
Arrow – 1.01 Pilot
She says the island changed me, she has no idea how much.
A giudicare dal pilot, Arrow potrebbe diventare una delle sorprese della stagione. Ha tutto quello che da una serie del genere richiede: divertimento, azione, passati da scoprire, colpi di scena (più o meno riusciti), personaggi da approfondire. Certo non è esente da forzature o difetti (ogni tanto scappa un bel green screen in pieno stile Ringer CW), ma questo è uno di quei casi in cui l’entertainment fa chiudere volentieri un occhio su questi aspetti. Miracolosamente, anche la critica d’oltreoceano sembra finalmente apprezzare un prodotto CW (su Metacritic la serie ha ottenuto un dignitoso 72/100. Roba che la fine del mondo è realmente vicina). Non solo. Anche il pubblico sembra aver apprezzato questa series première. Ascolti alla mano, è stata vista da circa quattro milioni di telespettatori. Utopia per il canale, a meno che non ti chiami The Vampire Diaries. Good job, davvero meritati.
La storia ha un sapore di già visto: Oliver Queen è il classico figlio viziato di un plurimiliardario, tutto festa, alcol e servizi in prima pagina sui tabloid della città. È fidanzato con Laurel, ma in un viaggio in barca si porta la sorella di lei, nella speranza che non questa relazione non venga scoperta. Purtroppo, dopo un naufragio, è costretto a sopravvivere per cinque anni su un’isola. Solo? Non si sa, anche se non sembrerebbe. E quell’isola Lian Yu (che in cinese mandarino significa “purgatorio”), cambierà per sempre il protagonista. Dopo il salvataggio, cerca di riprende le fila di una vita messa in pausa e si ritrova: una sorella che fa uso di droga (siamo sempre sulla CW ed è un marchio di fabbrica, come le scene di sesso per la HBO); un migliore amico che vuole fargli rivivere l’ebbrezza di un tempo e ha una relazione con la sua ex-ragazza; Laurel che è diventata un’avvocatessa intrepida e senza paura; e la madre che si è risposata e, nel colpo di scena finale davvero riuscito, è disposta a tutto (compreso finto rapimento) pur di sapere cosa il padre abbia detto ad Oliver prima di morire. O meglio, suicidarsi. Per ora sappiamo solo che non era la persona integra e piena di qualità, come la gente crede, ed è anche colpa sua se la città, Starling City, è in piena decadenza. Ma ha lasciato al figlio un libro con alcuni nomi di cui vendicarsi (o almeno così sembra da questa prima puntata). Ed è proprio quello che Oliver fa di notte, il vendicatore armato di arco e frecce e con una preparazione atletica degna del miglior ninja (roba che Emily Thorne, a confronto, è una principiante). Basta un cappuccio verde, dello spray sulla zona degli occhi e le luci spente per non essere riconosciuto (solita sospensione di incredulità del mondo dei fumetti). Per fortuna le scene d’azione e di combattimento sono meno ridicole di quanto mi aspettassi e questo è un punto a favore. L’altro? La storia appena accennata. Come ha trovato quell’arco sull’isola? Cosa gli è successo in quei cinque anni) è stato realmente da solo? Cosa nascondeva il padre? Perché la madre ha tanta paura che si scopra la verità? Tante domande che non fanno altro aumentare la curiosità e spingono lo spettatore a proseguire la visione della serie. È questo, dopotutto, il lavoro di un pilot.
Certo i difetti ci sono: alcune scene sono realizzate male, il cast sembra tendere verso la monoespressività e alcune scelte sono davvero prevedibili o addirittura poco logiche (5 anni in isolamento e dopo due giorni è un esperto informatico. Sì, certo). Ma, come si diceva all’inizio, sono difetti su cui chiudere un occhio, perché nel complesso questo è puro entertainment, che male non fa.
Per ora è promosso, sperando che non faccia la fine di The Cape: #sixseasonsandamovie.