarà sopravvissuto o no?” dopo che la storia si svolge 5 anni dopo quel flashback… bah!
Ah, e abbiamo pure il detective che è (seguitemi con attenzione) il padre della sorella della ragazza che è morta sulla barca di Ollie con cui quest’ultimo tradiva la propria ex-ragazza, ovvero la sorella della ragazza che è morta sulla barca di Oliver che, mentre tutti credevano morto il miliardario, andava a letto col suo migliore amico e ora, dopo cinque anni, nessuno deve saperlo.
Sembra Beautiful!
Ecco, questi incastri così forzati mi fanno sempre storcere il naso, così come la mamma di Oliver che ingaggia una guardia del corpo per sapere se suo figlio sa qualcosa della morte di suo padre, tutto questo mentre si porta a letto il socio del suo ex-marito.
Dimenticavo: la sorella di Oliver (Speedy, carino l’omaggio!) si fa di qualche droga strana.
Come dicevo: Beautiful.
Insomma, manca ancora qualche ingrediente per rendermi assuefatto delle gesta di questo Freccia Verde alternativo. Chiaramente continuerò a seguire la serie, poiché come action d’intrattenimento non è male, anche se sembra voler strafare parecchio, sicuramente più di quello che può concedersi in realmente.
Sperando che nel frattempo gli autori si concentrino un minimo su alcune cose importanti della narrazione (mai sentito i termini “Personaggi” o “Introspezione”?), auguro ad Arrow una buona stagione, confidando riesca a sfruttare tutto il potenziale di un personaggio dalle infinite sfaccettature.