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Arrival: Recensione del Film con Amy Adams e Jeremy Renner a Venezia 73

Titolo: Arrival

Anno: 2016

Genere: Thriller, Sci-Fi

Durata: 116 Minuti

Regista: Denis Villeneuve

Sceneggiatore: Eric Heisserer

Protagonisti: Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg

La ricetta dello sci-fi americano da manuale prevede:

  • 2/3 attori di primo piano (almeno uno deve essere uno scienziato)
  • 1/4 alieni
  • 5/12 navi spaziali con una forma inusuale
  • soldati che non capiscono nulla – quanto basta
  • 3 foglie di disastro
  • un pizzico di stupidità umana

Bene, Arrival di Denis Villeneuve – tratto dal racconto “Storia della tua vita” di Ted Chiang – ha tutti arrivalgli ingredienti giusti, ma ci mette qualcosa in più. Un po’ come fanno i grandi chef in cucina è riuscito a rivedere gli elementi del thriller alieno classico in favore di una storia molto umana e appassionante.

Il racconto parte dalla professoressa di linguistica Louise Banks (Amy Adams), contattata dal Colonello Weber (Forest Whitaker) che le chiede di aiutarlo nel difficile compito di tradurre la lingua degli alieni che stazionano nel cielo terrestre ormai da qualche giorno.

Insieme a lei c’è anche un fisico, Ian Donnelly (Jeremy Renner), che si occupa di un’altra parte del progetto e affianca Louise nelle sue ricerche. Adesso abbiamo le premesse di cui sopra: una linguista, un fisico, soldati, navi spaziali. Passiamo agli alieni.

Gli alieni non sono ostili, e Louise si impegna per uno scambio di idiomi che permetterà loro di comunicare. Elemento che poi si rivelerà il punto focale del film.arrival

La comunicazione è l’elemento trainante della pellicola: la linguista decide di non usare l’approccio militaresco che impone tempi stretti e risposte veloci (alieni, amici o nemici?) ma cerca di usare una comunicazione non verbale molto umana, senza schermi personali. Si avvicina al vetro e si presenta, nel modo più naturale possibile.

Lo scambio che avviene tra loro è solo uno dei tipi di comunicazione che puoi vedere nel film. Basta guardare i due protagonisti, con Ian che fa un ‘complimento’ a Louise per il suo metodo matematico di approcciare il linguaggio. Senza contare che le navi spaziali sono in vari punti del mondo, quindi impone uno scambio di informazioni tra i diversi paesi che, come quello americano, stanno cercando a modo loro di scoprire quale sia il motivo per cui gli alieni sono sulla Terra.

Va bene, qui hanno usato un altro cliché da film. Coloro che vorrebbero mandare via gli alieni con la forza sono la Cina e la Russia. Lasciamo questo elemento da parte, anche perché serve a mostrare quanto poco tempo abbia la protagonista per instaurare un rapporto con la razza aliena.

Uno sci-fi emozionante

La fantascienza in questo film lascia spazio anche ai sentimenti. Segui Louise in una storia che la destabilizza e la strazia, ma nonostante tutto la donna non abbassa lo sguardo e va avanti. Un personaggio umano, che sceglie la compassione per entrare in contatto con una nuova forma di vita.

E se è difficile creare una protagonista tanto appassionata alla linguistica quanto con un cuore, non puoi che osservare Amy Adams affascinato dalla sua naturalezza in questo ruolo. Insieme a lei Jeremy Renner, che qui serve come uno irriverente fisico, ma altrettanto misurato e bravo nell’accompagnare la Adams per 116 minuti di film.

Molto lontani dai loro ruoli di Lois Lane e Occhio di Falco, iconici ma fuori dal tempo coarrivalme solo un Cinecomic può essere, vediamo la Adams e Renner tornare al cinema e mostrare le loro doti attoriali.

Durante la conferenza stampa, Amy Adams, ha raccontato che chiede sempre ai registi che le offrono un ruolo il perché della loro scelta. In questo caso Villeneuve le ha risposto che aveva bisogno di mostrare cosa pensasse Louise e che lui vede sempre quello che il personaggio pensa quando ad interpretarlo è Amy Adams. Missione compiuta, signor Villeneuve!

Arrival: soliti ingredienti, risultato diverso

Arrival è un film stabile. Inizia e mantiene un livello di azione costante, prima di un colpo di scena che ci ricorda perché Denis Villeneuve non è uno tra tanti, ma un vero chef. Ha creato una perfetta combinazione di emozione, sci-fi e realtà, che coinvolge e convince.

L’applauso al termine del film conferma Arrival come uno dei più interessanti di questa stagione cinematografica.

Lisa Nieri

Amo le storie, che siano serie TV, film o libri. Sono sempre pronta a intraprendere un nuovo viaggio con un personaggio interessante. Che dire? Sono un'apprendista nerd!

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